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Libri

QUEI CELTI, QUESTO POTERE

CHIARA AMBROSIONI - 04/12/2014

codiniIl misterioso Astrolabio di Villasanta nasconde un segreto. L’edificio dalle forme inusuali è forse il luogo ove celebrare un rito antico? Le sparizioni e le morti che hanno sconvolto nel presente la vita del piccolo Comune di Villasanta sono collegate alla storia e a un desiderio di onnipotenza? Il giallo di Ennio Codini “Il segreto dell’Astrolabio” (Eclissi editrice) si muove tra un tempo molto lontano e i giorni nostri e viaggia tra le Isole Aran irlandesi e la Bassa Brianza, territorio un tempo abitato dai Celti.

La vicenda si apre nel 216 a.C., l’atmosfera è buia e minacciosa. Un viaggiatore insegue da cinque lunghi anni la sua meta: deve raggiungere “le tre ultime isole a occidente di cui parla il Racconto dell’inizio” per nascondere il frammento di un anello nel luogo previsto dall’antico rituale. L’anello è l’oggetto potente attorno al quale ruota il racconto, un oggetto misterioso di cui gli uomini non riescono a capire il potere. L’anello non deve cadere nelle mani dei Romani, perché verrà usato per la riscossa dei Celti. L’anello viene evocato nei momenti difficili, ma è lui a decidere quale sia il bene più alto, in base a un criterio che capiremo solo nelle ultime pagine del libro.

Ennio Codini, originario di Villasanta e docente di Istituzioni di diritto pubblico e di Diritto amministrativo presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica di Milano, è alla sua seconda prova editoriale. Dopo aver pubblicato nel 1995 il romanzo “L’ombra del potere”, scritto a quattro mani con Alberto Fossati sul tema della corruzione, nel 2013 ha dato alle stampe “Il segreto dell’Astrolabio”, fondendo i ricordi storici della Brianza con un giallo avvincente. Tra le pagine del libro tanti sono i temi affrontati: dall’immigrazione alla politica, dal mito ai legami famigliari, senza dimenticare un pizzico d’amore e una sfilata di personaggi che si rivelano al lettore mostrandogli la realtà dal proprio punto di vista. Non mancano gli accenni autobiografici. Ennio Codini afferma di aver messo qualcosa di sé nel protagonista maschile, l’avvocato Gianni Locatelli, così come ha attinto alle sue conoscenze sul mondo della scuola parlando della professione della protagonista Lucia Ornaghi. Ha scelto il potere evocativo e quasi magico della fortezza a picco sul mare di Dún Aengus per narrare l’avventura del viaggiatore del passato, dopo averne personalmente conosciuto la bellezza, così come narra dell’inseguimento affannoso in bicicletta sulle stradine sterrate di Inishmore dopo averlo vissuto lui stesso. Il cuore della narrazione mostra quindi un gruppo di potere che agisce nell’ombra per riattivare l’anello e perseguire i propri scopi.

Nel succedersi lento e poi rapido dei registri narrativi del volume, Codini ha alternato la descrizione del mistero alla lettura della realtà, la presentazione della brama umana di onnipotenza alla nascita di un sentimento delicato, la descrizione della forza delle ideologie senza dimenticare il rispetto per l’altro al di là di ogni differenza fisica e di origini. E tra i temi più significativi ci sono sicuramente quello della Lega Nord e dell’immigrazione, che prendono concretezza nelle ultime battute della campagna elettorale villasantese per l’elezione del sindaco. La vittoria andrà a chi ha la “diabolica, naturale propensione a essere in sintonia con l’opinione corrente” o a chi crede si debba “fondare la convivenza civile su principi capaci di essere davvero universali”? E il potere dell’anello prende nuova vita mentre Codini ammette con un sorriso: “Non ho adattato la mia vicenda alla Storia, ma ho piegato la Storia alle mie esigenze”.

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