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Società

CULTURA DEL BENE

LUISA NEGRI - 12/12/2014

Marco Ascoli e Oreste Premoli con il "Cairolino" (FOTO DONATO CARONE)

Marco Ascoli e Oreste Premoli con il “Cairolino” (FOTO DONATO CARONE)

Dal 1998 l’Associazione Amici del Cairoli, costola nata nel 1987 dal liceo classico varesino Ernesto Cairoli, assegna il ” Cairolino”, un premio a cadenza annuale dedicato a ex alunni distintisi per particolari meriti acquisiti in campo professionale, culturale o sociale. I nomi entrati nella rosa dei premiati, il cui elenco qui risulterebbe troppo lungo, sono tanti e prestigiosi. L’evento sta suscitando sempre più interesse da parte degli ex, che accorrono numerosi alla serata della “Cena degli auguri” in cui l’ambìto riconoscimento viene assegnato.

Quest’anno il numero dei partecipanti, ritrovatisi nelle sale del Golf di Luvinate il 5 dicembre, ha quasi raggiunto il numero di centottanta. L’ immagine del Premio è associabile a quella di altri, come ad esempio la Girometta d’oro, assegnati in Varese a persone davvero meritevoli per il loro impegno sul territorio. Il presidente Oreste Premoli, che ha raccolto da Raimondo Malgaroli il testimone, ha fatto volare l’associazione a livelli impensabili, sia per il buon numero di associati, sia per le tante e interessanti iniziative sostenute dalla stessa a favore del liceo e dei suoi allievi ed ex allievi: borse di studio, corsi di orientamento, concorsi di musica e poesia, partecipazioni a eventi e rassegne culturali, pubblicazioni periodiche come il giornale “Il Cairoli” e tanto altro.

Proprio per questi motivi Premoli è stato a sua volta insignito, a sorpresa, dalle mani del preside del liceo Salvatore Consolo, di un secondo Cairolino, straordinario e parallelo, davvero meritato, che resterà un unicum nella storia del Premio.

Lo scorso anno il Cairolino toccò a un uomo di grande successo, sul quale sono accesi ormai da tempo i riflettori del mondo dello sport: Beppe Marotta, AD della Juventus, che a Varese, dove frequentò anche il liceo Cairoli, mosse i primi passi della sua carriera di dirigente sportivo.

Quest’anno il Direttivo dell’associazione ha premiato invece l’impegno sociale e filantropico di Marco Ascoli, un uomo che ha ben meritato nella sua città per aver saputo piegare la forza del male, accanitasi contro di lui, avviandola sulla strada del bene.

Ascoli, assieme alla moglie, dopo la morte per linfoma del figlio dodicenne Giacomo, nel 2005, pensò di dedicarsi ad aiutare altre famiglie incorse nella stessa, drammatica vicenda. Fu da lui dunque costituita l’anno successivo, nel mese di maggio, una Onlus, con gli scopi prioritari di migliorare la qualità di vita dei bambini affetti da patologie oncoematologiche e dei loro familiari, costretti a lunghe e disagevoli trasferte verso i centri di cura specializzati. Nel 2009 fu realizzato un Day Hospital ad integrali cure e spese della fondazione e oggi diversi bambini vi ricevono parte dell’assistenza di cui abbisognano.

Altro merito della Fondazione Ascoli è di aver acquistato un mezzo di trasporto per il trasferimento dei bambini ammalati presso altre realtà ospedaliere, come il San Gerardo di Monza e l’ Istituto Tumori di Milano, dotate di più sofisticate attrezzature. Volontari e volontarie affiancano la Onlus di Ascoli con il loro lavoro di assistenza e accoglienza ospedaliera e domiciliare. E il frutto del lavoro e dell’ opera di Ascoli e dei volontari ha dato risultati che ben conoscono i medici dell’Ospedale Del Ponte, impegnati in prima persona nel delicato compito di un continuo aggiornamento e dialogo con le eccellenze ospedaliere dell’oncologia infantile, per curare al meglio e sostenere moralmente i piccoli pazienti e le loro famiglie. Commosso il ricordo di papà Ascoli che, nel ricevere il Premio, ha ricordato con le stesse parole del figlio, affidate a un componimento scolastico, la bella amicizia nata in ospedale tra Giacomo e un altro bambino ricoverato per analoga malattia.

Il premiato ha infine anticipato una preziosa notizia: un evento scientifico internazionale, un congresso animato da importanti presenze, da tenersi proprio in Varese nell’ottobre del 2015, ove convergerà il meglio degli esperti del settore per fissare un protocollo terapeutico triennale delle malattie emato-oncologiche.

In un suo intervento sul giornale il Cairoli, nel dicembre 2013 proprio Marco Ascoli così rifletteva sulla sua vicenda umana: “Se è vero che la cultura è ciò che resta dopo aver dimenticato tutto quello che si è studiato, quel resto, immagazzinato bene o male durante il liceo, è contato nella vita e, probabilmente, ha fatto la differenza. É stato quel ‘resto’ che, prima durante l’ università, e poi nella professione, mi ha consentito di restituire in positivo le disavventure e a volte i drammi, di mantenere l’equilibrio, almeno spero, e di elaborare il lutto così da costituire, con tanti amici, compresi molti miei compagni del liceo, la Fondazione dedicata a Giacomo”.

Giusto che il suo Liceo si sia ora ricordato di lui. E lo abbia preso ad esempio di quel bene che fa davvero bene a tutti, non solo ai diretti beneficiari.

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