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Cultura

ANDIAMO A NOZZE

FERNANDO COVA - 14/01/2012

La festa di sant’Antonio abate é la festa più antica e popolare della nostra città.
Sant’Antonio il Grande é considerato il protettore dei panettieri, dei guantai, dei tessitori, dei tosatori e dei salumieri; per questi ultimi forse è da collegarsi nella presenza iconografica del maiale.
Fin dall’Ottocento il 17 gennaio veniva omaggiato dai fidanzati e dagli sposi novelli, questi ultimi vestiti con gli abiti nuziali, provenienti principalmente dal contado; le spose sfoggiavano i gioielli e le famose “spadine” in testa.
Nella sua ricorrenza era assai diffusa la benedizione delle stalle, trasformatasi nel tempo nella benedizione degli animali effettuata sul sagrato delle chiese a lui dedicate.
Ci si rivolge a lui anche nel caso di avvelenamento di segale cornuta, per liberarsi dalla erisipela o fuoco di sant’Antonio e per proteggersi dagli incendi.
Una particolarità del sant’Antonio di Varese è quella di proteggere i matrimoni e di far trovare un marito a chi ne é sprovvista:

“A Sant’Antòni vann i spùus e i tusànn ca gh’ha ‘l murùus”
Lo si invoca per ricomporre i litigi tra innamorati:
“Sant’Antoni glorios / Femm fa’ pâs col me’ morôs
L’è cativ com’è un demoni / Femm fa’ pâs, car Sant’Antoni”
Oppure per trovare il fidanzato:
“Sant’Antòni gluriùus fa ca tröva anmì ‘l mè spùus”

Dedicate all’ argomento sono le spassose “4 giaculatori a sant’Antoni del porscell” composte da Speri Della Chiesa, celebre poeta di casa nostra.

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