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Garibalderie

MARCO AL QUIRINALE

ROBERTO GERVASINI - 06/02/2015

PANNELLA, NON ACCETTO RICATTO DI CHI DICE 'MOLLA'Chi ha sottovalutato Renzi nostro e tutte le forze che lo hanno sostenuto nell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, deve spargersi la cenere sul capo, e non solo sul capo. Il novello rottamatore ha stupito tutti scegliendo una persona non giovane, indipendente, benvoluta, con una storia politica di tutto rispetto. Una scelta coraggiosa che non dispiace affatto ai laici, per la nota indipendenza di giudizio sposata ad una certa imprevedibilità unita al rigore che hanno portato il neoeletto anche ad eclatanti dimissioni.

La trattativa è stata laboriosa, immaginiamo, ma alla fine ha prevalso la ragione. Sappiamo anche che il neo presidente è stato più volte sottoposto ad interventi chirurgici negli ultimi tempi ed il futuro, dal punto di vista sanitario, non è roseo. Marco Pannella ha infatti subìto un delicato intervento chirurgico ai polmoni nel 2014 ma, interpellato dal Presidente del Consiglio intorno alla sua disponibilità a ricoprire la carica di Presidente della Repubblica italiana, ha affermato senza dubbio alcuno che il tumore verrà ammazzato in modo nonviolento e gandiano con l’ultimo digiuno, come gli hanno garantito l’amico Veronesi ed una serie di ricercatori del San Raffaele del Monte Tabor. Quindi nessun impedimento poteva bloccare l’elezione di Marco nostro. Il gioco era fatto, i numeri non son mancati, anche con i soliti oppositori accaniti, avversari storici, come Umberto Bossi, che interpellato sulla candidatura di Pannella ha ribadito un vecchio perentorio parere celodurista sul futuro presidente della Repubblica italiana: “Meglio Milosevic di Culosevic!” Altri si son dichiarati contrari all’elezione di Pannella, ma anche alla pentola a pressione.

I giornalisti del Fatto Quotidiano sono andati a rovistare nella vita privatissima del neo presidente. La portinaia dello stabile dove Pannella vive a Roma ha dichiarato che Pina, pincher del neo presidente, non avvicina i cani maschi ma solo le femmine, dando segni evidenti di lesbismo, arrivando ad insinuare che la stessa Pina sia in realtà un cane trans, creando così una serie di fastidiose insinuazioni e gettando per questo discredito sul Presidente. Le reti Rai sull’argomento Pina hanno fatto calare il silenzio, come raramente accade. Altri hanno trovato le prove che Pannella, nel 1989, ha ritardato di un mese il pagamento delle spese condominiali.

Pannella, la mattina dell’elezione si è recato a Rebibbia per incontrare i carcerati, protestando di nuovo e a gran voce per le situazioni disumane delle carceri italiane; per il regime del 41 bis; per il sovraffollamento simile ad allevamento di polli intensivo. Ha poi reso omaggio al monumento del Detenuto Ignoto, perché i detenuti noti, arcinoti ed eccellenti stanno benone agli arresti domiciliari nelle ville con piscina riscaldata, sauna ed annesso bagno turco. Ha deposto una corona di canapa indiana e rose nel pugno, intrecciata.

Con un cartello al collo con la scritta “la canapa indiana è terapeutica” si è poi recato al Comando dei Carabinieri al quartiere Prati dove provocatoriamente si è fumato un “cannone” senza evidenti effetti collaterali neanche per i militi schierati sull’attenti. Del resto sappiamo tutti che il Presidente non può esser arrestato e quindi fuma ciò che vuole e dove vuole. Pannella è quindi il primo Presidente della Repubblica che si “spara un cannone” in una caserma dei Carabinieri. E questa è una novità non da poco.

Pannella, come novello Presidente della Repubblica, non poteva sfuggire alle prime telefonate, alle prime interviste che del resto non ci hanno sorpreso. Intanto, in questo grave, quasi drammatico momento storico del Paese, nasce un ulteriore problema, che è sempre quello della First Lady. Pannella, che ha una storica compagna, medico, a Roma, si è dichiarato bisessuale in anni recenti e da laico incallito, sempre attento ai problemi delle minoranze ed degli emarginati, ha dichiarato di non voler seguire gli esempi dei suoi predecessori riservandosi di interscambiare le first lady secondo le occasioni. Ciro, un suo amico trans, farà da first lady in particolari occasioni, interscambiandosi con aderenti del FUORI, sia di sesso maschile che di sesso femminile, e così parimenti con gli/le etero ma solo per i viaggi ufficiali all’estero. Con questo conferma di voler essere il presidente di tutti gli italiani (ed anche delle italiane). Ammettiamolo: la questione è brillantemente risolta.

Divorzista e tenace lottatore per la legge sull’aborto, è tuttavia in ottimi rapporti con papa Francesco che gli ha anche telefonato recentemente. Si presume si incontrino presto, pare a Porta Pia, il 20 settembre, dove da qualche tempo anche il Segretario di Stato, cardinal Bertone, non aveva fatto mancare la sua presenza.

Ci fu in passato un cordialissimo incontro privato di Marco Pannella con Papa Giovanni Paolo II quando radicali e cattolici diedero vita ad una martellante campagna contro la fame nel mondo, nella seconda metà degli anni 80. La storia si ripete.

Il discorso davanti alle Camere unite è stato di una lunghezza esasperante. Pannella, logorroico, dopo aver giurato di non voler stravolgere la Costituzione se non all’articolo 139, ha aggiunto che esser imparziale è impossibile e che nelle scelte importanti si rifarà alla Demarchia ateniese, al governo delle città italiane rinascimentali, al pensiero di Rousseau e di Montesquieu. Quindi le leggi ed i decreti legge del Governo Renzi verranno promulgati o meno secondo l’esito del sorteggio, sistema di scelta già in vigore nella Repubblica di Venezia, a Firenze, in molte occasioni, tutte elettive, ed oggi nella British Columbia ed in alcune città del Canada. Ribadendo l’assoluta autonomia del Parlamento, egli si è detto favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere con il conseguente svuotamento delle carceri dove il 40% dei detenuti son condannati per piccolo spaccio.

Pannella, da neo Presidente della Repubblica, non ha perso l’occasione per rendere omaggio a Pepe Mujida, Presidente dell’Uruguay, che ha autorizzato la vendita di marijuana di Stato ad un euro per battere la delinquenza e la mafia che controllano il mercato. Non è mancata la solita menata senza senso, in un Paese dove la corruzione detiene il record europeo, sui valori, sull’etica, sulla situazione del Paese, lasciando velocemente spazio alla lettura di una serie infinita di soli numeri e statistiche fornite dall’OCSE e dall’ISTAT, perché la matematica, ma anche solamente l’aritmetica, non sono un’opinione e più limpido ed inconfutabile di un numero non esiste nulla.

Nei banchi del Governo Renzi, dopo la lettura, ci sono stati due tentativi di suicidio, subito sventati dai commessi. Pannella, perdendo come sempre il filo del discorso, è poi partito dalla lettura della Genesi, secondo la Chiesa valdese, per arrivare dopo due ore alla fondazione del partito radicale dove è nata, da una costola del PLI, la sua storia politica, la sua formazione, dove ha trovato i suoi maestri; ha ricordato la vicinanza a Spinelli, Pannunzio, Scalfari, per arrivare alle vicende di Ilona Staller e Moana, al partito dell’Amore, al caso Enzo Tortora, a Domenico Modugno,Tony Negri e Prima Linea con Sergio D’Elia e la scelta della non violenza per finire con Leonardo Sciascia, eletto in parlamento coi radicali. Non ha certo scordato di citare i casi e le associazioni nate tra i radicali, di Piergiorgio Welby e Luca Coscioni, per finire con Pierpaolo Pasolini e le sue profetiche parole: “Cari amici radicali […] voi non dovete fare altro, io credo, che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i successi e continuate imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare”.

Alle tre di notte, con tutti i parlamentari accasciati e i commessi dormienti, Pannella si è acceso un toscano ed è uscito solo dal Parlamento, un’aula non sorda, sensibile al russare. Con Pina al guinzaglio, dopo la fermata di protocollo al solito lampione, è tornato a casa a piedi, senza scorta.

Ci aspettano fantastici, funambolici, entusiasmanti sette anni di presidenza. Forza Marco! W l’Italia.

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