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Ambiente

PIANO CAVE, CONSULTARE I CITTADINI

ARTURO BORTOLUZZI - 20/03/2015

vasIl Consiglio della Comunità europea è certamente il luogo dove sono state promosse e votate le iniziative più importanti e significative per dare agli elettori gli strumenti che a loro la politica degli Stati aderenti alla Comunità aveva con il tempo tolto o limitato. Uno degli atti più significativi, in questo senso, è certamente stata la Convenzione di Aarhus, che stabilisce il diritto, per il pubblico interessato, di partecipare ai processi decisionali relativi all’autorizzazione di determinate attività, per lo più di natura industriale, aventi impatto ambientale significativo, nonché all’elaborazione di piani, programmi, politiche e atti normativi adottati dalle autorità pubbliche.

Agli interessati deve essere garantita la possibilità di presentare osservazioni, di cui le autorità pubbliche devono tener conto. L’articolo 6 di detta Convenzione, che assicura la partecipazione nella procedura di autorizzazione di talune attività specifiche, trova generalmente attuazione nell’ambito delle procedure d’impatto ambientale, che prevedono meccanismi di consultazione delle comunità locali.

Gli articoli 7 e 8 della Convenzione di Aarhus, che attribuiscono ai cittadini il diritto di partecipare nella fase di elaborazione di piani, programmi, politiche e trova attuazione proprio nella Valutazione Ambientale Strategica – in seguito VAS – che comporta, infatti, profili di partecipazione e consultazione dei cittadini.

In questo senso, ho scritto al Presidente della Provincia di Varese, quale Presidente dell’Associazione Amici della terra Varese, che partecipa al progetto proprio di VAS del Piano Cave della Regione Lombardia con riferimento al nostro territorio. Le fasi iniziali della VAS, per Decisione della Giunta della Regione Lombardia, sono, infatti, demandate alla Provincia di Varese. Gli ho chiesto, in particolare, di poter essere coinvolto nell’attività che la Provincia sta realizzando.

Non ritengo, infatti, che la procedura di Valutazione ambientale strategica possa dirsi soddisfatta con una partecipazione del terzo settore – entro cui comprendo Amici della Terra Varese -, limitabile solo alle osservazioni a proposte provenienti da documenti tecnici, predisposti dagli Uffici in una stanza chiusa. Questi, ho ricordato al Presidente, vanno costruiti anche sentendo le associazioni che sono proprio tra i soggetti che hanno vissuto le problematiche indotte dalla cavazione sconsiderata del territorio varesino.

Ho scritto al Presidente come, cortesemente, debba essere aperto da Lui un dibattito aperto. Poter fare solo delle Osservazioni è poco democratico. Queste, infatti, non vengono quasi mai dibattute. Sulle stesse c’è, infatti, un pronunciamento solitamente negativo affermato, in definitiva, con un voto preso in consiglio da parte di una maggioranza precostituita che vota a scatola chiusa.

Mi rifiuto, ho scritto al Presidente, di accettare una VAS decisa dal palazzo con i suoi metodi, i suoi tempi e il suo metro di giudizio. Voglio poter dire la mia ed anche poter dare dei consigli in tutte le fasi della VAS.

Per non perdere ulteriore tempo ho sollecitato il Presidente a sentirmi già a partire dalla fase di riconoscimento della VAS, invocando proprio quella massima partecipazione – della quale scrivevo sopra – che dovrebbe informare ogni fase della valutazione ambientale strategica.

Ho chiesto al Presidente: quanti tecnici provinciali sono deputati a completare la fase di riconoscimento e quanti di questi hanno espresso un giudizio tecnico favorevole alla coltivazione delle cave attraverso i fantomatici piani di recupero ai quali io mi sono fieramente opposto?

Ho chiesto al Presidente di più: che ogni proposta del dibattito tecnico in corso, venga esposta all’albo pretorio della Provincia e pubblicata sui siti Internet dei comuni interessati.

In merito alla conclusione di ogni fase della VAS ogni Comune interessato dovrebbe essere invitato dalla Provincia – come ho scritto al Presidente – a svolgere una pubblica presentazione della stessa.

Ho, insomma invitato il Presidente a fare in modo che i cittadini del territorio varesino, possano partecipare e possano dire la propria opinione. Questi (i cittadini) devono, insomma, poter non soltanto essere ascoltati ma anche sentirsi soddisfatti nell’aver potuto realizzare un’interazione soddisfacente con l’istituzione politica.

Si dimostri, per favore, che la politica una volta tanto intenda soddisfare un interesse costituzionale (e, quindi, collettivo dei tanti che abitano e lavorano nel territorio) e non, soltanto, quello, ben più ristretto, di pochi.

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