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Attualità

INADEGUATI A GOVERNARE

DANIELE ZANZI - 10/04/2015

piazzaRammentare. Talvolta nella vita è bene rammentare; specie a chi ha la memoria corta o gli fa comodo averla. Talvolta è bene e giusto chiedere conto agli amministratori e ai funzionari pubblici del loro operato. Il problema è che, di questi tempi, pochi lo fanno, lo possono o lo sanno fare.

Piazza Repubblica è caso emblematico; in essa vi è racchiusa una piccola storia di verità varesina che può essere assunta a simbolo della inadeguatezza a governare il territorio di una classe politica che ha amministrato la città per oltre venti anni. Un lasso di tempo lungo, lunghissimo, per di più con il supporto di una maggioranza “bulgara” in Consiglio comunale. Si sarebbe potuto agire con decisione, ma non lo si è fatto; si sarebbe potuto, come nelle speranze e negli auspici di un consenso elettorale talvolta estesissimo, raddrizzare il volto di una città ancora sconvolta dalle aggressioni edilizie degli anni sessanta e cinquanta. E non lo si è fatto; anzi!

Si sarebbero potute fare tante cose …mettere fine alle lottizzazioni, valorizzare il territorio, difendere il commercio e l’artigianato, proporre uno sviluppo sostenibile, volare alto; si sarebbe potuto cambiare, ma veramente, e non è stato fatto; colpevolmente, doppiamente, perché i numeri ei consensi per farlo c’erano, eccome!

Il disastro di Piazza Repubblica iniziò alla fine degli anni ‘80 quando si decise di farne un mega posteggio interrato e la Piazza divenne semplicemente un coperchio funzionale al parcheggio. Scelta strategica errata perché si privilegiò la politica di portare l’auto nel centro città, anziché allontanarla; scelta sbagliata nella sua realizzazione architettonica perché quella piazza storica non fu più piazza, ma una semplice spianata di masselli di porfido, bocche di lupo per l’aereazione, gradoni in cemento e quinte verdi di aceri di monte e allori, che anziché mitigare il soffocamento cementizio, finivano per emergere intristiti in quella piana desolata. Un brutto coperchio dunque, null’altro più!

Già nel 1999 intervenni sulla rivista semestrale del Rotary varesino, La Ruota, denunciando il senso di oppressione dato da quel cemento in quella Piazza. Apriti cielo! Scatenai un acceso e polemico dibattito con accuse a me rivolte di voler sminuire il valore architettonico di quel “capolavoro” della creatività bosina.

Era già allora evidente però agli occhi di molti varesini come quella più che una Piazza fosse un pugno in un occhio nel cuore di Varese.

Si aggiunsero poi errori su errori, con una colpevole incapacità di sapere ascoltare le molteplici voci, qualificate, che si levavano da ogni dove in seno alla comunità varesina.

L’acquisizione della caserma Garibaldi nel 2007 ad opera della prima Giunta Fontana per due milioni e mezzo di euro si rivelò un’ulteriore operazione fallimentare. Cito testualmente quanto riportato allora dai mezzi di informazione locale: “Comperiamo la ex caserma Garibaldi. Avremo il teatro, avremo una nuova Piazza Repubblica. Il centro storico cambierà pelle; i soldi per l’acquisto e per rifare i maquillage ci sono…. Piazza Repubblica sarà rivoluzionata entro due anni!”. Così la Giunta il 16 novembre 2007. Affermazioni trionfalistiche con dietro il nulla – come spesso è accaduto a Varese – che oggi sono divenute un autentico boomerang nei confronti di chi le ha fatte. Sempre dalla stampa di allora apprendiamo che i soldi per l’acquisizione erano in gran parte frutto del “tesoretto” derivante dagli oneri di urbanizzazione versati dai privati che avevano avuto il permesso di costruire gli alberghi per i mondiali di ciclismo. In poche parole si sono costruiti due ecomostri, aggirando le normali prassi delle licenze edilizie, per investire in quello che si rivelerà un disastro completo: l’avere reso una delle piazze centrali di Varese un luogo tra i più degradati, insicuri e malfamati della città. Un luogo dove ora gli stessi responsabili della situazione venutasi a creare invocano misure draconiane con coprifuoco e presidi dell’esercito a difesa dei cittadini; Varese paragonata a Scampia o Beirut. Ma per favore!! Esagerazioni semplicistiche e fuori dalla realtà, buone per chi cerca voti elettorali sul mal di pancia e non sulla ragione.

Solo oggi si scopre che l’arredo fatto di gazebo, berceaux con falsi gelsomini, rose rampicanti, iris e nandine va tolto perché costituisce un paravento per i malintenzionati e quindi aumenta l’insicurezza della Piazza. Ma coloro che ora ne vogliono il rifacimento sono gli stessi che sempre nel 2007, il 15 marzo per la precisione, stanziarono 86.000 euro per l’abbellimento dell’area.

In quell’occasione pubblicamente mi beccai, perché ero voce fuori dal coro, del “provinciale” perché quel verde avrebbe, a detta dei progettisti, ricalcato addirittura le piazze di Montpellier!

È sempre utile riprendere, a memoria dei fatti, la stampa locale di allora: “Si tratta di un intervento che andrà a migliorare la VIVIBILITA’ della Piazza e a renderla più armoniosa ed accoglient” così l’allora Assessore al verde Gladiseo Zagatto in conferenza stampa con il Sindaco Fontana per la presentazione dell’abbellimento verde ideato dai tecnici dell’Ufficio Verde pubblico, che sono poi ancora gli stessi che ora ne richiedono la rimozione perché inadatto. Il progetto presentato era così enfatizzato: “…l’impianto di un pergolato in ferro zincato, nell’area centrale, con la posa del falso gelsomino sempreverde a copertura della struttura. Alla base del pergolato saranno posizionate fiori di Hemerocallis e di Iris, dalla prolungata fioritura estiva e facile manutenzione (?). Il pergolato sarà affiancato, nelle parti laterali, da due gazebo abbelliti da rose rampicanti rosse. Le piante attualmente presenti saranno spostate nel Parco di Villa Augusta” – dove sono andate incontro tra l’altro a morte indecorosa –. Costo dell’operazione, finalizzato ad aumentare la vivibilità e sicurezza della Piazza, 86.000 euro oltre ad IVA – non bazzecole, dunque –

Era già allora evidente come la creazione di quinte sempreverdi avrebbe creato un effetto nascondino occludendo alla vista non solo l’ampiezza della piazza – di per sé già resa orrenda -, ma anche offrendo rifugio a malintenzionati e malaffari. Si sarebbe raggiunto, come è stato, l’effetto opposto a quello voluto e dichiarato dai suoi progettisti e dalla Giunta.

Ora gli stessi che avevano deliberato nel 2007 (non sono cambiati, sono sempre fisicamente loro!), propongono, stanziando altre decine di migliaia di euro, proprio ai fini di risolvere il problema della sicurezza da loro creato e mai risolto, di togliere tutto e mettere un’improbabile distesa di praticelli orizzontali frammisti ad altrettanto improbabili e inadeguati campi da basket!

Ma chi paga? Sarebbe bene che i nostri amministratori, i nostri progettisti – che sono sempre gli stessi – si sentissero almeno in dovere di rimborsare di tasca loro i cittadini dei soldi che hanno incautamente investito… e si scusassero, una volta tanto, anziché pretendere consensi e pubblici applausi.

Chi “fà per dèsfa” è giusto che paghi: sarebbe il minimo!.

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