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Lettere

RISPARMIARE ENERGIA

- 20/05/2015

Tutti siamo a conoscenza della situazione generale in cui versano gli edifici pubblici (es. scuole) nel nostro paese e non fa certamente eccezione Varese con un patrimonio immobiliare pubblico locale perlopiù datato, costruito ancor prima dell’introduzione di una qualsiasi legislazione energetica.

Pare dunque banale la semplice considerazione di mettere mano al più presto a processi di efficientamento al fine di indirizzare l’amministrazione verso una gestione virtuosa, sostenibile ed eco friendly.

Va inoltre osservato che se in questi ultimi anni è cresciuta di molto la sensibilità del cittadini sulle tematiche ambientali e del risparmio energetico, viceversa a Varese si è trovata una amministrazione, che anche nelle proprie competenze, si è dimostrata timida e poco incentivante.

E’ dunque necessario che si avvii da subito e con decisione, da valere anche come esempio virtuoso per tutti i cittadini, un piano strategico di efficientamento e gestione dell’energia di tutte le proprietà comunali.

Pur consapevoli che di questi tempi diventa molto difficile cantierizzare interventi onerosi e probabilmente non sostenibili, situazione questa che porta ad escludere interventi radicali sulle strutture – le quali come accennato al pari di altri edifici costruiti nel pieno del boom economico, restano frutto dell’incoscienza energetica del tempo,  e sono assolutamente privi di qualsiasi considerazione di risparmio energetico (consumi nell’ordine dei 200- 300 kWh/m2 anno) in modo che andrebbero non ristrutturati, ma demoliti e ricostruiti in toto  – è possibile suggerire alcuni essenziali accorgimenti sugli interventi, operazione questa chiamata di “retrofitting”, e sulla conduzione degli edifici, in modo che anche con investimenti limitati si possa finalmente avviare nella direzione del contenimento dei consumi energetici la gestione del patrimonio pubblico comunale.

Per far questo è innanzitutto necessario provvedere ad un censimento energetico (diagnosi) cosi come invitato dal recente D.LGS N. 102/2014, che prevede per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici (e privati) un deciso incremento degli edifici ad energia quasi zero.

Va da se che dovrà essere in ogni caso privilegiato l’utilizzo delle risorse energetiche prodotte da energie rinnovabili (ma perché si è fatto molto poco, e certamente non a sufficienza, in questi anni in cui sono stati generosi gli incentivi messi a disposizione alla PA dal legislatore?)

A questa diagnosi energetica deve seguire un piano strategico in grado di definire gli obiettivi, le metodologie, le responsabilità e il budget.

In particolare è possibile fare immediatamente:

  • programmare un audit per raccogliere le indicazioni da tutte le parti interessate, tra cui il personale dipendente, insegnanti, studenti, manager, amministratori, facility manager, e semplici cittadini/utenti.
  • assicurarsi un azione veritiera e duratura di commissionig, cioè “un processo di gestione del progetto per ottenere, verificare e documentare che le prestazioni dell’edificio, degli impianti e degli equipaggiamenti soddisfi obbiettivi e criteri ben definiti”.
  • porre la massima attenzione alla raccolta e analisi dei dati, fissando opportuni benchmark che identificano i parametri di confronto per le azioni di retrofit.
  • coinvolgere i fornitori/partner esterni in programmi di consulenza e di database (consumi energetici)
  • verificare anno per anno i target energetici per documentare i progressi e rinnovare gli obiettivi e le strategie. Questi report assegnano anche le varie responsabilità e permettono di condividere i successi con tutti i soggetti coinvolti.

 

Questa fase istruttoria risulta già di per se molto opportuna, ma come fare poi a realizzare e finanziare gli interventi pianificati?

La nostra visone di gestione della cosa pubblica ci impone di parlare sempre e solo di progetti che abbiano una razionale giustificazione di fattibilità, in tempi certi. L’auspicio è quello di mettere a disposizione del futuro sindaco un’unità tecnica/politica subito operativa, in modo di dare immediatamente seguito alle scelte politiche dell’amministrazione.

Cosi in attesa di veder arrivare a destinazione i diversi fondi messi a disposizione dall’autorità centrale (pe. decreto scuole), alle amministrazioni pubbliche locali per non rischiare l’immobilismo, e con bilanci via via sempre più risicati, non rimane che cercare di finanziare gli interventi di miglioramento energetico attraverso accordi con società specializzate, le cosiddette ESCO (Energy Service Company), aziende che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell’iniziativa e liberando la PA da ogni onere organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO ed la PA con diverse tipologie di accordo commerciale.

Il vantaggio di una ESCO è che permette alle PA di procedere in modo rapido alle necessarie operazione di retrofit energetico, senza dover aspettare specifici decreti attuativi e/o gare di appalto, procedure queste che oltre alle complicanze presentano sempre tempi di attuazione non brevi.

In ultima istanza sarebbe auspicabile, sulla falsariga del modello americano, che anche alcune importanti aziende del settore energetico, trovino interesse nell’impegnarsi direttamente in operazioni di finanziamento e di assistenza verso le nostre istituzioni locali.

Luca Ferrari, Davide Galimberti, Partito Democratico Varese – Gruppo “Varese più bella”

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