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Cultura

NUTRIMENTO, VITA, ARTE

PAOLA VIOTTO - 22/05/2015

 

Cosa nutre la vita? Una mostra fatta di testi e tante immagini, allestita nella chiesa della Madonnina in Prato, affronta questa domanda radicale seguendo la traccia data dall’Arcivescovo nella sua lettera in occasione di Expo. Perché il cibo è bisogno fondamentale di ogni essere umano, e allo stesso tempo segno di altri bisogni: di giustizia, di significato, di salvezza della propria vita.

Per questo il mangiare e il bere sono così presenti nel Vangelo: dalle Nozze di Cana alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, passando per tutti gli episodi in cui Gesù si trova a tavola con gli Apostoli e con gli amici, per culminare con l’Ultima Cena. Tutti episodi e temi che sin dai primi secoli confluiscono nell’arte cristiana.

La mostra varesina, promossa dal Centro culturale Massimiliano Kolbe, dal Liceo Sacro Monte e dal Centro Culturale Tommaso Moro di Gallarate è andata a cercarli nell’arte del territorio. Con un lavoro durato un anno, che ha coinvolto in prima persona gli studenti del Liceo, sono stati esplorati gli affreschi delle chiese medievali tra Varesotto e Canton Ticino. Sono opere semplici e popolari, spesso anonime, o frutto del lavoro di pittori che rispondevano alle richieste di una committenza locale che desiderava immagini devozionali, davanti a cui pregare, o narrative, che raccontassero in modo esplicito i fatti evangelici. E allo stesso tempo sono sorprendentemente ricche di significati simbolici.

La mostra, a cui ho contribuito insieme a Francesca Urizzi, Sara Poretti e Laura Bonicalzi, si divide in tre sezioni. La prima è dedicata alla Madonna del latte, cioè alla raffigurazione di Maria che allatta il piccolo Gesù. Questa scena umanissima, cosi vicina alla vita di tante mamme e bambini, è stata rappresentata si dai tempi delle catacombe, ma è stata diffusa in occidente soprattutto dai Francescani. È un omaggio all’umanità di Cristo, che come ogni altro bimbo si nutre del latte della madre, e un modo per ricordare la realtà dell’Incarnazione. Nelle immagini della Madonna del latte è però anche insita l’idea che Maria, in quanto madre di Dio, è anche madre di tutti, e a lei ci si può rivolgere nelle necessità e nei pericoli.

Molte immagini delle Madonne del latte sono infatti ritenute miracolose e custodite sugli altari dei santuari, come per la Madonna della Riva di Angera, la Madonna in Campagna di Gallarate, la Madonna della Ghianda di Mezzana, via via fino a santuari minori e locali come quelli di Ardena o di Curiglia. Ciò che colpisce è la grande quantità di queste immagini, una sessantina nella sola provincia di Varese. È proprio alla loro schedatura che hanno lavorato gli studenti, guidati dalla loro insegnante di storia dell’arte Raffaella Bardelli e con l’apporto preziosissimo di Lucina Caramella, appassionata studiosa dell’argomento.

La seconda sezione è dedicata agli affreschi dell’Ultima Cena, i cui esempi superstiti si trovano soprattutto in territorio ticinese. Alcuni di questi affreschi fanno parte di cicli più ampi, dedicati alla Vita di Cristo o alla Passione, come a Bellinzona, ma alcuni sono immagini singole. Seguendo spesso le particolarità della liturgia ambrosiana, i pittori hanno focalizzato la loro attenzione sul tradimento di Giuda, ma soprattutto sull’istituzione dell’Eucarestia. Tutte inoltre danno grande importanza alla rappresentazione di cibi sulla tavola, mostrando accanto al pane e al vino, altre vivande simboliche, come i gamberi che alludono al tradimento.

I gamberi di fiume erano però anche un cibo locale, e la loro presenza sulla tavola mostra l’attenzione che questi pittori dedicano alla realtà concreta dei luoghi in cui dipingevano le loro opere. Questa caratteristica si ritrova anche nei lavori dei Mesi, cui è dedicata la terza sezione della mostra. Durante il medioevo la rappresentazione dei lavori che si compiono lungo l’arco dell’anno agricolo e attraverso i quali l’uomo si procura il cibo, sono un modo per inserire il tempo e l’azione umana nel Tempo e nell’Azione divina. L’ultimo pannello della mostra si chiude sul tema del compito affidato all’uomo, con il richiamo al libro della Genesi, in cui Dio lo pone nel giardino dell’Eden, per coltivarlo e custodirlo.

La mostra è aperta tutti i giorni dal 24 maggio al 7 giugno, oltre che mercoledì e venerdì sera. È possibile prenotare visite guidate per gruppi telefonando al 347 0886928

Sabato e domenica sono previste anche visite guidate al battistero di Varese e a Santo Stefano di Bizzozero, dove sono conservate le più belle Madonne del latte di Varese. Domenica 7 pomeriggio visita guidata a Santa Maria della Neve di Cislago

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