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Cultura

UN PROVERBIO SBUGIARDATO

FERNANDO COVA - 21/01/2012

“L’Epifania tücc i fest i ména via” sarà vero per tutte le zone, ma non per Varese dove le feste continuano. Infatti dopo una decina di giorni da questa data si celebra la più popolare festa bosina, quella di sant’Antonio appena trascorsa. Nell’ultimo giovedì sempre di gennaio in altre zone si festeggia la Gioeubia, e si accendendo altri falò. A Varese, avendo già effettuato il rito di purificazione col falò di sant’Antonio, si celebra la “puscéna di donn”, una riunione conviviale riservata alle donne, omaggiate dagli uomini quale ringraziamento per tutto quello che svolgevano in famiglia soprattutto durante la mancanza della figura maschile emigrata per lavoro.

Il menù della puscéna ( dal latino post cœnam) era composto da un’insalata di verze, condita con olio di ravizzone, con l’aggiunta di aringhe conservate sotto sale (saracch) e spesso anche un cotechino; per dolce erano previste delle frittelle chiamate “marenditt”. Il tutto veniva innaffiato da un buon “grimello”, vinello nostrano di bassa gradazione. Quale ricordo di questa usanza rimane l’offerta che i bosini fanno alle loro donne di un dolce a forma di cuore. Al penultimo giovedì di gennaio si celebrava anche la “puscéna di omm”, ormai caduta in disuso.

Il 2 di febbraio si celebra la solenne benedizione delle candele, unita alla processione, questo rito viene popolarmente chiamato “Ra Candelòra”; quella che si festeggia alla Schirannetta di Casbeno è la più antica festa della Candelora di tutto il Varesotto. Ci viene teneramente ricordata dalla bella poesia di Speri Della Chiesa: “Ta sa regordat, ra mè Luzzietta / ra pruma volta ca s’hemm parlaa/ l’eva ra festa dra Schiranetta/ s’hemm trovaa insemma là in sul segraa…”.

Il ciclo delle feste bosine si conclude con il rito di san Biagio. Per celebrarlo, a Natale, si deve aver accantonato una fetta di panettone perché “Panetton de Natal/Al ven mai poss/A mangiall a San Bias / Al benediss el goss”, riservandone una parte per questo giorno e nel mangiarlo si deve recitare la formula “San Biàas protegemm la góla e ‘l nas”. E poco dopo arriveranno il carnevale e la festa di san Giuseppe…

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