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Ambiente

IL FONDO DI KYOTO

ARTURO BORTOLUZZI - 10/07/2015

kyotoSu questo giornale in passato ho trattato del tema della necessaria manutenzione delle scuole di Varese anche e soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo.

Questa richiesta nasceva dall’aver letto sul Sole 24 ore che dei 64.797 edifici scolastici censiti nel 2012 dal Rapporto Ance-Cresme sul territorio italiano, 6415 risultavano essere stati realizzati prima del 1919, 6026 fra il 1919 e il 1945, 28.127 tra il 1945 e il 1971. Il 62% del patrimonio aveva

quindi più di quarant’anni e, spesso, era stato sottoposto male e poco a manutenzione straordinaria.

Ma è l’esposizione al rischio a rendere la situazione seria: il 37% degli edifici scolastici si ritrova in aree ad alto rischio sismico e il 9,6% a elevato rischio idrogeologico. Delle 24.073 scuole localizzate in aree ad alto rischio sismico, 4894 si trovano in Sicilia, 4872 si trovano in Campania, 3199 in Calabria.

Non era facile trovare i soldi per risanare gli edifici che ne avessero bisogno. A questo proposito avevo registrato con soddisfazione la risoluzione votata all’unanimità dalla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, la quale chiedeva che fosse rinnovato il patto coi cittadini perché potessero scaricare dalle tasse il 55% delle spese fatte per migliorare l’efficienza energetica.

Sempre sul Sole 24 ore ho letto ora del Decreto Ministeriale Ambiente del 14 aprile 2015 numero 66 di attuazione dell’articolo nove delle Decreto legge 91 del 2014, che ha disciplinato il fondo rotativo Kyoto, che consente agli enti locali di richiedere entro il 25 settembre prossimo venturo mutui a tasso agevolato per migliorare l’efficienza energetica nelle scuole. È stato aperto lo sportello per presentare le domande di accesso ai finanziamenti previsti.

Le pubbliche amministrazioni proprietarie di asili nido, scuole, università, istituti Afam e i soggetti che hanno a titolo gratuito o oneroso l’uso di edifici destinati all’istruzione scolastica potranno contrarre mutui a tasso agevolato pari allo 0,25%, avvalendosi di Cassa depositi e prestiti, per finanziare interventi di miglioramento di almeno due classi di efficienza energetica negli edifici. L’importo massimo finanziabile per singolo edificio non può superare i 2 milioni di euro, mentre la durata massima dello stanziamento non può essere superiore ai 20 anni.

Il Decreto Ministeriale Ambiente 14 aprile 2015 numero 66 ha individuato i criteri di concessione, erogazione e rimborso del finanziamento complessivo di 350 milioni di euro previsto dal “decreto competitività” (Dl 91/2014) e concesso a valere sulle risorse del fondo rotativo per l’attuazione del Protocollo alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l’11 dicembre 1997.
I beneficiari, come stabilito dall’articolo 3 del Dm n. 66/2015, sono: i proprietari di immobili pubblici alle cui proposte sono riservati 250 milioni e i fondi immobiliari di investimento chiusi costituiti da Comuni e Province per l’edilizia scolastica per i restanti 100 milioni.
Gli edifici oggetto di intervento possono essere solo quelli già esistenti alla data di entrata in vigore del Dm 14 aprile 2015: sono di conseguenza esclusi gli immobili in fase di costruzione per i quali non vi è stato, alla data di entrata in vigore del decreto, il collaudo dei lavori ai sensi del Codice degli appalti.

I finanziamenti, che per gli enti locali sono concessi in deroga all’articolo 204 del decreto legislativo numero 267 del 2000, sono cumulabili con altre forme di incentivazione previste dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale ma in ogni caso non possono superare cumulativamente il 50% del valore del progetto.

Ciò scritto, ho inviato una lettera al sindaco del Comune di Varese al fine di sapere se il Comune avesse deciso di chiedere di accedere a questo mutuo e, in maniera specifica, per quali edifici scolastici.

Ho chiesto anche di sapere quali esattamente siano gli edifici scolastici e gli asili che il Comune abbia sotto cura e quanti di questi siano rispettosi della normativa di risparmio energetico. Ho chiesto anche quali e quanti siano i tecnici chiamati a verificare le emissioni di questi edifici e con quale cadenza queste verifiche vengono attuate. Ho domandato infine quali lezioni, per iniziativa comunale, siano state impartite agli studenti nella materia di risparmio energetico.

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