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Opinioni

LA SVOLTA DI CUI VARESE HA BISOGNO

ROCCO CORDI' - 17/07/2015

palazzoestenseVarese e i varesini hanno il diritto di sapere chi li guiderà nei prossimi anni, ma soprattutto hanno bisogno di conoscere le linee politiche e programmatiche di chi si candida a governare la città. Eppure, a poco meno di un anno dalle elezioni, il dibattito più acceso si sviluppa sul toto-sindaco e sugli schieramenti possibili, quasi che la questione dei “contenuti” fosse un aspetto secondario o residuale. Procedere ancora su questa strada sarebbe però un errore imperdonabile che contribuirebbe soltanto ad accrescere il già preoccupante distacco tra cittadini/partiti/istituzioni.

Consapevoli di questo rischio e convinti anche della necessità di produrre una svolta profonda nel governo della città noi di Sinistra Ecologia Libertà abbiamo rivolto da mesi un appello all’area politica e sociale del centrosinistra sollecitando l’avvio di un confronto su basi nuove capace cioè di anteporre i contenuti programmatici alle logiche interne di partito o di schieramento. Questo è per noi l’unico modo utile per attivare in tempo, concretamente e proficuamente, tutte le energie e le forze disponibili facendole concorrere, su basi paritarie, al cambiamento di cui la città ha bisogno.

A Varese infatti non basta un semplice ricambio di personale politico, né qualche lifting di carattere programmatico.

Ciò di cui c’è bisogno è un progetto di medio-lungo periodo che, partendo dai profondi mutamenti subiti dalla sua struttura economica e sociale cittadina, sappia indicare soluzioni convincenti e adeguate alle nuove domande ed ai bisogni sociali che si manifestano in forme sempre più urgenti e acute. Un progetto simile non può perciò essere definito riproponendo vecchie tattiche politiciste o manovre elettoralistiche.

Solo attraverso un confronto aperto, partecipato, trasparente, sarà possibile definire indirizzi e scelte la cui portata non è quella dell’ordinaria amministrazione. Se, ad esempio, vogliamo affrontare seriamente la questione delle risorse finanziarie o del governo del territorio risulterà subito evidente che le politiche fin qui attuate vanno drasticamente rovesciate. Questo perché gli effetti prodotti dalla perdurante crisi economica così come la diversa composizione sociale della città (invecchiamento della popolazione, emigrazione e immigrazione, nuove povertà, degrado ambientale) impongono una vera e propria riscrittura dell’ordine delle priorità e della allocazione delle risorse (assistenza alla persona e alle famiglie, asili, alloggi sociali, attività volte a rafforzare la coesione sociale e la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, attività culturali, educazione ambientale e tutela del bene comune).

Senza dimenticare ovviamente che avendo ormai una pressione fiscale locale a livelli intollerabili e invalicabili tutta la politica della spesa e dei costi non può essere pensata “in aumento”, ma redistribuita e finalizzata adeguatamente anche mettendo mano alla riorganizzazione dei servizi e della stessa “macchina” comunale. Non in astratto o proseguendo la logica dei tagli, ma adeguando le strutture alle nuove esigenze, puntando sulla loro efficienza e sulla piena corresponsabilizzazione dei dipendenti e delle loro strutture rappresentative. In altre parole bisogna rivedere in profondità il ruolo del Comune e della struttura organizzativa e dei servizi con una idea di città accogliente e solidale finora negata.

Così pure inoltre bisognerà proporsi di riscrivere un PGT frutto di uno scontro feroce e sotterraneo protrattosi per anni all’interno del centrodestra tra “immobiliaristi” e “immobilisti”. Uno strumento essenziale di governo del territorio nato già vecchio e completamente sganciato dalle dinamiche della crisi e delle trasformazioni in atto.

Chi ha governato finora la città ha continuato a navigare a vista ignorando, volutamente o per incapacità poco importa, ciò che stava accadendo sotto i propri occhi. Salvo poi, di fronte ai problemi irrisolti, “giustificarsi” agitando la bandiera delle responsabilità romane. Troppo comodo pensare di cavarsela così per chi oltre ad aver governato Varese ininterrottamente per oltre un ventennio ha ricoperto lo stesso ruolo a livello provinciale, regionale e nazionale. Inutile nasconderselo la prova più significativa dei loro limiti politici e programmatici si è manifestata nel governo locale, proprio laddove cioè la loro presunta vocazione primaria – il “territorio” – avrebbe dovuto materializzarsi. Con l’aggravante che il bilancio dei risultati oltre che risultare particolarmente scarso e, per molti versi, fallimentare, è segnato da sprechi abnormi di danaro pubblico. Per brevità penso sia sufficiente citare soltanto tre vicende emblematiche del ventennio a trazione leghista: il trambus, la funicolare, l’ex caserma Garibaldi.

Ho richiamato fin qui alcuni punti essenziali sui quali verificare le possibili convergenze tra le forze disponibili a realizzare una svolta profonda nel governo della città, in netta discontinuità con metodi e pratiche del passato. In questa proposta non c’è spazio ovviamente per coloro che quei metodi e quelle pratiche hanno condiviso. Diverso invece il ruolo che possono svolgere gruppi e movimenti civici che, pur con motivazioni e toni diversi, denunciano da tempo lo stato di degrado e i problemi crescenti della città e sono anche impegnati a formulare proposte e soluzioni. Certo non esprimono un progetto organico e non sono privi di contraddizioni (limiti peraltro che abbondano anche tra i partiti cittadini e gli stessi gruppi di opposizione), ma si tratta pur sempre di soggetti meritevoli di attenzione che esprimono istanze e stimoli positivi. Un lista civica che raccolga queste spinte convogliandole in un progetto di coalizione è assolutamente auspicabile.

Tocca alle forze di centrosinistra superare le incertezze e le ambiguità degli ultimi mesi e, senza perdere altro tempo, mettere in campo una proposta complessiva capace di suscitare partecipazione ed entusiasmo anche tra chi finora è rimasto a guardare.

Rocco Cordì, consigliere comunale Sinistra Ecologia Libertà

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