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Politica

SINDACO/1 IL TEMPO DELLA CONCRETEZZA

GIUSEPPE ADAMOLI - 16/10/2015

saloneSembra che la coalizione di centrosinistra a Varese sia stata definita. Molti pensavano, solo qualche ora prima che scrivessi questo pezzo, che si concretizzasse un’alleanza  formata dal Pd, dal gruppo civico Varese 2.0 e da Sel con il candidato sindaco, scelto dalle primarie fissate per il 13 dicembre, che avrebbe poi avuto la possibilità di allargare il campo rispettando lo spirito della coalizione.

Ma pare proprio che Sel non ci sarà. Non è una grande sorpresa per me. Come i lettori di RMFonline sanno bene, avevo sempre parlato di alleanza fra Pd e movimenti civici. Questo non soltanto perché, almeno in Lombardia, il centrosinistra vince in questo modo. Soprattutto per portare nell’amministrazione reale della città energie, intelligenze, provocazioni, idee che hanno scosso e animato la città negli ultimi anni.

Queste difficoltà con il partito di Nichi Vendola erano preventivabili.  Sel è una piccola formazione che si sente molto coinvolta nella strategia nazionale che oggi è di contrapposizione al Pd. Se questo partito deciderà a Milano di correre con la coalizione di sinistra-sinistra che potrebbe far perno su Pippo Civati candidato sindaco, la strada a Varese si confermerà assai accidentata o impossibile.

Varese 2.0 è il gruppo civico che ha fatto molti passi verso la coalizione di centrosinistra. Non mancano i problemi, naturalmente, ma questo è uno dei lati impegnativi e belli di questa importante novità che caratterizzerà la difficile corsa verso Palazzo Estense. Pensare che Varese 2.0, il contrario di una lista civetta, si comporti come un partito significa non capire la sua originalità e la sua forza innovatrice e, probabilmente, elettorale.

La complessità di Varese 2.0 deriva dal fatto che i suoi appartenenti hanno esperienze e provenienze culturali diverse e dal fatto che non dispongono di una organizzazione gerarchizzata com’è tipico di questi  movimenti. Spesso  adottano un metodo assembleare che ha i suoi vantaggi ma che comporta decisioni lunghe e faticose. Quando amministreranno la città (il che richiede mediazioni e compromessi) non potranno certamente aspettarsi né i tempi lunghi per decidere né il consenso di tutto il movimento.

Il Pd, dal canto suo, deve accettare questa sfida con un comportamento davvero all’altezza . E’ più forte elettoralmente ma se non mette questa forza al servizio della coalizione rischia di fallire. Oltre alla discontinuità amministrativa (non difficile essendo il Pd all’opposizione da un quarto di secolo) dovrà cambiare certe abitudini partitocratiche e autoreferenziali. E’ necessario che presenti rapidamente tutti i suoi candidati. Anche i personaggi più in vista debbono decidere la loro disponibilità con un si/si, oppure un no/no. Da parecchio tempo ormai non c’è più spazio per acclamare qualcuno candidato sindaco o per rinnegare le primarie già programmate a cui manca solo l’ufficialità della coalizione. E’ chiaro che le primarie prima si tengono e meglio è.

Sottolineo un’idea che mi sta a cuore. Varese dovrebbe essere punto di riferimento per l’ampia zona circostante e avere rapporti costruttivi, già in questa fase, con il centrosinistra di Gallarate e Busto su come affrontare i grandi progetti  sull’asse Varese-Milano. Bisogna contrastare fermamente la logica del “padroni a casa nostra” che non ha portato fortuna al nostro territorio.

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