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Noterelle

ETERNE DEMOCRISTIANATE

EMILIO CORBETTA - 30/10/2015

dc“Ma questa è una democristianata …” è una frase che ancor oggi fa parte del linguaggio comune. Usualmente la si riferisce a qualche atto politico finemente strategico, meditato e messo in atto da qualche personaggio o da un gruppo di persone a svantaggio, o solo a dispetto, di avversari (magari solo considerati tali) o semplicemente a profitto proprio.

Non è una vera scorrettezza, ma non è nemmeno un favore, tanto meno un atto di gentilezza. Avviene usualmente nell’ambito della politica ma oggi anche in molti altri distretti della vita quotidiana. È comunque un atto lontano dall’amore verso il prossimo, anche se chi lo compie si dichiara paladino di questo sentimento e afferma di agire per gli altri, di difenderli, di proteggerli, mentre invece crea vantaggi prevalentemente per sé.

Come tutti sappiamo, nel passato il partito a cui si riferisce la frase ha governato a lungo la vita politica della nostra nazione (acquisendo meriti importanti e offrendo il sacrificio d’alcuni suoi esponenti di primo piano), in compagnia o in concorrenza o addirittura in aperto conflitto con altre forze politiche. Ovviamente la suddetta frase fu coniata dagli avversari per mettere in cattiva luce agli occhi dell’opinione pubblica chi gestiva il potere, ma poi si sono trovati a comportarsi allo stesso modo anche loro e ciò fa sorridere con ironia sulla fragilità umana.

Nei vocabolari è un termine che non si trova. Non può essere equiparato a “ma questa è una furbata…” e nemmeno a “ma questa è una imbrogliata …”. In questi casi infatti ci si trova di fronte già a qualcosa di decisamente illecito, che magari arriva ad infrangere i codici, mentre la “democristianata” no! Sfiora l’illecito, apparendo invece formalmente quasi un atto d’onestà.
Entrato nella politica favorito da molti fattori anche tecnologici, esso appare, come appena detto, eticamente coerente, ma è invece lontano dal comportamento morale.

Mi si può dire che politica e morale non vanno molto d’accordo: lo sappiamo tutti, ma che grande rivoluzione sarebbe se nel costume politico entrasse trionfante la morale. Quanto migliore sarebbe la qualità della nostra vita sociale, ma già anche solo della vita quotidiana!

Nella storia della politica italiana abbiamo avuto maestri famosi in questa “arte”. Omettiamo nomi, per non creare polemica o per non creare gloria a qualcuno. Va sottolineato però che per realizzare bene le democristianate si deve essere molto intelligenti ed avere una certa cultura; quindi il quadro degli artisti si restringe molto. La democristianata non deve apparire, non è eclatante, è paragonabile all’umile violetta, non al girasole. Oserei dire che può essere pensata un pochino subdola, ma non proprio. A qualcuno potrebbe venir voglia di usare un termine molto scurrile per definirla, ma non è così. È qualcosa di molto, molto più signorile. Ovviamente non è roba da gentiluomini ma nemmeno da pugno in faccia. Non viene realizzata solo in Italia. I suoi cultori sono molto diffusi, si degradano a livello della furbizia, confusa da molti con l’intelligenza.

Richiede una certa fatica mentale e molti politici attuali penso non siano in grado di realizzarla. Loro trovano più comodo ed efficace esprimersi urlando, usando frasi, diciamo così pittoresche se non volgari o addirittura oscene (come successo recentemente in un comizio a Varese). Suscitano emozioni, reazioni ma non ragionamenti. Si fa la giornata del “vaffà .., il movimento del “vaffà …” Si urla “Roma ladrona” e non il termine “i forchettoni” riferendosi a voraci arraffatori di beni pubblici. È un problema di stile? Forse, ma comunque è sempre un qualche cosa che lascia molto, molto perplesso il cittadino quando scopre o subisce le democristianate. Gli vien voglia di voltar le spalle alla politica, ma ciò sarebbe un grave danno per la comunità, per cui più che giustificato il dispregio verso il termine in discussione, ma anche verso coloro che amano mettere in atto questi sotterfugi.

 

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