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Attualità

L’ALLARME È PER I POVERI

SERGIO REDAELLI - 27/11/2015

La Porta Santa del santuario di S. Maria del Monte

La Porta Santa del santuario di S. Maria del Monte

Scatta lo stato di allerta! Varato il piano antiterrorismo! Bisogna resistere alla paura! Ai proclami allarmistici che rischiano di fare il gioco dei violenti, il santuario di Santa Maria del Monte risponde con calma e sangue freddo: “Come da programma applicheremo il nostro calendario giubilare – annuncia l’arciprete don Erminio Villa – Quattro giorni dopo l’apertura dell’Anno Santo in San Pietro, sabato 12 dicembre il vicario episcopale monsignor Franco Agnesi spingerà la Porta Santa della Madonna del Monte alle 16,45 in punto. È la porta “sforzesca” a sinistra dell’ingresso nella piazzetta Paolo VI e di norma resta chiusa. Entreremo in chiesa cantando in processione e celebreremo la messa. Sarà un rito molto semplice”.

Senza dar peso alle polemiche giornalistiche, l’Anno Santo della Misericordia si avvia a diffondere il suo messaggio di pace anche a Varese. La Santa Sede ha chiarito che per ottenere i benefici spirituali non occorre andare a Roma. La Bolla d’indizione stabilisce che l’Anno Santo si celebrerà nelle cattedrali e nei santuari che sono mete abituali dei pellegrini.

Santa Maria del Monte è la chiesa giubilare della zona pastorale II a cui fanno capo anche undici chiese penitenziali: San Vittore a Varese, il santuario della Riva ad Angera, le parrocchiali di Gallarate, Azzate, Bisuschio, Carnago, Tradate e Appiano Gentile, le chiese di S. Anna a Besozzo, S. Giuseppe a Luino e S. Rocco a Somma Lombardo. Il rito di aprire la Porta Santa esprime simbolicamente il concetto che viene offerto ai fedeli un “percorso straordinario” verso la salvezza. Sarà un Giubileo francescano, sobrio e spirituale. Il primo fu inaugurato da Bonifacio VIII nel 1300, l’anno in cui Dante collocò idealmente il viaggio ultraterreno della Divina Commedia.

Bonifacio stabilì che si tenesse ogni cento anni, in seguito si passò a cinquanta, trentatré e all’attuale ricorrenza ogni venticinque anni (giubilei straordinari a parte, come questo). Papa Francesco ne ha voluto fare un richiamo alla misericordia, al perdono generale, al pellegrinaggio e al cinquantenario del Concilio Vaticano II, le cui quattro sessioni si tennero dal 1962 al 1965. La tradizione cristiana elenca tra le opere di misericordia dare da mangiare agli affamati e dar da bere agli assetati richiamando alla giustizia un mondo in cui le risorse sono distribuite in modo iniquo. Opera di misericordia, oltre che questione di coscienza e segno dei tempi, è ospitare i forestieri, un tema di estrema attualità.

“La prima idea per aiutare i fedeli a riflettere sulla comunità fraterna e solidale è intitolata i “dodici sabati della misericordia” – annuncia don Erminio – Vogliamo far conoscere a un vasto pubblico ciò che si fa in città e in decanato nel campo della carità attraverso la testimonianza di dodici sacerdoti, a vario titolo impegnati in diverse strutture. L’appuntamento è ogni secondo sabato del mese (dal 12 dicembre 2015 al 12 novembre 2016) alle ore sette alla prima cappella per la recita del rosario e alle otto in santuario per la messa con l’omelia a tema. Radio Mater assicura la trasmissione radiofonica sulle frequenze 87.700 e 95.250 per Varese e provincia”.

“Riflettere sul significato di dare da mangiare agli affamati e dar da bere agli assetati è l’occasione per presentare la mensa dei poveri e non solo. L’aiuto ai poveri del mondo, cioè agli “ignudi”, è espresso anche dall’impegno dei gruppi missionari; l’accoglienza agli immigrati è il nostro modo di “ospitare i forestieri”; i cappellani degli ospedali e del carcere suggeriranno come star vicini ai malati, ai carcerati e alle loro famiglie; come vivere la preghiera per i sofferenti e il culto dei morti. Per le opere di misericordia spirituale interverranno rappresentanti degli operatori scolastici nel campo dell’educazione-istruzione, gli esperti del consultorio familiare; sacerdoti e religiosi dediti al ministero della confessione, promotori di comunione nelle parrocchie e comunità pastorali”.

“Ce lo chiede espressamente papa Francesco – conclude l’arciprete – Il pontefice desidera un Giubileo fatto di passi condivisi e di gesti concreti “per risvegliare la nostra coscienza assopita davanti al dramma della povertà ed entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina, riscopriamo l’invito ad essere misericordiosi come il Padre”.

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