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Ambiente

L’ORA DEL TRAMONTO

FRANCESCO BORRI - 04/12/2015

tramontoLa fascinosa foto scattata da Carlo Meazza, che qui vedete, ci racconta uno dei meravigliosi tramonti di quest’incredibile autunno varesino. Non serve il chiacchiericcio di commento: basta l’immagine a suggerirne di personali, ciascuno il suo.

Però qualcosa può forse valere la pena d’aggiungere. Il tramonto è emozione, poesia, spiritualità. Soprattutto è specchio: vi leggiamo ciò che ci pare, che avvertiamo in un certo istante, che muove le corde dell’anima (se l’anima possiede delle corde). A proposito di anima: il tramonto ci ricorda che ne disponiamo, anche se a volte non sembra, dato il sorgere, il persistere, il protrarsi d’una materialità quotidiana non avvezza a declinare sul far della sera.

Ben vengano, i tramonti a tinte forti che scoprono la debolezza della sensibilità per simili spettacoli. Ben restino, nella memoria individuale e collettiva. Ben insistano, nel loro ripetersi. Confermano la possibilità di mischiare grande bellezza (dell’ambiente) con piccola felicità (della persona). Per chiudere, assegniamo il pensiero conclusivo a Jorge Luis Borges:

“È sempre emozionante il tramonto,
indigente o sgargiante che sia,
ma ancora più emoziona
quel bagliore finale e disperato
che arrugginisce la pianura
quando l’estremo sole s’inabissa.
Fa male sostenere quella luce tesa e diversa,
quell’illusione che impone allo spazio
l’unanime timore della tenebra
e che a un tratto svanisce
quando ne percepiamo la fallacia,
come svaniscono i sogni
quando scopriamo di sognare”.

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