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Attualità

SCELTE DOPO IL DIPLOMA

CARLA TOCCHETTI - 03/02/2012

Ineluttabile, come il fischio dell’arbitro che sancisce la fine del gioco, per tutti i ragazzi arriva il momento (forse uno dei più critici nella vita) di compiere una scelta con la S maiuscola: che cosa voglio fare da grande? L’interrogativo spaventa: lo scenario è complicato e difficile da interpretare; i ragazzi per lo più traccheggiano in attesa di tempi migliori. E diventa sempre più ampia la categoria dei ventenni che non studiano né lavorano: gli esperti li definiscono NEET, acronimo per “Not in Education, Employment or Training”. Le statistiche dicono che in Italia sono oltre due milioni. E il trend è in crescita.

A tutti i giovani, anche a quelli disorientati che vedono indefinitamente lontana la propria realizzazione, vuole ridare motivazione il Premio per la fisica intitolato alla memoria di Valerio Filippini, istituito da una lunga cordata di enti capitanati dall’assessorato all’innovazione della Provincia di Varese e dall’Ufficio Scolastico Provinciale. Valerio Filippini, nato in un paese dell’area di Malpensa, divenne fisico ricercatore in virtù di una felice combinazione di eventi: grazie al rapporto di fiducia creatosi con una insegnante, al quinto anno di liceo scientifico fu incoraggiato a iscriversi all’università a Pavia, facoltà di fisica. Fu uno studente modello e l’università gli spalancò le porte della ricerca, indirizzandolo verso collaborazioni di peso internazionale, un ambito che fece germogliare nel giovane talento una grande competenza e ancor più grandiose intuizioni scientifiche. Purtroppo un male incurabile stroncò prima dei cinquant’anni Valerio, mettendo fine alla sua vita e a una luminosa carriera di scienziato nel campo dell’antimateria.

Il segreto dei suoi successi di studioso, che ora ci si augura di vedere ripetersi per i settantasette candidati al Premio 2011-2012, si deve ascrivere a doti naturali, testimoniate da una ottima media scolastica e da una propensione agli studi universitari, ma anche alla voglia di approfondire ogni particolare, al non fermarsi alla superficie delle cose, alla curiosità per il nuovo e per il futuro. Altro fattore chiave: una sincera disponibilità al rapporto con gli altri, foriera di provvide relazioni con coetanei, colleghi e in seguito con docenti di tutto il mondo.

Ai giovani ispirati dal Premio Filippini, che avranno il coraggio e la perseveranza di scegliere la strada della fisica, viene incontro una fortunata congiuntura: l’offerta di borse di studio per accedere a due fra le maggiori istituzioni di studio sul territorio (l’Istituto Nazionale di Fisica di Pavia e il CCR di Ispra), e di stage nelle aziende locali a maggiore tasso di innovazione (associate API Varese o UNIVA). Per gli imprenditori che investono in tecnologia è un modo per non farsi sfuggire i più meritevoli: per vincere la sfida della competitività, è necessario sfruttare la creatività e l’energia che nei giovanissimi cervelli abbonda. Per i giovani è l’opportunità di un precoce e fattivo inserimento nel mondo della ricerca e del lavoro, di respiro anche internazionale, e accumulare esperienza e visibilità.

Negli scorsi anni il Premio Filippini ha indirizzato i vincitori (poco più che diciottenni) in aziende varesotte del distretto Energy, una nicchia in costante crescita. Attraverso il progetto Energy Chit con API Varese è stato possibile accedere a una ulteriore rete di eccellenze, costituite tra l’altro da Supsi (CH), Politecnico di Milano, Camera di Commercio di Como, Centrocot, aventi come partner settantacinque aziende nel comprensorio italo-svizzero. Reti collegate a reti, che dischiudono sempre più ampie opportunità.

Per la scelta formativa o professionale di un neodiplomato, che non abbia le idee chiare come Valerio, la ricetta giusta non esiste, soprattutto non è una ricetta che può essere creata da altri. Questi ragazzi devono imparare ad ascoltare se stessi, avere fiducia nelle proprie capacità, comprendere i propri punti di forza e i propri limiti. E restare con i piedi per terra, capire in che scenario ci troviamo: ci si può informare seguendo fiere e convegni di orientamento al lavoro, ma anche riviste, libri e siti web specializzati. In un mondo che punta alla collaboratività a trecentosessanta gradi, i ragazzi devono imparare a usare i contatti (famiglia, amici, parenti) per incontrare, osservare, stabilire un dialogo con chi è riuscito ad inserirsi in un ambito che può interessare. Non ultimo, si può usare un po’ del tempo dedicato alla riflessione sul proprio futuro, per fare una esperienza nel mondo del volontariato. È un modo per mettersi alla prova e conoscere più oggettivamente le proprie caratteristiche, abilità e capacità personali: ogni organizzazione, grande o piccola che sia, rappresenta un mondo di regole e valori e relazioni molto simile a quello aziendale.

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