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Politica

IL TEMPO È ARRIVATO

GIUSEPPE ADAMOLI - 02/06/2016

????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????Cambierà il vessillo leghista su Palazzo Estense dopo quasi un quarto di secolo? Non credo ai sondaggi e non faccio previsioni ma solo qualche ragionamento per cercare di capire dove stiamo andando e su che cosa si basa la forte aspettativa del cambiamento.

Quando sento paragonare l’importanza di Varese a quella di Milano sorrido divertito. La differenza è profonda ma è vero che Varese ha qualche particolarità che va sottolineata e che ne fa a suo modo un simbolo. Oltre al fatto arcinoto di essere stata un tempo “culla della Lega” Varese è l’unica città nella quale, benché Forza Italia nelle sue varie denominazioni sia stata – a tratti – più forte della Lega, ha sempre avuto un sindaco leghista anche dopo la rovinosa caduta di Aldo Fumagalli nel 2005 per problemi giudiziari. È uno dei tanti prezzi di potere pagati da Berlusconi a Bossi nella “Roma ladrona” ed è una grave distorsione del rapporto fiduciario fra elettori ed eletti.

C’è oggi una novità di cui bisogna tener conto. Per la prima volta il centrodestra non è unito a causa della “Lega Civica” di Malerba. In realtà è una lista che di civico ha ben poco essendo, il suo nucleo portante, formato da ex democristiani ben dentro il potere locale che avevano fatto la scelta berlusconiana. È un altro segno del disagio che negli ultimi tempi si è avvertito pesantemente in quella scricchiolante coalizione. Questa è una delle due ragioni che hanno spinto il presidente della Regione Maroni a presentarsi come capolista della Lega: un fatto anomalo e molto criticabile. L’altra ragione (extra politica) è legata alle questioni processuali che lo coinvolgono e che saranno risolte dal tribunale di Milano.

Anche nel centrosinistra ci sono delle novità. La sinistra-sinistra se n’è andata per la sua strada e lo schieramento di Davide Galimberti (Pd) è permeato di un “civismo” (ottimo l’articolo di Ambrogio Vaghi il 15 maggio su questo giornale) che Varese 2.0 ha collaudato negli ultimi anni con importanti mobilitazioni che hanno rallentato o fermato opere dannose e costose. Ma anche “Progetto Concittadino” è un fatto davvero interessante e il Pd di Varese (la forza principale) ha scosso la città dando la voce ai varesini con delle primarie di coalizione aperte e combattute che hanno avuto un esito tutt’altro che scontato.

Mai si erano tenute le primarie a Varese e mai vi era stata una così forte presenza del centrosinistra nei rioni alla ricerca del contributo di donne e uomini su idee e progetti. È quasi come se si fosse risvegliata la metà della città che, di fronte al dominio della Lega, si era rassegnata e ritirata nel privato. Una rassegnazione in parte dovuta, ma solo in parte, all’atteggiamento dei partiti di minoranza che nella prima fase leghista avevano fatto ben poca opposizione per l’equivoco dalemiano della Lega come “costola della sinistra”.

In caso di vittoria non sarà comunque facile ribaltare la situazione. Varese dovrà scolpire di nuovo la propria identità con atti coerenti e lungimiranti; rimediare alla forte perdita di posti di lavoro e residenti soprattutto giovani; integrare l’università (oggi un corpo separato) nella città; stringere rapporti costruttivi con il territorio circostante; ridurre le distanze dalla dinamicità e creatività di Milano; partecipare al “dopo Expo” che darà vita ad uno dei più grandi parchi scientifici d’Europa.

Tutto ciò richiederà che il Pd, Varese 2.0, Progetto Concittadino e le altre liste continuino la loro azione senza mollare un centimetro sulla frontiera dell’innovazione progettuale e richiederà un assetto amministrativo dove la competenza e l’efficienza prevalgano nettamente sulle appartenenze e sul celebre manuale Cencelli della spartizione dei posti. Non c’è un’altra strada se si vuole dare seguito agli impegni presi con la città.

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