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Politica

ANDARE AL CUORE DELLA VARESINITÀ

GIUSEPPE ADAMOLI - 09/06/2016

cambiamentoIl titolo potrebbe essere lo stesso di una settimana fa “Il tempo è arrivato”. Il 42% ottenuto da Davide Galimberti è infatti un buon risultato in una provincia che ha riconfermato la forza elettorale di Lega e Forza Italia. Basti vedere l’affermazione del centrodestra al primo turno a Busto e il risultato di Gallarate dove il sindaco uscente di centrosinistra va al ballottaggio staccato di 12 punti dall’antagonista. Certo, una parte degli addetti ai lavori è delusa perché fuorviata dai (maledetti) sondaggi che ormai sono diventati armi di propaganda invece che rilevazioni attendibili. Ma la realtà è di un centrosinistra che nel “girone di andata” non aveva mai conseguito una tale percentuale.

Che il distacco di cinque punti fra Orrigoni e Galimberti sia colmabile lo chiarisce bene il confronto con cinque anni fa. Orrigoni ha perso circa 6.000 voti rispetto a Fontana e Galimberti ne ha guadagnati circa 2.000 su Luisa Oprandi che al secondo turno ha poi fatto faville accorciando moltissimo le distanze da Fontana. Vero che il clima politico era diverso e più favorevole al centrosinistra ma oggi il gap da colmare è molto minore. Alcune domande che si ascoltano meritano tuttavia una risposta.

1) Si è sbagliato qualcosa, si poteva fare di più e meglio? Pur inclinando al senso  critico non vedo ragioni di recriminazione. Mi permetto una sola osservazione. Nelle ultime settimane si è alzato troppo il tono politico della competizione e non solo da parte del solito Salvini. Sono un sostenitore di Renzi e so che ha galvanizzato i militanti del Pd e forse della coalizione ma certi titoli dei media locali “Renzi vuole Varese”, “Le mani di Renzi su Varese”, non hanno giovato sul grande pubblico. Ritorniamo ad una sana concezione autonomistica delle Istituzioni locali.

2) Il movimento Varese 2.0 avrebbe da solo preso più voti del prezioso 4% ottenuto in coalizione? Può darsi, non c’è una risposta certa. So però che il tentativo di portare dentro l’amministrazione della città un movimento che ha animato l’opposizione alla Lega con iniziative rilevanti e incisive era ed è in linea con la volontà di vincere, di garantire il cambiamento necessario, di mettere alla prova dell’amministrazione donne e uomini con professionalità e amore per la città.

Al ballottaggio diminuisce sempre il numero degli elettori. Il compito prioritario è quindi di riportare alle urne tutti coloro che hanno votato Galimberti al primo turno, compito spesso meno difficile per il centrosinistra. Ma non basta questa opera “conservativa”. Anche una parte sia pur piccola degli astenuti potrebbe ricredersi se ben sollecitata. Al ballottaggio c’è meno confusione di liste, di nomi, di simboli: la partita è uno contro uno, la scelta più semplice e decisiva.

Importante l’appello alle liste fuori dal ballottaggio e in particolare ai votanti di Malerba che ha fatto una dispendiosa e polemica campagna contro Orrigoni rappresentato come Mr. Carrello. Basterebbe un minimo di linearità per andare a votare per Galimberti.

Adesso non è più il momento di discorsi complicati. Serve la consapevolezza che la vittoria è raggiungibile con un impegno tenace e continuo da parte di tutta la coalizione. Si abbassi il livello dello scontro politico (è la mia esortazione) e si parli di una amministrazione alternativa. Si trasmetta con fiducia il senso profondo del cambiamento di progetti, di metodo, di donne e uomini. Il tempo è poco. Sono necessari messaggi brevi, secchi, che vadano al cuore della “varesinità” dei cittadini senza inutile aggressività polemica come deve fare una forza tranquilla e sicura.

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