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Storia

PALAZZINARO E CULTORE DEL BELLO

FERNANDO COVA - 01/07/2016

viadottocastellanetaCarlo Menotti é molto citato nei libri di storia locale sia per la sua attività politica, spesso al limite della legge, sia per gli interventi sociali sempre finalizzati al favorire una sua elezione quale rappresentante locale o nazionale.

Fu soprattutto un grande impresario edile che fece fortuna a Vienna, nel sud Italia e poi a Roma, dove costruì immobili e infrastrutture, partecipando allo sviluppo edilizio di “Roma capitale” .

Nacque a Viconago il 16 gennaio 1846 da Angelo e da Giuseppina Mira.

Compiuti gli studi elementari a Fabiasco, frequentò una scuola di avviamento professionale di disegno e calcolo ed a vent’anni sembra abbia combattuto con Garibaldi.

Non continuando l’attività del padre che aveva una fabbrica di laterizi in provincia di Alessandria, quindicenne si impiegò come assistente ai lavori in una società in Puglia, successivamente assunse in subappalto diversi lavori ferroviari, sempre nel meridione.

Nel 1870 sposò Estella Ferrario, della famiglia che gestiva l’hotel Posta di Luino; qui nacquero il figlio Mario e quattro figlie.

La sua attività non consisteva solo nella padronanza della professione, ma nella capacità imprenditoriale di coordinare il lavoro delle maestranze, assumendosi il rischio d’impresa con tutte le fasi che questa comporta dall’anticipazione dei capitali, alla stipula dei contratti di appalto, dall’assunzione e organizzazione della mano d’opera fino alla rendicontazione delle opere realizzate.

Tra le opere di questo periodo si ricordano il ponte-viadotto in ferro di Castellaneta, sulla linea Bari-Taranto, il viadotto ferroviario di Acragas, a Vienna il ponte in ferro sul canale all’interno dello Stadtpark.

Si trasferì quindi a Roma poco dopo l’annessione di questa al Regno intuendo le opportunità che si aprivano nel campo edilizio, dove si affermò come uno fra i principali appaltatori nel settore delle costruzioni, imprenditore edile e speculatore fondiario, probabilmente il primo gran “palazzinaro” della città.

Lottizzò i Prati, eresse molti fabbricati sulla via Flaminia, in via Nazionale e nel rione Esquilino.

La sua opera più significativa fu la realizzazione, a partire dal 1889, del palazzo di Giustizia, opera tuttora tra le maggiori della capitale.

Contemporaneamente suoi cantieri lo videro impegnato: sulla linea Novara-Luino-Pino, sulla Terni-L’Aquila e sulla Benevento- Campobasso, sulla Eboli-Reggio, sulla Roma-Sulmona; compartecipò alla realizzazione del traforo stradale del Col di Tenda (inaugurato nel 1882), il ponte a due piani, ferroviario e carrabile, fra Castelletto e Sesto Calende, oltre alle gallerie sulla stessa tratta, realizzò inoltre che un ponte in ferro a tre navate sul fiume Sele, diverse opere sul fiume Tanagro, affluente di sinistra del Sele, diverse gallerie e di tre grandi viadotti sulla Sicignano-Sala Consilina.

Si dedicò anche alla carriera politica, con esiti alterni, caratterizzandosi come figura pienamente rappresentativa del ceto politico dell’età crispina e del sottobosco governativo durato fino all’avvento di Giolitti. Oltre agli incarichi ottenuti nella nostra zona, fu eletto tre volte alla Camera dei deputati, fu membro nel Consiglio comunale di Roma dal 1886 al 1890 e consigliere provinciale del Lazio dal 1892 fino alla morte.

In qualità di grande appaltatore e costruttore edile era poi riuscito a stringere fondamentali legami sia a livello ministeriale sia in Campidoglio oltre che nell’Agro romano. Morì a Roma il 26 aprile 1904.

Fu insignito da Umberto I del cavalierato (1886) e della commenda dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1895).

Le sue residenze sono degne di essere ricordate perché impreziosite di opere d’arte e di quadri di valore; esse sono le due ville di Luino, palazzo Menotti a Roma in via Vittoria Colonna, la tenuta Borghese di Anzio e Nettuno, la rocca e la tenuta di Fiano, acquistate per ottenere il titolo nobiliare, e due grandi tenute agricole a Castelnuovo di Porto nell’Agro romano.

Menotti palazzinaro sì ma sempre raffinato cultore del bello

 

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