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Noterelle

CARA NEUROPLASTINA

EMILIO CORBETTA - 22/07/2016

ricordiFinalmente è stata scoperta la sostanza per dimenticare! Si chiama neuroplastina ed è una proteina importante per l’elasticità del nostro cervello. Blocchiamo il gene che la produce e siamo a posto. Dimentichiamo, sì ma che cosa? Ma tutte le cose spiacevoli il cui ricordo amareggia e fa soffrire, come per esempio i rigori sbagliati che hanno buttato fuori l’Italia dagli Europei. Naturalmente dolore limitato agli appassionati di calcio.

Dimenticare le fatiche per entrare nel “nostro” (ma è ancora “nostro”?) Ospedale, sia come visitatore che come paziente.

Dimenticare quando, ricoverato in Ospedale, venivi visitato quotidianamente dal primario, anche se cattedratico. Da dimenticare perché non succede più, (qualcuno dice “quasi” più).

Quando al ristorante il capocuoco veniva a chiederti se eri soddisfatto del cibo consumato. (Anche questo non succede “quasi” più. I più educati te lo chiedono quando stai pagando).

Quando entravi in un negozio e ti veniva detto con un sorriso: “buon giorno”. Non succede più.

Quando non c’erano i supermercati. Dicono che era il medioevo, ma era bello.

Quando anche Varese aveva il Mercato Coperto e non “Le Corti”.

Quando la maestra ti sgridava perchè facevi il discolo e ti dava uno sberlotto, che era più che altro una carezza pesante, e tornato a casa la mamma ti diceva che dovevi essere più educato e non portava la maestra in tribunale.

Quando quelli che si autodefiniscono politici esercitavano il loro dovere senza fare la “ruota” su “face book” o alla TV.

Quando il giornale costava una lira e non l’equivalente di 3000 lire.

Quando le case non erano “classificate” e la tua non svalutata da stupidi ma furbi artifici.

Quando gli ascensori si aprivano manualmente, avevano le pareti di vetro e salutavi tutti quelli che vedevi sui pianerottoli e sulle scale di casa. Se si bloccava l’ascensore non c’era claustrofobia.

Quando non c’erano i condomini, si era tutti amici e gli abitanti di un caseggiato si conoscevano tutti.

Quando si giocava alle bocce e c’erano i tornei cittadini. Ogni coppia di giocatori aveva il puntista e il rigolista.

Quando si giocava a briscola chiamata, a scala quaranta e non a burraco.

Quando facevi qualche cosa di poco pulito sul lavoro o nella vita e ti chiedevi prima, poi e dopo: “Ma la mia mamma cosa direbbe se mi beccasse a far questo…”

Quando tutti si aveva fame e non c’erano gli alimentaristi o i dietologi.

Quando le ragazze al liceo avevano le calze bianche corte, il grembiule nero, e non c’erano i collant. E si diceva “signor professore” e non “il prof”.

Quando i vigili erano per le strade e ti richiamavano dicendo che non era decoroso se ti sedevi sui marciapiedi.

Quando chiedevi ai vigili le indicazioni stradali e loro avevano le mostrine che indicavano le lingue che conoscevano, e ti multavano solo se proprio facevi grosse fesserie. Quando a Capodanno si portava ai vigili il panettone mettendoli sull’aiuola di piazza Monte Grappa, e poi venivano devoluti all’orfanotrofio o al Cottolengo.

Oddio, sto richiamando cose che non ci sono più da tempo. Le ricordo con nostalgia e non dico quelle da dimenticare veramente. Dimenticarle come per cancellarle dalla società, come ad esempio cancellare il violare l’innocenza dei bimbi, il non saper più voler bene agli anziani, l’uso degli anziani per crear vantaggi a te, aggirare gli anziani incapaci di difendersi dalla truffa. Violare gli anziani come quando nelle astanterie a loro vien detto “Caro, non ho tempo adesso, fattela addosso che poi ti lavo” perché è meno impegnativo infangare il loro decoro e rende di più buttar via un pannolone piuttosto che accompagnare ai servizi.

Dimenticare che la violenza crea immensa sofferenza e non risolve nulla.

Dimenticare che la politica disonesta ha nodi che prima o poi devi pagare.

Ecco, quella sostanza li, decantata come una grande scoperta, fa dimenticare a te, che già dimentichi di tuo, ma non è capace di cancellare dalla società i difetti che la tormentano: questa si che sarebbe la grande scoperta: cancellare gli errori, le piaghe per migliorare.

Quindi questa sostanza forse aiuta un pochino a scoprire come funziona il cervello e basta. Non aiuta a far migliorare l’uomo. Temo che questa sia battaglia eternamente persa.

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