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Cultura

DONNE SEGRETE

MANIGLIO BOTTI - 09/09/2016

dinoParlare di cose scritte da un amico – un libro di poesie o, com’è il caso di oggi, di racconti – non è facile, anzi può anche essere imbarazzante. M’è capitato, in queste settimane di un agosto trascorso in vacanza, con un volumetto di Dino Azzalin (Nel segreto di lei, edizioni ES), persona che conosco e frequento da non so quanti anni. È un buon compagno di viaggio, Dino, in discussioni e scorribande sulla letteratura e sul giornalismo. Sono sempre memorabili gli sms che ci scambiamo il 10 agosto di ogni anno, giorno che lui ha voluto sempre dedicare alla poesia, nella celebrazione di un grande: Giovanni Pascoli. Non solo, Dino è anche il mio medico e dentista, di più: un consigliere sempre professionale, capace e profondo nel suo sapere.

Imbarazzante dicevo, perché – credo – in ogni libro, leggendolo, si scopre qualcosa di sconosciuto dell’autore, quasi impegnatosi in una specie di pubblica confessione, che può anche andare a sconvolgere l’idea che se ne ha di lui. Buona o ordinaria che sia.

E il libro Nel segreto di lei, dal titolo di uno degli ultimi racconti, ha proprio questo straordinario e misterioso potere. Il libro intanto ha una caratteristica che si coglie subito: prende per mano il lettore in un percorso che il protagonista (l’autore stesso?) fa o ha fatto nel corso della sua vita in luoghi diversi e anche esotici del mondo, e accanto a essi gli incontri (immaginari? veri? pensati desiderati?) con donne spesso altrettanto esotiche e diverse, anche nei nomi: Cleusa, Ludmilla o anche e soltanto, molto più semplicemente, Lei.

Le descrizioni carnali e “forti” dei rapporti – capitati, voluti, sofferti – e qualche volta i sogni non devono trarre in inganno, come se ci si trovasse dinanzi a un voyeurismo da lettura, perché hanno sempre il tocco magico della poesia. In alcuni m’è venuta in mente una poesia famosa di Rafaele Alberti: Funerali di sabbia; in altri vi ho trovato quasi un insegnamento e una riflessione sugli incontri tra umani che, in passato, sono riusciti a trasmettermi solo le Operette morali di Giacomo Leopardi. Sicché il vecchio amico, l’ “assistente” professionale e medico, si tramuta talvolta in un Virgilio che accompagna Dante nei passaggi difficili dell’aldilà, e forse della vita. Non c’è nulla di definitivo, ma la varietà del racconto, le scelte stilistiche sono esemplari.

Lo stile, appunto. La prosa dei racconti di Dino è molto vicina alla poesia, anzi spesso è poesia vera: per le similitudini, per la scelta dei vocaboli, per le metafore che fanno uscire l’incontro dalla mediocrità, mai banale, mai generico.

A conclusione del volumetto Dino colloca una serie di interventi di critici illustri che ne spiegano e ne documentano la bravura. Confesso che non avrei voluto leggerli per tenere tra me e me, nel mio spirito e nel mio cuore, le immagini esclusive di queste storie, e della vita.

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