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Cultura

FRANCESCO IL POVERELLO

FELICE MAGNANI - 22/09/2016

Il san Francesco di Cimabue nel museo della Porziuncola ad Assisi

Il san Francesco di Cimabue nel museo della Porziuncola ad Assisi

I temi che occupano il palcoscenico nazionale sono di natura politica: le diatribe in casa Pd, l’incapacità della destra di organizzarsi in un progetto unitario, le difficoltà dei Cinque Stelle di avviare amministrazioni efficienti da subito, il referendum costituzionale, la scuola, la sanità, l’immigrazione. Un po’ di tutto come sempre e come sempre i problemi finiscono nelle piazze, in pasto all’ira della gente e al compito delle forze dell’ordine di gestire l’ordine sociale.

Anche le persone meno agguerrite sanno che i problemi vanno affrontati e risolti molto prima, a monte, senza aspettare che diventino carne sul fuoco, un fuoco già molto ben attizzato e alimentato da chi ne conosce i segreti. Tra pochi giorni, precisamente il quattro di ottobre, è san Francesco d’Assisi, il santo umbro che ci ha fatto conoscere nel mondo, dimostrando con l’esempio che il mondo non è solo quello che ci gira attorno a pochi metri da casa, ma è anche quello che abita molto lontano da noi e che aspetta segni di solidarietà anche dai lontani e dai diversi.

Parlare di Assisi significa richiamare la parola che più di ogni altra è assente oggi nella condizione umana: pace. Francesco l’ha costruita dopo averla negata, ha insegnato al mondo che l’unica, vera via di riconciliazione con se stessi, con il prossimo e con la creazione è la pace, una pace in cui si riconosce lo spirito realizzativo del Creatore.

Mai, come oggi, gli uomini hanno bisogno di pace, di tornare ad assaporare il gusto di una fraterna collaborazione in cui ciascuno evidenzi e solleciti il patrimonio di risorse umane che porta dentro non per merito suo. Di pace abbiamo bisogno tutti, donne, uomini, bambini, bianchi, neri, gialli, tutti indistintamente sentiamo nel nostro profondo che senza pace non ci possono essere prosperità, fratellanza, collaborazione, solidarietà, unione. Pace è condizione essenziale per progettare un futuro nuovo e diverso, capace di consegnare a ogni creatura umana il suo naturale patrimonio di dignità. Pace è l’inizio di un cammino che cancella varie forme materialismo per fare posto a una visione più spirituale della vita, affrancandola dalla schiavitù dell’egoismo.

La pace cancella anche solo l’idea di muro. Quanti muri nella condizione umana, quante barriere che impediscono all’umanità di trovare il senso vero e profondo della propria identità, quanti sforzi per abbatterli, per affermare quell’idea di fratellanza che governa il sentimento religioso del mondo. I muri hanno da sempre caratterizzato la vita degli umani, come se la sicurezza fosse soltanto un problema di barriere di filo spinato, di guardie pronte a far fuoco contro chiunque avesse l’ardire di oltrepassare un muro per gettare le braccia al collo di un parente o di un vecchio amico. I muri hanno contrassegnato la nostra sorte, le guerre, gli assalti, le strategie protettive, hanno cercato di mettere l’umanità al riparo delle sue paure, della sua incapacità di saper rispondere alle provocazioni con la forza umanitaria della pietà e della carità.

San Francesco d’Assisi è diventato santo per avere abbandonato i muri e per aver accolto la protezione di chi ha creato un mondo senza muri, aperto a tutti, senza distinzione di razza, sesso, religione o credo politico. Ha indicato una via di accesso e di approccio alla fratellanza umana che passa direttamente attraverso la bellezza di chi l’ha creata, senza compromessi, senza sotterfugi, testimoniando l’amore con l’azione di una vita evangelica scevra da ogni possibilità di equivoco.

Francesco è stato ambasciatore di pace, si è confrontato con i capi delle grandi religioni senza aver mai la presunzione di imporre, di modificare, di alterare, di confondere, di avviare dimostrazioni umane o compromessi. Il menestrello ha fatto conoscere al mondo il significato del suo amore, senza la presunzione che fosse l’unico o il migliore.

Nella pace si costruisce il mondo, nella pace ogni essere diventa parte fondamentale di uno spirito unitario che produce, afferma, fa sentire il calore della sua vocazione. Senza pace c’è solo odio, guerra, violenza.

San Francesco d’Assisi è il santo che nel momento di massima decadenza umana dei valori, ha investito tutto sui valori del vangelo, dimostrando che la via evangelica alla carità è l’unica carta vincente, quella che consente di sentirsi protagonisti di una rivincita sul male e le sue conseguenze.

Oggi lo ricordiamo e ne auspichiamo l’intercessione, perché il suo esempio possa ancora toccare l’animo umano e lasciargli la possibilità di contemplare la bellezza fuori dalle connessioni materialistiche dei tempi moderni. Un santo antico, ma presente nella nostra storia e ancora pronto a restituire un senso più vero e umano alla nostra vita.

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