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Ambiente

RITROVIAMO IL LIBERTY

ARTURO BORTOLUZZI - 22/09/2016

Il Grand Hotel Campo dei Fiori ieri e oggi

Il Grand Hotel Campo dei Fiori ieri e oggi

È necessario (come già ho avuto occasione di scrivere) che le testimonianze del primo Novecento varesino (momento molto operoso e pieno di spirito di iniziativa che ha preso luogo nel territorio avanti la Prima guerra mondiale), vengano conservate, studiate (anche dai più giovani) e valorizzate. Questo periodo ha avuto molti palcoscenici nella provincia di Varese tutti ricchi di ragguardevole fascino. Di Busto Arsizio (dove ancora tra ville e edifici industriali, si erge la ciminiera di Via Pisacane), ho già detto. Un palcoscenico di prestigio certamente ce l’ha Varese che oltre alle grandi opere (tra cui anche edifici abitativi nel centro cittadino e ville di delizia primariamente posizionate sui colli), dispone anche di piccole preziosità (abbinamenti e originalità dei colori, particolarismi e metodologie di abbellimento e di rifinitura degli edifici, di realizzazione delle strutture di supporto tra cui certamente le arzigogolate inferriate, la tortuosa battitura dei ferri e i sinuosi corrimano…).

Ho perciò scritto al sindaco del Comune di Varese e per conoscenza al presidente della Regione Lombardia, al presidente della Provincia di Varese, al presidente del Parco naturale del Campo dei Fiori e ad altri.

Sui mezzi di informazione è stata divulgata, infatti, inaspettata la notizia che sono stati acquisiti a Varese da parte di una nuova proprietà i grandi alberghi Liberty del Sommaruga. Questa è stata accolta dai varesini certamente con stupore ma anche con la speranza possa finalmente partire una loro ristrutturazione. Mi è sorta la necessità (dopo essermi interessato di Busto Arsizio e di Gallarate) di allertare il Comune di Varese, il Parco Campo dei Fiori e le altre istituzioni competenti, perché si possa provvedere fin da subito al mantenimento delle costruzioni compra-vendute sia al loro interno sia al loro esterno. Compito della istituzioni suddette deve essere anche quello di valorizzare questi beni per le generazioni future alle quali, come detto, ne va insegnato l’importanza e la storia.

Delle tante felici esperienze architettoniche e artistiche del Varesotto, è proprio quella del Liberty che più si avvicina, nelle sue più alte espressioni, alla più conosciuta e giustamente rinomata, quella del barocco profano delle ville e religioso del Sacro Monte, che non a caso ha ottenuto proprio riconoscimento da parte dell’Unesco come Patrimonio dell’umanità.

Le affinità sono tante né qui vale enumerarle: basti per tutte, l’armonioso inserirsi e compenetrarsi di architettura e ambiente (quasi amalgamarsi) e, quello, se vogliamo, più pragmatico dell’aprirsi di questa architettura alla villeggiatura e conseguentemente anche “al turismo”.

Così è che l’immagine turistica nella nostra città ruota ancora oggi intorno all’impronta singolare delle ville e dei giardini settecenteschi; e a quella più recente dei grandi alberghi, delle ville, dei sistemi di trasporto della “belle époque”.

Meno noto ai più e quindi se si vuole, pur sorprendente, la Varese liberty riserva ai visitatori esperienze davvero uniche: proprio nella nostra città il liberty assunse a dignità e a ruolo non solo estetico ma in qualche modo “urbanistico”.

Il Liberty di Varese si sta poco a poco disperdendo a partire da quell’emblema costituito dal Grand Hotel Campo dei Fiori, che sempre di più appare come una vuota cattedrale cadente e inaccessibile, ricettacolo di immonde antenne. Contiamo che ora possa essere di nuovo un fiore all’occhiello di tutto il nostro territorio. Un segno della sua rinascita.

Se volessimo davvero rilanciare la nostra città salvandola dal degrado, occorre salvaguardarla, valorizzarla e metterla in rete con il suo territorio partendo da una considerazione centrale: quella di intendere la nostra immagine turistica che fu non già come frutto del caso o della felice collocazione naturale della città, ma del lavoro di una imprenditoria generosa nell’affidarsi a progettisti di rara sensibilità, competenza e rigore scientifico. Esempio questo che dobbiamo saper far nostro per poi ripartire.

Resto pienamente convinto del fatto che la ristrutturazione degli alberghi Liberty possa portare grandi agevolazioni ai cittadini di Varese e preludere a un loro avvincente futuro. Potranno così vedere recuperato il grande albergo del Campo dei fiori che cadente e deturpato gravava sulla loro testa quale segno di decadenza.

C’è bisogno però di un comportamento delle istituzioni competenti (Comune di Varese, Provincia di Varese, Parco Naturale del Campo dei Fiori, Regione Lombardia) volto ad accompagnare con costante presenza la ristrutturazione ma usando somma prudenza. Non dovranno mai essere tarpate le ali alla proprietà. Questa dovrà sapere svolgere la propria attività economica convenientemente e ben assecondata dalle istituzioni ma mai contro la legge e mai approfittandosi dei varesini.

In questa situazione è necessario che ogni progetto di ristrutturazione degli alberghi Liberty e degli spazi connessi, non venga tenuto al chiuso delle mura del palazzo ma che venga discusso e venga stabilita fin da subito una tecnica di lavoro in base alla quale chi abbia interesse possa sempre partecipare.

È anche importante che si incominci a parlare fin da subito del ramo della funicolare che porta al Campo dei fiori. È in animo dell’attuale Giunta (insomma, nei suoi pensieri) di riattivarlo e soprattutto di creare finalmente un collegamento diretto tra la funicolare e la città senza più rotture di carico, doppie percorrenze di mezzi pubblici (funicolare e a autobus)? Si potrà finalmente realizzare una riunione tra gli imprenditori della montagna varesina e il Comune di Varese?

Ho chiesto poi al sindaco quali autorizzazioni intenda ricevere e domandare al Parco del Campo dei Fiori in ordine alla ristrutturazione dell’albergo del Campo dei Fiori, in ordine al mantenimento delle particolarità liberty e in ordine alla realizzazione e manutenzione dei nuovi e degli originari sistemi di trasporto.

Non pensa il sindaco che possa essere importante dare alla Commissione paesaggio il ruolo di controllore dei progetti di recupero che saranno portati avanti? Se questa fosse la sua intenzione potrebbe anche essere d’uopo, gli ho proposto, venga integrata la Commissione paesaggio con uno o più storici dell’arte.

Delle numerose iniziative fatte dal Comune di Varese, dal Parco e dalla associazione Varese Europea (cui il Comune di Varese è associato) riguardo il Liberty varesino (predisposizione di guide e posizionamento di cartelli pubblicitari) ho domandato al Sindaco che ci sia in Consiglio comunale e che sia dato al pubblico interessato tra cui le scuole, un completo riassunto delle molteplici opere svolte.

Questo è stato fatto con il finanziamento vuoi dello Stato vuoi della Regione Lombardia.

Per avere un elenco dettagliato degli itinerari Liberty nell’area varesina da darsi agli interessati, ho invitato il sindaco a farsi portare dalla biblioteca civica la copia del libro “Itinerari liberty a Varese”, 1983, di Renata Castelli, Federico Cavalieri, Laura Pezzoni, Letizia Tedeschi. Quest’opera redatta dal Politecnico di Milano che tratta in generale del liberty provinciale e di come lo stesso stile fosse utilizzato per una pluralità di edifici aventi scopi completamente diversi tra loro.

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