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Noterelle

“SLOW MEDICINE”

EMILIO CORBETTA - 07/10/2016

slowAd un recente simposio, organizzato dall’Ordine dei Medici di Varese, s’è parlato di “slow medicine”. Che cos’è? Si tratta di persone che, operando all’interno del mondo delle cure per la salute, con un pensiero e ricerca sul sistema sanitario dal punto di vista organizzativo, strutturale, metodologico, economico, comunicativo, nella certezza …. che cure appropriate e di buona qualità e una adeguata comunicazione fra le persone riducano i costi dell’organizzazione sanitaria, riducano gli sprechi, promuovano l’appropriatezza d’uso delle risorse disponibili, la sostenibilità e l ‘equità del sistema sanitario, migliorino la qualità della vita dei cittadini nei diversi momenti della loro vita, operano per realizzare una medicina “sobria, rispettosa, giusta” (Come dal sito internet Slow Medicine).

Il contenuto di quanto presuppone o suggerisce un nuovo rapporto tra medico e paziente? Ma i nostri medici non l’hanno sempre avuto, questo concetto? E i pazienti non sono sempre stati alla ricerca di questa medicina? Un tempo era sicuramente così, poi è arrivato il “diavolo” della tecnologia ed il nostro rapporto medico – paziente si è sgretolato paurosamente, raggiungendo il livello della incomunicabilità, come molti lamentano.

Queste idee, questi propositi non sono una cosa ovvia? Noi tutti conosciamo il vecchio detto: “Chi va piano, va sano e va lontano”, per cui è auspicabile che si sappia reimpostare una medicina meno dipendente dalla tecnologia, che può favorire comportamenti affrettati e rifuggire dal contatto umano fondato sulla scienza e coscienza degli operatori, ossia sul pensiero clinico, sulla fiducia reciproca. Una medicina basata sul pensare, sul compiere gesti umani e non solo schiacciare i tasti di un computer pensando con quello di risolvere tutti i problemi. Qualcuno potrebbe obiettare “Ma se non uso il computer mi bastonano…” È vero, ma ci deve essere un giusto mezzo, evitando che quella orrenda macchinetta si frapponga tra medico e paziente.

Questo modo di pensare, questo “slow”, non deve essere solo nel mondo della medicina. In tutti i nostri rapporti ci dovrebbe essere capacità di meditare, di rapportarsi adeguatamente, di comunicare. Quindi slow non vuol dire solo “piano, lentamente” ma diventa un modo d’essere, di vivere, di fare. Essere immersi in una realtà meno convulsa, meno affrettata, più conscia. E’ un cambio di filosofia di vita.

In effetti tutti sappiamo che, se vogliamo godere, apprezzare qualche momento dell’esistere, dobbiamo starci dentro cercando di trascorrerlo piano,di sentirlo interiormente, vivendolo nel profondo. Facciamo un esempio: stai visitando un borgo? Lo apprezzi, lo gusti e lo ricorderai meglio se lo percorri piano, piano, casa per casa, se passeggi nelle vie, ti fermi nelle piazze, visiti l’antica chiesa, guardi il panorama lasciando alle immagini il tempo di entrare dentro di te. I nostri neuroni hanno bisogno di tempi adeguati per funzionare bene. Lo dimostra il modo di percepire le immagini: se passano davanti ai nostri occhi in tempi troppo veloci, o abbiamo la sensazione del movimento o non percepiamo l’immagine.

Vivere ogni momento evitando che la fretta, il convulso, la brevità del tempo, ti strappino la breve scintilla della vita che ti è stata donata. Riuscire ad apprezzare la tua generazione gustandola intensamente e valorizzandola in tutti i suoi aspetti, cercando di riempirla d’amore e generosità, perché lei per te è una sola, uscita dall’eterno, entrata nel tempo e poi destinata a ricadere nell’eterno.

Mi è capitato di vedere un fabbro manovrare un flessibile, comodo strumento che riduce la fatica nel modellare i metalli. È uno strumento che origina una miriade di bellissime scintille, uno spettacolare fascio luminoso di punti scintillanti, che volando creano un mazzo fiorito di linee brillanti dai mille colori. Tante, istantanee, micro comete. Quel mazzo bellissimo, in quei brevi minuti d’osservazione, l’ho fatto diventare l’umanità composta dalla vita brevissima di quelle scintille che esistono per pochi istanti. Qualcuna vola più lenta, si stacca dal fascio e vive un pochino di più. Frammenti oscuri sono illuminati da improvvisa energia, ricadono nel buio persistente. Queste sono le nostre vite, accese dall’energia dell’amore, destinate al ritorno nell’oscuro. Scintille da vivere con la coscienza che solo la lenta meditazione ti può donare e ti permettere di apprezzarle.

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