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Noterelle

DIMENTICARE. E POI?

EMILIO CORBETTA - 13/10/2016

dimenticareFinalmente è stata scoperta la sostanza per dimenticare! Più che la sostanza in sé, si è scoperto il meccanismo per dimenticare e per ricordare, di cui questa proteina è la chiave di volta. Si chiama neuroplastina ed è importante per la funzionalità mnemonica del nostro cervello. Blocchiamo il gene che la produce e siamo a posto.

Dimentichiamo, sì ma che cosa? Ma tutte le cose spiacevoli il cui ricordo amareggia e fa soffrire. Per esempio i soldini che le banche, con la scusa della crisi, ci hanno mangiato. Oppure i rigori calcistici sbagliati che hanno buttato fuori l’Italia dagli ultimi Europei. Possiamo dimenticare che il calcio italiano non è quasi più degli italiani. Siamo impoveriti e non possiamo più permettercelo. Naturalmente queste sono sofferenze limitate agli appassionati di calcio.

Un’altra cosa da dimenticare sono i cancelli d’accesso all’Ospedale da via Tamagno chiusi, via comoda per chi deve andare in Ospedale a piedi. Si, ma chi va più in Ospedale a piedi? Ma per forza devi ripiegare su altri mezzi, specialmente le auto private, perché andare a piedi o in autobus è sempre più difficile: hanno creato un sacco d’ostacoli. Da dimenticare le code delle auto per uscire dall’Ospedale in via Lazio, ma anche le difficoltà per entrare.

Dimenticare le camminate per andare dai posteggi all’ingresso dell’ospedale. Sei costretto a far giri lunghi perché han chiuso le accorciatoie. Si dimenticano che per certe persone, pur non essendo gravemente compromesse, camminare può essere una grande pena.

Dimenticare le apparentemente inevitabili giacenze prolungate sulle barelle del Pronto Soccorso.

Dimenticare quando, ricoverato, venivi visitato sistematicamente e quotidianamente dal primario, anche se cattedratico. Da dimenticare perché non succede quasi più.

Dimenticare pure quando, al ristorante, il capocuoco veniva a chiederti se eri soddisfatto del cibo consumato. Anche questo non succede quasi più, salvo eccezioni. I più educati te lo chiedono quando stai pagando.

Quando entravi in un negozio ti veniva detto con un sorriso “buon giorno”. Non succede più, specialmente in questi nuovi gelidi iper illuminati antri delle grandi catene di vendita, che hanno distrutto i negozi storici delle città, rendendo i centri cittadini antichi tutti uguali. Entri e ti guardano (con sguardo annoiato) come se tu fossi uno scocciatore, non un potenziale cliente.

Altro da dimenticare la violenza interiore degli imbrattatori di muri, spesso anche preziosi e storici, che sfogano cosi i loro problemi caratteriali armati di micidiali bombolette che sputano colori.

Grande è la necessità di dimenticare. Dimenticare come per cancellarle dalla società tutte le barbarie in cui ci troviamo immersi, l’imperare continuo delle guerre e delle stragi che a scacchiera proliferano in questo tormentato globo.

Dimenticare, sempre come per cancellare, il violare l’innocenza dei bimbi, la loro indifesa vita. Dimenticare il non saper più voler bene agli anziani, lo sfruttamento degli anziani per far soldi nelle case di riposo, il derubare gli anziani incapaci di vedere le truffe a loro fatte. I poveri anziani ai quali, allettati nelle suddette case di riposo, vien detto: “Caro non posso ora, hai il pannolone, bagnati pure che poi provvediamo”, perché è meno impegnativo e rende di più buttar via un pannolone piuttosto che accompagnare ai servizi. Tutto questo violando pesantemente il decoro delle persone.

Dimenticare la violenza del così detto libero mercato su cui si regge l’economia moderna, che libero non è. Dimenticare l’uso sfrenato della violenza verbale e ideologica. Dimenticare le manovre dei politici di tutti i paesi che credono di far felici i popoli imbrogliandoli. E intanto i nostri politici, oltre a quelle manovre, con arte malvagia cercano il loro successo personale, cercano il compimento della loro “carriera” voltando le spalle ai veri valori della politica.

In poche parole dimenticare “tutto quello che ci sta sul gozzo” e che gioca a renderci infelici.

In conclusione, quella sostanza li, decantata come una grande scoperta, fa dimenticare a te, che già dimentichi di tuo, ma non è capace di cancellare dalla società i difetti che la piagano: questa sì che sarebbe la grande scoperta.

Quindi questa sostanza forse aiuta un pochino a scoprire come funziona il cervello e basta. Non può aiutare a far migliorare l’uomo. Temo che questa sia una battaglia eternamente persa.

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