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Urbi et Orbi

IL CARAVAGGIO DI SGARBI

PAOLO CREMONESI - 16/12/2016

Caravaggio, La chiamata di Matteo, Roma, San Luigi dei Francesi

Caravaggio, La chiamata di Matteo, Roma, San Luigi dei Francesi

Vittorio Sgarbi e Caravaggio. Il popolare critico d’arte racconta, con un monologo di oltre due ore e mezzo, sia pur inframmezzato dalle scenografie video di Tommaso Arosio e le musiche dal vivo di Valentino Corvino, il più celebre pittore lombardo del Seicento. Sceglie il teatro Sistina (ma lo spettacolo gira per tutt’Italia) perché lo obbliga a un minimo di disciplina: c’è una regia che detta i tempi e un palcoscenico che conferisce un’atmosfera diversa da quella di una sala conferenze o uno studio televisivo.

Premesso ciò, Sgarbi resta Sgarbi e con il suo Caravaggio promette quello che sa fare meglio: una lunga affabulazione intorno al genio tempestoso di Michelangelo Merisi, ossessione antica alla quale ha dedicato saggi e pubblicazioni: “Con lui la vita diventa arte – dice – e l’arte vita”.

Caravaggio è doppiamente contemporaneo. Contemporaneo perché c’è, perché le sue opere continuano a vivere; e contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito i significati e l’importanza del suo carisma. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Sarà una mostra di Roberto Longhi nel 1951 a Milano a portare agli onori della critica il grande artista. Ogni secolo sceglie i propri punti di riferimento e nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia il pittore lombardo.

Non a caso lo spettacolo comincia con un paragone che potrebbe sembrare azzardato: Caravaggio come Pasolini. Scorrono sullo schermo le foto dell’orribile omicidio di Ostia. Sullo sfondo si ascolta la commemorazione funeraria che Alberto Moravia dedica al poeta e scrittore friulano.

“Caravaggio – esordisce Sgarbi – fa entrare nell’arte i ‘ragazzi di strada’. Prima di allora nessuno aveva osato tale operazione… Il fanciullo della cesta di frutta potrebbe essere Ninetto Davoli. Quello dell’ ‘Amor omnia’ Pelosi. Non sublima, non innalza. Non c’è un Dio che galleggia in alto. Al contrario vive e dipinge sulla terra”. Infatti non c’è alcuna resurrezione tra i suoi dipinti.

Fotografo della realtà. Lo spettacolo azzarda alcuni paragoni tra celebri scatti del ‘900 (Robert Capa, Eddie Adams) e i quadri dell’artista che inizia i primi passi a Milano nella bottega di Simone di Peterzano e che nella sua prima grande opera, la fuga in Egitto sceglie le nebbie padane come sfondo. Così prostitute, truffatori, popolani diventano protagonisti: la Madonna del Pellegrino (in Sant’Agostino) è una delle “favorite” dell’artista. La chiamata di Matteo (in San Luigi dei Francesi) avviene in una osteria sporca e trasandata: due avventori allo stesso tavolo del cambiavalute nemmeno si accorgono di quanto accade.

Caravaggio porta la sua ‘sporca’ vita romana nei dipinti: pellegrini sozzi, stalle, fiaschi di vino, donne di malaffare: persino la Madonna in uno degli ultimi quadri (ora esposto a Napoli) “Le sette opere di misericordia” ha l’aria perplessa e sembra dire: “Cosa posso fare per questa umanità?”

Poi l’epilogo. In un impeto di ubriachezza Michelangelo Merisi uccide un uomo in una rissa. Contemporaneamente una Dormizione della Vergine senza alcun segno di sacralità (lo spunto ritrattistico è il cadavere di una giovane annegata nel Tevere) viene rifiutata dai committenti. È l’inizio della fine: la fuga verso Napoli, un viaggio a Malta, il tentativo di ritorno a Roma. La morte.

Il suo ultimo ritratto ci consegna un giovane Davide che offre la testa di Golia. Il primo non è contento di avere ammazzato. Il secondo è l’autoritratto dello stesso Caravaggio oppresso dal senso di colpa per il delitto commesso. Bene e Male si confondono. Impossibile stabilire una rigida gerarchia. Il Genio passa per la Sregolatezza. Come per Pasolini. Le luci del palco si spengono. Sgarbi appoggiandosi a un bastone si congeda e se ne va. Lasciando al pubblico più domande che risposte.

 

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