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In Confidenza

SAPERE E SAPORE

Don ERMINIO VILLA - 27/04/2017

Gesù tra i dottori nella V° cappella del Sacro Monte di Varese

Gesù tra i dottori nella V° cappella del Sacro Monte di Varese

L’unico fatto raccontato nel Vangelo relativo all’infanzia di Gesù è il suo ritrovamento fra i dottori nel tempio, “mentre li ascoltava e li interrogava” (Lc 2,46). L’ascolto viene prima, quando si è sapienti. E infatti “tutti quelli che lo udivano erano stupefatti per la sua intelligenza e le sue risposte” (v.47). Se lui “sa” più di tutti gli altri maestri in Israele, è perché è fonte di vera sapienza. Sa con tutto se stesso perché conosce il Padre da figlio. Questa è la sapienza che ci è consegnata in Gesù: saperci figli!

Ma la sapienza non è una conoscenza puramente razionale (letta così la croce sarebbe davvero ‘stoltezza’), né è un sapere astratto, ma un verbo incarnato in una persona da incontrare.

Possiamo diventare sapienti in Gesù se ci lasciamo incontrare e toccare da questa sapienza (da ‘sapio‘ = aver sapore).

Gesù ha sapore di salvezza e la sua eucaristia, che anche noi celebriamo, ci è data per gustarne il sapore, essendone il memoriale. Se diventa scipita e insulsa, come il sale non serve, viene gettata via.

Siamo tutti invitati a gustare il banchetto della sapienza, che è un “sacro convivio” (un vivere insieme la vita vera) per tutti.

A qualcuno questo invito allargato può dare perfino fastidio: Matteo riporta le critiche di chi definiva Gesù “un mangione e un beone, un amico di prostitute e di pubblici peccatori”, ma dice anche che “alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere” (Mt 11,19).

Sono proprio i poveri, i peccatori, i più disposti a gustare e comprendere il dono di questa sapienza, mentre a quelli che si autodefiniscono sapienti “è chiusa la porta della conoscenza del mistero del regno dei cieli” (Mt 13,11-17).

Dunque sapiente non è solo chi sa, ma chi ha sapore. Come anche chi ha odore. Gesù diffonde intorno a sé il profumo della Buona Notizia e respirarlo ci rende sapienti. E anche generosi: il profumo è il “di più”, è grazia traboccante che si spande senza confini e distinzioni, per tutti.

San Paolo scrive che noi siamo “il buon profumo di Cristo, un odore di Vita che dà la Vita” (2 Cor 2,14-16). E per Papa Francesco il pastore sapiente ha l’odore delle pecore. La scuola di sapienza per eccellenza è sempre il povero [Evangelii Gaudium, 198].

“Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e i suoi gesti. Perché oscurare ciò che è così chiaro? Non preoccupiamoci solo di non cadere in errori dottrinali, ma anche di essere fedeli a questo cammino luminoso di vita e di sapienza” [Evangelii Gaudium, 194].

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