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Il Viaggio

PIURA, DOPO LA RIPRESA

CARLO BOTTI - 28/07/2017

Carlo Botti, agente di Coopi (Cooperazione internazionale – Milano), è tornato – quattro mesi dopo – nel Perù devastato dalle inondazioni che hanno colpito principalmente la zona di Piura, a circa 1000 km a nord di Lima, sull’Oceano Pacifico. Ecco alcuni stralci del suo “rapporto” inviato a Coopi.

Sono passati quattro mesi dall’emergenza in Perù per le inondazioni causate dal fenomeno del Niño Costiero, l’uragano che ha devastato un’ampia parte del Paese.

Il Perù, e principalmente le regioni più colpite del Nord, a poco a poco stanno cercando di rialzarsi e di riprendere le attività quotidiane.

Grazie al Cerf, il fondo centrale per la risposta all’emergenza delle Nazioni Unite, sono stati stanziati, per questa crisi e per questa grave emergenza, 5.17 milioni di dollari americani. La somma è servita all’implementazione di nove macro-progetti di risposta rapida nelle province di Piura e Morropón, nella regione di Piura, dove più di 135.000 persone sono state colpite dalle forti piogge e dalle inondazioni che ne sono seguite.

Le aree di intervento in cui s’è agito con priorità per questa prima risposta sono state: la gestione e la coordinazione di accampamenti, l’acqua, il risanamento e l’igiene, la nutrizione e la salute, l’educazione e la protezione, la sicurezza alimentare e la ricostruzione, la riabilitazione dei mezzi di sostentamento. La popolazione, meta beneficiaria di questi progetti, è risultata essere di 90.000 persone.

Coopi, dal mese di marzo di quest’anno 2017, sta lavorando nella regione di Piura e principalmente in due di queste “aree di soccorso”: la gestione e la coordinazione di accampamenti con Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni); l’acqua, il risanamento e l’igiene con l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia.

Fin dai primi giorni del disastro Coopi si è impegnata nel miglioramento delle condizioni di vita igienico-sanitarie e sociali delle persone che si trovano negli accampamenti formatisi lungo la strada Panamericana, in un terreno completamente di natura desertica.

In primo luogo sono state liberate dal fango, pulite e disinfestate sei scuole dei distretti di Piura e Catacaos, che erano stato completamente allagate, per poter permettere ai bambini di tornare nelle loro aule e seguire le lezioni.

Uno dei problemi principali riscontrati nelle zone destinate a ospitare le persone che avevano perso la casa è stata la mancanza di luoghi appropriati dove poter espletare i propri bisogni. L’ong italiana si sta occupando di installare ottanta latrine, divise per genere e per bambini, dislocate in sei accampamenti di cui potranno beneficiare qualche migliaio di persone.

Per assicurare l’accesso all’ “acqua sicura” per 6.000 persone si sta provvedendo alla riabilitazione di sistemi di acqua, distrutti o danneggiati dal straripamento del Rio Piura a fine marzo, si stanno consegnando contenitori per la conservazione dell’acqua, delle pastiglie purificatrici per l’acqua e un kit di igiene con beni di prima necessità.

Oltre a queste attività, grazie alla collaborazione di una squadra formata da dieci giovani – ragazzi e ragazze piurani –, debitamente formati, si sta provvedendo alla diffusione di una campagna di igiene per prevenire malattie e infezioni che, in questo contesto precario in cui le condizioni sanitarie sono messe in costante rischio, sono altamente probabili.

Per migliorare la condizione degli accampamenti, che appena si abbassa il sole si trovano completamente avvolti dall’oscurità, con annessi rischi di violenze e di furti, si è riusciti, grazie all’appoggio della municipalità di Cura Mori, a installare una pala eolica che sta portando l’energia elettrica – e dunque l’illuminazione – in tre accampamenti.

Parallelamente, sempre con il sostegno di Oim, si sta lavorando nella coordinazione e nella gestione degli accampamenti. In sei di essi sono stati costruiti degli uffici di gestione, dove gli stessi cittadini vengono formati e seguiti per istituire differenti comitati di auto amministrazione interna. Sono stati creati comitati per l’alimentazione, la sicurezza interna, la salute e la protezione e la ricreazione per i bambini.

Tutte queste attività vengono accompagnate dalla distribuzione di kit di beni di prima necessità non alimentari, affinché possano migliorare la condizione della propria tenda.

Allo stesso tempo, oltre al lavoro negli accampamenti, si sta lavorando per favorire la ricostruzione nelle zone della Sierra, l’area rurale, della regione di Piura, nella provincia di Morropón, zone che, nonostante siano state lasciate in disparte e trascurate dai mezzi di informazione, ugualmente hanno subito molti danni. A Morropón si stanno rimettendo in funzione, grazie all’impegno della compagnia italiana, sei sistemi d’acqua che porteranno acqua sana a 16.000 persone.

Il lavoro di ricostruzione è appena ripartito e le condizioni delle persone che hanno perso tutto durante l’inondazione sono ancora molto critiche. Ma la vita anche in queste zone del mondo devastate dalle mutazioni climatiche piano piano sta ricominciando.

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