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Garibalderie

LA GIUBBA IGNOTA

ROBERTO GERVASINI - 13/10/2017

garibaldino-ignotoNature Urbane, il Festival dell’Ambiente voluto dall’Amministrazione di Varese si è rivelato, nelle visite  guidate alle ville,  una vera caccia al tesoro e non solo per la magnificenza delle piante e la bellezza e la vastità di molti giardini. Abbiamo scoperto di avere a Varese un gioiello di giardino Zen, a Villa Paradeisos, piante rare a Villa san Francesco, dimore e giardini privati tutelati, ben 114 in città, di rara bellezza con panorami mozzafiato. E brava la Giunta de Varés.

 Il  trovato tesoro è stato, per chi scrive, Villa Aletti Spartivento, a Biumo Superiore.

 A quattro anni , ospite dell’Asilo Eligio Ponti, guardavo la Portineria della Villa Aletti, affacciata sulla Via Castiglioni, come la casa degli Spiriti e già mi affascinava. Il parco della Villa è enorme con due faggi secolari che svettano maestosi ed  i tesori aggiunti si sono  rivelati i proprietari che hanno aperto la Villa ed hanno offerto bevande dialogando coi curiosi ospiti. Arturo Aletti col cugino Willy  ha  accompagnato gli ospiti  raccontando col gusto, la cordialità ed i tempi  tipici  di chi è stato cresciuto ed educato nelle ville della buona borghesia milanese, storie e fatti della loro infanzia nella villa del nonno e della nonna. Il nonno era Arturo Aletti; fu il Presidente del Comitato direttivo degli agenti di cambio alla Borsa di Milano negli anni 40. In età avanzata, pensò di dover provvedere alla sistemazione degli eredi destinando ad essi porzioni del parco della sua villa a Biumo Superiore per dar modo anche di costruire le loro dimore.

Così, seguendo Willy Aletti  nella perlustrazione della villa di recente costruzione (1952)  nascosta tra gli alberi, ai margini del parco, verso Viale Ippodromo, il racconto  è diventato davvero intrigante.  Durante gli scavi , intorno al 1952, gli operai ritrovarono una giubba rossa ed un cappello di garibaldino in pessimo stato, con resti mortali; dei bossoli ed una canna di fucile ormai marcita. Nulla che potesse aiutare l’identificazione e forse neppure l’anno della morte. Garibaldi passò da Varese ben tre volte. Nel 1848 provenendo da Luino verso Morazzone; nel 1859 da Sesto Calende e nel 1862, per diletto, a casa di Lucia Adamoli Prinetti, fervente mazziniana, prima di andare verso l’Aspromonte. E’ facile pensare che il garibaldino sia caduto o sia stato mortalmente ferito durante la battaglia del 26 maggio del 1859 quando Garibaldi aveva guidato le operazioni proprio dal colle di Biumo Superiore, più sopra di Villa Aletti Spartivento, nell’attuale Villa Ponti, dove infatti esiste una targa ricordo.

Arturo Aletti non informò nessuna autorità, presumo. Fece depositare i resti in una cassetta di piccole dimensioni. Diede disposizioni perché si trovasse una colonnina di sasso e fece forgiare una grande e leggera croce in ferro, come si vede nella foto. Si provvide a ricavare una nicchia all’esterno del muro di cinta, sotto gli orti, lungo la Via Castiglioni, all’altezza dell’attuale numero civico 48. Nessuna scritta sotto la colonna. Lì sono raccolti i resti del Garibaldino Ignoto. Ecco, spunta per i varesini un altro “luogo sacro” garibaldino. Una vera “chicca” che ci rende cari Arturo Aletti e i suoi nipoti, Arturo e Willy

 I mazziniani di AMI Varese” Giovanni Bertolè Viale” e Varese per l’Italia 26 maggio 1859 dovranno provvedere ad “onorare” il luogo. Vedremo che fare.

W l’Italia, e gli italiani.

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