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Cultura

L’EVOLUZIONE DELLA CITTÀ

OVIDIO CAZZOLA - 01/12/2017

copertina-vareseAlcune settimane fa ho deciso la ristampa aggiornata di un mio libro che mantiene il titolo originale: ‘Varese, la costruzione della Città – storia e possibile futuro’.

Ritenevo che il ricordo celebrato nell’anno passato della elevazione di Varese al rango di città con il decreto del 16 luglio 1816, non poteva essere soltanto occasione celebrativa, ma considerazione sulla storia di questa nostra Città, sugli avvenimenti che l’hanno cambiata, sulla sua possibile prospettiva civile per la quale tutti i cittadini sono chiamati a riflettere.

Scelte amministrative, iniziative di imprenditori, decisioni politiche hanno in particolare prodotto grandi cambiamenti nella sua struttura e nel suo ruolo.

Ricordo le più significative:

- il collegamento ferroviario con Gallarate nel 1861

- lo sviluppo residenziale e alberghiero conseguente, attratto in villa Recalcati dalla bellezza dei nostri luoghi

- la localizzazione del nuovo Cimitero a Giubiano nel 1877

- lo sviluppo industriale

- l’impianto tramviario tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento

- l’iniziativa alberghiera di Tito Molina sul colle Campigli e al Campo dei Fiori tra il 1905 e il 1912

- il collegamento autostradale del 1923

- l’elevazione di Varese a Capoluogo di Provincia nel 1927 e l’accorpamento dei Comuni vicini

Sono passati 70 anni dalla fine di un’altra tragedia di guerra. L’immigrazione dal Polesine alluvionato e dal sud del nostro Paese assume già negli anni ’50 grande rilevanza.

Il 19 luglio 1955 viene adottato un nuovo Piano Regolatore che consente una edificazione largamente diffusa con una consistenza demografica teorica complessiva che raggiunge i 700 mila abitanti!

Due anni prima era stata decisa sconsideratamente la soppressione del sistema tramviario e delle funicolari, la demolizione del Teatro Sociale. L’automobile diventa un mezzo sempre più desiderato. Si costruiscono nuove scuole. Si ampliano quelle esistenti. Ma mancava ancora un’idea di città.

Il desiderio di molte famiglie puntava alla costruzione della propria casetta con il proprio giardino.

La città si disperde, le periferie si estendono, si saldano con quelle dei Comuni vicini. La mobilità veicolare crea problemi di congestione urbana che non possono essere risolti dal servizio pubblico degli autobus. Chi ha mezzi adeguati si trasferisce nei Comuni in vista del lago e delle Alpi dove realizza la villa desiderata.

Il Piano Regolatore viene corretto con le prime Amministrazioni di centro-sinistra che cercano di contenere le nuove edificazioni. Ma la città è ormai offesa da troppe incomprensibili realizzazioni.

Offese alla storia, al paesaggio.

L’autosilo di piazza della Repubblica dovrebbe assicurare l’attività commerciale del centro cttadino e del nuovo complesso sorto in adiacenza. Ma per raggiungerlo occorre affrontare il traffico veicolare. L’uso ormai largamente diffuso dell’automobile favorisce una nuova visione commerciale, che punta su i cosiddetti ‘supermercati’ da realizzare in periferia.

È oggi l’offerta vincente. Le offerte commerciali della tradizione presenti nel nucleo cittadino sono in difficoltà, alcune cessano la propria attività.

I supermercati hanno assunto dimensioni notevoli: si tratta ormai frequentemente di centri commerciali con un’ampia e articolata offerta, vere attrattive porzioni di città, nelle quali ci si può incontrare, si può cogliere ogni novità.

La città che la storia ci consegna assiste quasi impotente a questi avvenimenti. Con il rilevante problema del trasporto pubblico che non riesce ancora, fra l’altro, ad affrontare le questione del traffico ferroviario moderno che dovrebbe fondarsi sul nuovo ruolo degli impianti esistenti che risalgono all’800; da coordinare con la formazione di una nuova stazione unitaria, realizzando nuove fermate periferiche. In attesa della connessione, ancora in ritardata attivazione, con le ferrovie svizzere.

Certo, la città si impegna ad adeguare le strutture sanitarie. Le critiche al riguardo non mancano. Le nuove strutture realizzate presentano spesso infatti la loro capienza inadeguata, il loro insediamento inopportuno, la loro immagine impropria.

La città ha accolto la grande novità dell’impianto universitario che, timidamente avviato, ha avuto rapidi e notevoli sviluppi, con la creazione del ’campus’ di Bizzozero oggi molto dotato di edifici e di attrezzature. La presenza universitaria non è tuttavia ancora una realtà sufficientemente percepita come parte viva e partecipata della città.

I 200 anni che l’anno passato abbiamo ricordato devono essere occasione di progetto. I nostri ricordi ci consentono di capire le ragioni di quanto è avvenuto, che la storia ci consegna.

La città nella quale viviamo deve oggi elaborare il suo futuro di vita. Nel rispetto della persona, delle relazioni sociali anzitutto. Nel rispetto e nella valorizzazione della sua bellezza.

Due sono le principali indicazioni che ci impegnano, che ci permetterebbero correttamente di affrontare le situazioni che abbiamo ricordato.

La prima riguarda la reale dimensione di questa Città che supera largamente i 150 mila abitanti.

Che circonda i suoi laghi e guarda dalle sue pendici prealpine le Alpi, che si articola nelle sue valli.

Il Capoluogo deve con urgenza avviare una collaborazione intercomunale che sappia assumere decisioni di interesse comune di evidente interesse sociale, culturale, economico.

Collaborazione che dia adeguato rilievo anche al rapporto con il Canton Ticino che non può essere solo di convenienza economica.

La seconda riguarda l’articolazione della Città, che non può rimanere solo aggregato edificato, ma ricchezza di riferimenti urbani significativi, luoghi di conoscenza, di incontro, di frequentazione: presso le scuole, le chiese, il verde pubblico, con piccoli esercizi commerciali per le provviste quotidiane che favoriscano le esigenze in particolare degli anziani, raggiungibili con percorsi pedonali protetti, qualificati.

Tutto questo in un quadro urbano riorganizzato per quanto riguarda in particolare il sistema della mobilità, ma non solo. La bellezza da recuperare ovunque per quanto possibile, l’armonia diffusa degli spazi di vita e dei loro rapporti. Per una Città esemplare testimonianza di una nuova consapevolezza.

Questi sono i contenuti del libro (editore Macchione) che verrà  presentato venerdì 1° dicembre a Palazzo Estense alle 18, con l’attenzione dell’Amministrazione comunale.

allegato

 

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