Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

ELOGIO DEL CORAGGIO

GIUSEPPE ADAMOLI - 15/12/2017

gori- Sei stato fra i primi a sostenere la candidatura di Giorgio Gori. Perché?

“Dopo un’assemblea a Milano, tre anni fa, avevo confidato al segretario regionale del Pd di aver ascoltato un ottimo candidato alla presidenza della Lombardia. Aveva dimostrato una lucida visione delle potenzialità e limiti della Regione che non era e non è facile riscontrare”.
-Viene dalla società civile. Sarà all’altezza nei Palazzi della politica?

“Si è rivelato un bravo sindaco di Bergamo. Sarà un buon antidoto all’invadente burocrazia regionale”.

-Perché la rinuncia alle primarie?

“Sono un fautore di queste consultazioni ma ci devono essere le condizioni idonee, ad esempio qualche forte concorrente, altrimenti si risolvono in un autogol”.
-Sembrava che i fuoriusciti dal Pd ed altri gruppi volessero presentare un loro candidato alternativo. “Sembrava, ma non sono riusciti nell’intento o hanno cambiato idea per effetto della posizione nazionale”.

-Bisogna dire che Gori ha avuto davvero un bel coraggio.

“Non parlerei di coraggio, termine che allude ad un’impresa quasi disperata, ma di generosità, questa sì, e quindi passione, studio, intelligenza”.
-Sul referendum per la maggiore autonomia Gori si era pronunciato decisamente per il Sì.

“E questo ha rafforzato, se possibile, la mia stima per lui”.

-Come sta gestendo, Maroni, questa fase post referendum?

“Non bene. È sbagliato pretendere tutte le 23 competenze che la Costituzione indica come possibili materie aggiuntive. Non è affatto questo lo spirito della nostra Carta fondamentale. Ogni Regione deve percorrere la sua strada pensando alle proprie prerogative. La Lombardia è l’unica equiparabile alle grandi Regioni motore d’Europa e non deve vincolarsi né al Veneto né all’Emilia Romagna, ha necessità diverse e più ampie. Questo lo dico anche al centrosinistra con riferimento all’Emilia”.

-Quali competenze chiederesti per la Lombardia?

 “Innovazione tecnologica e istruzione tecnica per lo sviluppo produttivo in primo piano. Poi ambiente, territorio, beni culturali. Corrispondenza con l’impostazione di Gori”.
-Si nota il tuo contributo su questa materia.

“No, è farina del sacco suo e dei suoi collaboratori. È giusto che la nuova generazione si muova da sé. Sarò sempre un leale compagno di viaggio senza bisogno di alcun riconoscimento”.

-Cosa non ti è piaciuto di Maroni in questi anni?

“Ha galleggiato e basta. Era partito con la ridicola pretesa di trattenere in Lombardia il 75% delle entrate fiscali e poi è stato tutto un tirare i remi in barca. Servirebbe invece una chiara strategia della Lombardia in Europa. Milano sta facendo meglio della Lombardia”.
D. Questo lo dici perché Milano è ora guidata da Sala e prima da Pisapia, entrambi del centrosinistra. “No, ci sono tanti riscontri oggettivi. Milano è davvero una grande città europea”.

D.Un tuo giudizio su Formigoni. “Era stato innovativo nella prima e in parte nella seconda legislatura, poi si è schiantato al suolo. Oggi nell’opinione pubblica è passata la satira di Crozza”.

D.  La sua riforma della sanità è stata un disastro? “Non penso così. È stata poi gestita male con troppo clientelismo e non solo a vedere i guai giudiziari. Manca ancora una rete territoriale che vada oltre gli ospedali e va costruita senza perdere tempo. È un impegno prioritario di Gori”.

D. La sanità rappresenta il 70% del bilancio regionale. “Vero, ma la Regione non è quasi soltanto la sanità. Sorrido amaramente quando lo sento dire. Ci sono campi come l’urbanistica, i trasporti, i lavori pubblici, l’istruzione professionale che pesano meno in termini finanziari ma contano moltissimo nello sviluppo della Lombardia.

 foto gori

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login