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Attualità

SACRO MONTE, COSA CAMBIARE

SERGIO REDAELLI - 22/06/2018

Le strisce blu in piazzale Pogliaghi

Le strisce blu in piazzale Pogliaghi

La palla al piede del Sacro Monte è la paura di cambiare. Parola di Daniele Zanzi, agronomo di fama internazionale, vicesindaco con delega all’attuazione del programma elettorale di cui il borgo è un aspetto importante. “L’amministrazione comunale potrebbe fare di più – ammette – Il Sacro Monte è patrimonio Unesco e ha bisogno di cure particolari, di un presidio dedicato per la manutenzione delle strade, per lo sgombero della neve, l’efficienza dei manufatti, il ripristino dei sentieri e dei percorsi pedonali oggi trascurati eccetera. Propongo da tempo di scorporare l’appalto dei lavori che riguardano il decoro e la manutenzione del monte. Ma ciò va contro la burocrazia e gli equilibri consolidati ed è un problema”.

Il battagliero “numero due” del Comune, esponente di una lista civica, spiega: “Fin dall’inizio del mio mandato ho posto sul tavolo la questione, finora senza esito. Vanno innanzitutto studiate le formule giuridiche per realizzare il progetto. Chiunque sale al borgo si rende conto dello stato di abbandono e di degrado. Ma cambiare è difficile. Prendiamo le strisce blu. Mi accusano di averle caldeggiate per fare cassa, invece io voglio limitare l’uso delle auto private e far capire che il luogo è fragile. Chi sale in auto, tolti i residenti, deve pagare la sosta oppure prendere i mezzi pubblici. Come accade in tanti altri luoghi d’arte in ogni angolo della penisola”.

Molto però è stato fatto dalla nuova giunta. La funicolare, per esempio, in un anno ha raddoppiato il numero degli utenti, da ventimila a cinquantamila, un segnale importante ed un successo dell’amministrazione. “D’accordo – conviene il vice di Galimberti – ma c’è molto altro da fare se vogliamo una mobilità capace di valorizzare il sito. L’ultima bus della linea C si ferma alle 21.30 in piazza Montanari e se la corsa venisse prolungata fino al piazzale Pogliaghi gioverebbe al turismo e alle attività commerciali. Perché non si fa? Non costerebbe poi tanto! Il borgo è abbandonato dalle otto di sera e un turista che voglia cenare al Sacro Monte non ci può andare senza auto. Mentre i varesini salgono solo con le macchine. Sono brutte abitudini da cambiare”.

Anche le soste selvagge lasciano a desiderare. Alla settima cappella le auto sono regolarmente parcheggiate nel viale, altre quattro o cinque vetture deturpano la vista alla tredicesima, senza contare le frequenti trasgressioni all’inizio e in cima alla Via Sacra. Eppure i cartelli di divieto di sosta non mancano. “Insomma si può fare di più – conclude Zanzi – Fosse per me avrei già adottato le auto elettriche per contrastare la malinconica impressione di immobilità che affligge il borgo”. Il Comune ha intanto iscritto a bilancio quarantamila euro per interventi nel borgo. Una parte dei quali destinata a bonificare l’area dei pic-nic nella pineta sopra il piazzale dei bus come richiedono gli Amici del Sacro Monte. Con un percorso naturalistico di land-art.

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