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Garibalderie

BANDIERA BIANCA

ROBERTO GERVASINI - 06/09/2018

L’incontro del Presidente Mujica con Beppe Grillo

L’incontro del Presidente Mujica con Beppe Grillo

“La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere”.

Che tutto ciò lo dica un ex Tupamaros che ha vissuto prigioniero, sepolto in un pozzo per dodici anni in Uruguay, ai tempi della dittatura, non sorprende; che lo stesso sia il guru di Beppe Grillo da anni, lui così poco sobrio coi “vaffanculo”, che vive in megavilla e viaggia con chissà quali auto, ci galvanizza perfino. I due si sono incontrati nel salone di un parrucchiere qualche giorno fa. L’incontro del Presidente Mujica con Beppe Grillo è più intrigante di quello del “Cazzaro verde “, come lo chiama Travaglio sul Fatto quotidiano, con l’austero austro-ungarico di raffinata eloquenza che ricorda quella di un leggiadro camionista turco. Tuttavia l’attenzione della stampa nazionale è stata misera; il giornale che ha dato maggior spazio al fatto è stato L’Avvenire.

Jose’ “Pepe” Mujica, classe 1935, è stato Presidente dell’Uruguay. Da Presidente ha vissuto in una piccola casa alla periferia di Montevideo, con nessuna scorta. Durante il suo mandato aveva rinunciato a vivere nel palazzo presidenziale. Ha trattenuto il 10% dell’assegno mensile e ha donato il 90% ai poveri e ad associazioni benefiche. Nessuno ha trovato imbrogli sui versamenti come in Italia dove Grillo aveva sobriamente modificato le percentuali di compenso dal 10 per cento al 50 percento ai parlamentari grillini, non tutti ligi. Pepe Mujica è figlio di un immigrato basco e di Lucia Cordano, di origini genovesi, nipote di emigranti vinti dalla povertà, agricoltori liguri scappati dalla fame e dalla miseria come milioni di altri italiani; insomma gente che oggi verrebbe fermata su una Diciotti qualsiasi per la gioia del “Cazzaro verde”, respinti dai francesi a Ventimiglia o Bardonecchia, o fucilati alla frontiera ungherese, polacca, austriaca.

Qui in Europa c’è la culla della civiltà, e la Civiltà, cullala e ricullala, adesso dorme.

L’aumento delle temperature su tutto il globo ci sta dando una mano: tra pochi anni potremmo essere noi italiani, a tutti gli effetti, gli abitanti della più grande Repubblica mediterranea delle banane, avendo finalmente anche le banane. Stiamo cambiando anche noi. Anche il governo del cambiamento giallo verde, per prima cosa dovrebbe cambiare la bandiera in modo da non esser più costretti a “pulirci il culo con il tricolore” come faceva un noto Ministro della Repubblica, mai per questo incriminato. Si opti per una bandiera bianca, tutta bianca, con una bella bananona al centro, ma non tanto matura, color giallo verde. Siamo già avanti con l’ignoranza, l’analfabetismo di ritorno, la mafia e la camorra, la sacra corona unita e l’eccellenza della n’drangheta. Senza dimenticare i primati mondiali: la corruzione e l’evasione fiscale. Siamo in testa alle classifiche mondiali. Attenzione però, corriamo il rischio di scendere nelle classifiche mondiali della criminalità, perché se siamo ai vertici, “ i negri” e “i morti di fame”, mediamente molto meno criminali di noi, a livello di piccolo criminale che spaccia la dose di fumo, potrebbero rovinarci la media. I primati van difesi.

Ciò che non ci deve mai abbandonare, come razza bianca, italiani, padani, “puzzolenti napoletani” o “mafiosi siciliani”, come diceva qualche mese fa il “Cazzaro verde”, è la volontà di difesa dei valori e delle tradizioni che mezzo mondo ci riconosce, dalla mafia all’ignoranza, dalla camorra alla corruzione. Prima gli italiani, perdio. Per ora. Non si parla più di “teroni” e di Nord e di secessione. Siamo in trepidante attesa di un nuovo convincente slogan: “ Prima i terrestri, fermiamo i marziani a casa loro! “.

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