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Il Mohicano

NATURE INQUIETE

ROCCO CORDI' - 12/10/2018

La giunta del Comune di Varese

La giunta del Comune di Varese

A conclusione della seconda edizione di “Nature Urbane” il Sindaco di Varese ha espresso grande soddisfazione per il successo ottenuto, superiore, per partecipazione e qualità delle iniziative in programma, a quello dello scorso anno. Sicuramente così è stato. Per due settimane migliaia di persone hanno avuto la possibilità di visitare parchi e ville di straordinaria bellezza e partecipare ad eventi culturali di qualità, smentendo così il luogo comune secondo cui a Varese “non succede mai niente”. Di cose invece ne succedono e, indubbiamente, il “Festival del paesaggio” può essere annoverato tra le cose migliori partorite da questa amministrazione.

La nostra città dispone di un patrimonio naturale, storico, artistico, architettonico, botanico, che nonostante i colpi inferti da uno sviluppo urbanistico intensivo e, a volte caotico e distruttivo, conserva ancora molta della sua bellezza e originalità. Pubblico e privato, una volta tanto, sono stati in grado di offrire percorsi e visioni impagabili (in molti casi sconosciuti ai più), ma anche di far “percepire” il valore di ciò che già si è perso o potrebbe perdersi in futuro.

Promuovere e valorizzare il patrimonio esistente è già un merito, ma non ci si può fermare a questo. In primo luogo sarebbe necessario definire un Piano di Governo del Territorio che cancelli o corregga sostanzialmente alcune scelte della passata amministrazione che, se attuate, deturperebbero parchi e aree ancora non edificate. Era una delle promesse dell’attuale Giunta, ma nonostante sia già trascorso metà mandato dal suo insediamento, non se ne conosce traccia.

Non meno rilevante la questione delle (ingenti) risorse finanziarie necessarie al mantenimento e alla riqualificazione del patrimonio di cui Varese dispone. Un impegno in questa direzione è impensabile senza il concorso di pubblico e privato e senza la consapevolezza che i problemi non possono essere rinviati all’infinito.

I dubbi sulla reale volontà e la capacità di produrre una svolta qualitativa nel governo cittadino sono più che giustificati. E non riguardano solo la maggioranza del Sindaco Galimberti.

Ne abbiamo avuto una prova proprio nel dibattito/scontro sull’evento, sia all’interno della maggioranza che in Consiglio Comunale. “Più fuoco amico” che altro, come ha scritto Sergio Redaelli nel condivisibile articolo qui pubblicato due settimane fa. È il fuoco che fa più male. E lo fa ancora di più se i toni vanno di molto sopra le righe fino a toccare punte che neppure chi è all’opposizione ha saputo raggiungere.

Anzi la “mozione di sfiducia”, primo firmatario il leghista Binelli, che chiedeva le dimissioni dell’Assessore Cecchi, è stata bocciata con 23 voti contrari e 7 favorevoli. Un no clamoroso dovuto non solo al voto compatto della maggioranza in carica che, nonostante le critiche e le polemiche “interne”, si dava già per scontato, ma dalla “convergenza” registrata tra le fila dell’opposizione. Paolo Orrigoni, candidato sindaco del centrodestra, oltre a non votare la mozione Binelli ha elogiato l’assessore Cecchi con una stoccata finale degna di nota: “e se vogliamo, tutti, evitare che se ne vada, dobbiamo fare ciò che è necessario: cioè consentirgli di fare l’assessore alla cultura, lui e solo lui”.

Cecchi resta dunque al suo posto, ma a mio parere restano pure i motivi del contrasto insorto tra il vicesindaco Zanzi e lui. Entrambi, in Consiglio Comunale, hanno sorvolato sulle cause che hanno scatenato e mantenuta viva per parecchi mesi una contrapposizione che, specie da parte di Zanzi, ha registrato picchi di veemenza. Tant’è che l’assessore alla Cultura, oltre a disertare gli eventi da lui stesso promossi, per oltre due mesi non ha più partecipato neppure alle riunioni di Giunta.

D’altronde è lo stesso Zanzi a dire che i “silenzi o gli assensi di convenienza non servono proprio a nulla … salvo poi fare il contrario al momento opportuno. Se in Consiglio si è persa l’occasione di fare chiarezza, appena il giorno prima e fuori dalla sede istituzionale, il vicesindaco sparava l’ennesimo colpo contro il suo collega. Il pretesto veniva offerto da un commento critico pubblicato da Bruno Belli. Zanzi rispondeva testualmente “…in effetti, già che il programma sia edito a Festival iniziato la dice lunga sulle capacità di richiamo che l’evento potrà avere e sui suoi ritorni alla città. Allo stato attuale ben pochi. D’altro canto che si può pretendere da chi oggettivamente non sa nulla del nostro territorio e soprattutto non vuole confrontarsi e ascoltare chi forse potrebbe aiutarlo? Ora sarà facile e comodo scaricare le responsabilità di questi pacchiani e ridicoli errori sui sottoposti, sugli uffici, sul dirigente, tutti incapaci di seguire i dettami dati dall’Arno per telefono (con indicazioni tra l’altro sembra interposte). A questo gioco non ci sto; è bene che chi ha responsabilità faccia sentire il proprio dissenso e non si celi dietro silenzi o assensi di convenienza o di parte”.

Toccherebbe al Sindaco riportare il confronto su livelli ragionevoli, ma è lecito dubitarne. L’impressione prevalente è che, alla fine, il quieto vivere prevalga su tutto, anche quando sono in gioco questioni che riguardano il futuro della città. Spero proprio di essere smentito dai fatti.

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