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Ambiente

ASPEM ADDIO

ARTURO BORTOLUZZI - 27/09/2019

rifiutiCome tutti i varesini ho potuto sapere dagli organi di informazione (malgrado avessi sperato di sapere di più come interessato alla questione e componente della commissione Tutela ambientale del comune di Varese) che la giunta di Palazzo Estense ha statuito le nuove “regole” e ha già aggiudicato la gestione del servizio di igiene urbana per i prossimi cinque anni, scegliendo attraverso una specifica gara di avvalersi di un raggruppamento di imprese costituito da Igm Rifiuti Industriali &Tech Servizi, un “cartello” che ha il proprio quartier generale a Siracusa ma che, nel recente passato, ha operato a Como e anche in alcuni centri minori del Varesotto. Questa, pertanto, è chiamata a prestare il servizio e non invece Aspem, che aveva svolto in passato gli stessi compiti.

Sono proprio queste le “regole” contenute nel contratto con cui Palazzo Estense ha aggiudicato la gestione del servizio di igiene. La gara di appalto, che si è conclusa (per quanto io ne sia informato) ai primi del mese di agosto, ha visto la partecipazione, appunto, di Igm Rifiuti Industriali &Tech Servizi che è stata preferita a quelle presentate da altre cinque società: Sangalli Giancarlo & C.; Acsm Agam Ambiente (già Aspem Ambiente); Gesenu Spa; Tekneko Sistemi Ecologici; TeknoserviceSrl. Sempre dagli organi di informazione ho saputo che al momento, essendoci svariati ricorsi, la società prescelta non può entrare in servizio. Il sindaco che si professa “ sereno”dice: “Siamo alla finestra in quanto terzi rispetto all’assegnazione di un servizio per il quale abbiamo fissato una gara. Chi ci contestava la regolarità del bando (Acsm-Agam, ndr) è stato smentito dal Tar alla fine di luglio. Quel che conta è che il servizio continua, seppure in proroga, fino al 31 dicembre prossimo con Acsm-Agam. Poi se sarà possibile, lo assegneremo a chi sarà vincitore senz’alcun dubbio di ricorso ai giudici della legittimità”.

Senza voler turbare la serenità del primo cittadino, critico fortemente il palazzo ovvero la troppo chiusa Giunta comunale di Varese proprio per la mia incolpevole disinformazione (in commissione Tutela ambientale non si è discusso dei contenuti del nuovo servizio di igiene urbana) e perciò per la mia impossibilità di far pesare l’opinione dell’associazione Amici della Terra Varese che rappresento, e che avrebbe potuto ottimizzare, se ce ne fosse stato il bisogno ovvero l’opportunità, il piano comunale. Questa proprio differisce in poco dall’attuale opposizione quando precedentemente era al governo cittadino.

Non c’era informazione allora e non c’è ora. Ognuno pensa di fare il meglio per conto proprio. Purtroppo ci sono di mezzo in questo caso i cittadini che dovranno pagare la tassa rifiuti a meno di poter agire attraverso un referendum abrogativo che difficilmente potrebbe attuarsi. Invoco il vigente testo unico per l’ambiente articolo tre comma tre che, sulle questioni ambientali, richiederebbe la partecipazione di chi avesse qualcosa da proporre ovvero da obiettare riguardo a un piano predisposto da un organo pubblico.

Le novità approntate dalla Giunta del Comune di Varese appaiono condivisibili. Il metodo utilizzato, invece, assolutamente no. Il nuovo piano non è stato discusso in commissione, se non per quanto riguarda la questione di effettuare una nuova gara di appalto e di non continuare ad affidare il servizio di raccolta dei rifiuti scegliendo solo in base all’intuitupersonae.

Questo in conformità con quanto stabilito dalla Comunità europea. Avevo fatto a suo tempo, verbalizzare in commissione Tutela ambientale ciò che ritenevo necessario e cioè che tutti gli articoli del nuovo bando andassero discussi con i singoli interessati alla tutela dell’ambiente e con le associazioni ambientaliste, proprio perché avevo avuto il timore che si potesse attuare questa situazione. Invece così è stato e la gara d’appalto si è conclusa da poco senza che neanche la commissione ambientale sia stata interpellata, in via preventiva, e senza che lo siano stati, sempre in via preventiva, i cittadini che dovranno attuare il piano nel miglior modo e che dovranno pagare la tassa rifiuti.

Ho scritto al sindaco ai primi giorni di questo mese (chiaramente senza risposta) chiedendo perché non sia stato rispettato il testo unico per l’ambiente (come detto, articolo tre comma tre). Ho domandato, anche, se siano stati coinvolti altri Comuni perché potessero far proprio il metodo utilizzato dal comune di Varese e, se fosse il caso, perché no. Ho richiesto una copia del documento approvato nonché l’elenco degli appuntamenti che si terranno con i cittadini di Varese che sono chiamati a svolgere nel migliore dei modi quanto previsto dal piano.

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