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Pensare il Futuro

UN PUNTO PER LA PACE

MARIO AGOSTINELLI - 04/10/2019

no-nuclearA fine settembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, 12 nuovi Stati aggiungono la loro adesione al TPAN, il Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari. Non a caso si è svolta una speciale cerimonia ad alto livello presso la sede dell’ONU a New York.

Il trattato ha ora 79 firmatari e 32 Stati che hanno ratificato nei loro parlamenti. Con la firma, uno Stato si impegna a non intraprendere alcuna azione che possa minare l’oggetto e lo scopo del trattato. Al momento del deposito del suo strumento di ratifica, accettazione, approvazione o adesione, uno Stato diventa legalmente vincolato dai termini del trattato. Il trattato entrerà in vigore quando arriverà a 50 Stati che, oltre a firmare, avranno ratificato, rendendo così le armi nucleari illegali ai sensi del diritto internazionale.

La cerimonia è stata ospitata dai sostenitori di lunga data del trattato – Austria, Brasile, Costa Rica, Indonesia, Irlanda, Messico, Nuova Zelanda, Nigeria, Sudafrica e Tailandia.

Il neoeletto presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il nigeriano Tijjani Muhammad-Bande, ha aperto la cerimonia e si è espresso con passione a sostegno dell’importanza del trattato. “Ci congratuliamo con gli Stati che hanno aderito al TPAN ed esortiamo coloro che non l’hanno ancora fatto a partecipare a questa importantissima azione”, ha detto durante il suo discorso alla plenaria dell’Assemblea Generale all’inizio della giornata. Sembrerebbe sostanzialmente un invito ai paesi NATO, tra cui l’Italia, nettamente ostili al TPNA e disposti all’interdizione a tutti i costi.

Il trattato ha già compiuto quasi due terzi della strada per arrivare alla sua entrata in vigore e ci si aspetta che questo slancio continui. I paesi per ora soltanto firmatari annunciano che le loro ratifiche sono imminenti e gli attivisti in tutto il mondo non si fermeranno finché ogni paese non avrà aderito. Nato, Usa, Russia, Gran Bretagna e Francia da sole non riuscirebbero più a fermare un’ondata fino a qualche anno fa impensabile.

 

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