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Divagando

GIRI DI VALZER

AMBROGIO VAGHI - 08/11/2019

Il Consiglio comunale di Varese

Il Consiglio comunale di Varese

Non solo nelle aule parlamentari si contano qualche centinaio di eletti che giunti al seggio con una sigla partitica sono passati a gruppi diversi traslocando anche più di una volta. Il tutto tra l’indifferenza della gente. Un fatto tutto italiano? Sì o quasi. Del resto gli eletti secondo la nostra Costituzione non hanno vincoli di mandato, perciò non pochi fanno scelte più di interesse personale che del Paese.

Ora i tempi di evoluzione sia della politica internazionale che domestica hanno assunto una velocità talmente elevata da richiedere decisioni altrettanto rapide.

Il cambio di casacca quando è di linea politica generale non è più una particolarità.

Abbiamo davanti un lampante esempio. A reggere il governo stanno due forze politiche che, come è noto, fino a poco tempo fa si sono fortemente contrastate. Ed anche ora non hanno obiettivi comuni.

Del resto i proverbi hanno sempre una buona dose di verità. “Soltanto le montagne non si muovono” si diceva, anche se la scienza afferma che qualche movimento lo fanno anche i massicci montuosi.

Oppure “Gli uomini sono come le scimmie…. Cambiano spesso di parere “ così affermava l’illustre zoofilo osservando le scimmiette che con velocità inaudita saltellavano da un ramo all’altro.

Anche l’attuale governo giallo-rosso subisce sommovimenti prodotti dall’eclettico Matteo Renzi che con la sua Italia Viva mette in fibrillazione il premier Giuseppe Conte. Niente di nuovo quindi sotto il sole.

Perché mai nel Comune di Varese certi cambi di sedia avrebbero dovuto stravolgere una Giunta tanto impegnata nel dare soluzioni ai piccoli e grandi problemi cittadini ?

Difficile da capire, ma è avvenuto con rumore e avviene tuttora. Qui siamo in fibrillazione per qualche giro di troppo nei vari gruppi consiliari che tuttavia non dovrebbe sconvolgere il serio lavoro dell’amministrazione.

Ormai è noto che tre consiglieri hanno aderito al nuovo partito Italia Viva di Matteo Renzi, hanno costituito un nuovo gruppo e si sono dichiarati a sostegno dell’attuale maggioranza. Vorranno dire la loro. Nulla di eccezionale. Una buona amministrazione deve sempre tendere ad allargare i suoi consensi e ottenere contributi.

Non così pare al Varese dove il fatto ha dato fiato alle opposizioni ma ha creato tensioni nella stessa maggioranza. Pare di essere al “Vengo anch’io? No tu no… E perché no ?”. Peruna serie di comportamenti e dichiarazioni non corrette, equivoche,vere o presunte apparse con rilievo sulla stampa locale. “Non siamo in maggioranza. Discutiamo sui programmi “. Sui programmi ? Forse volevano dire discuteremo sui singoli provvedimenti. Un deprecabile errore di sbaglio…peccato di noviziato.

Del resto i protagonisti di questa nuova formazione consigliare hanno il legittimo diritto di collocarsi nella politica nazionale nel partito che più li aggrada,

 Si tratta di cittadini che più che da legami partitici hanno acquisito un seggio al Consiglio Comunale grazie alla personale fiducia espressa da parenti, amici, conoscenti, estimatori. È a questi elettori, se si sentissero traditi nel mandato,che i consiglieri del nuovo gruppo dovranno rendere conto. Affari loro.

Il tutto come dicevamo ha suscitato il “Perché no?“in primis del vice sindaco Daniele Zanzi, preoccupato per un sotteso allargamento della maggioranza ma soprattutto per la figura di Stefano Malerba non più considerabile “terzo” nel delicato incarico di Presidente del Consiglio. Una sua sostituzione riaprirebbe vecchi problemi. Qui Zanzi non ha mancato di considerare l’ipotesi di riproporre la professoressa Luisa Oprandi per riconoscere il suo eccezionale successo in voti di preferenza. Un premio che altri avrebbero voluto assegnarle come vicesindaco, donna e preparata sia sulle problematiche educative della scuola sia sui servizi alle persone.

Per il momento tutto o quasi sembra chiarito e quello che qualcuno voleva fosse un terremoto pare ridotto ad un semplice spostamento di sedie.

Ovviamente le minoranze diFI e della Lega non potevano non approfittarne facendo il loro mestiere di oppositori. Per di più le prossime elezioni non sono lontane. Si sono risvegliate. In particolare quelli della Lega di Salvini agognano di “riprendersi” il Comune e la piazza di Varese, anche per tornare a “comandare” come abbiamo sentito nei loro consessi. Han saldato i debiti per la sede e non risparmiano interventi mediatici. Il consigliere regionale Emanuele Monti si è trasferito a Varese in pianta stabile per sostenere quella che è stata l’asfittica opposizione leghista a cominciare dal capo gruppo Fabio Binelli. Coda di paglia per essere stato assessore all’Urbanistica della Lega non lasciando nulla di positivo da ricordare ? Ora però il risveglio, foto e annunci di future interrogazioni. Notizie, proposte ?Poche o nulle. L’importare è acquisire visibilità e la stampa locale si presta assai bene.

Sorgono però i primi problemi. Li solleva il redivivo Piero Galparoli di PL cui non manca fiuto politico. Si chiede infatti Galparoli per quale grazia divinala Lega debba nuovamente pretendere di avere il sindaco. È ora che tale prestigioso incarico passi a Forza Italia o ad altra personalità di centrodestra. La si ricerchi tale personalità e se mai se ne discuta e si facciano delle primarie. Sono i 20 anni di Lega che hanno fatto perdere il Comune di Varese.

Una bella zeppa tra i piedi del centro destra.

Anche Paolo Orrigoni, rimasto defilato per guai giudiziari gallaratesi forse non ancora conclusi,è tornato a farsi sentire attraverso un esponente della sua lista il dottor Luca Boldetti.Un giovane commercialista disposto al dialogo e alla collaborazione con la maggioranza se questa apertura divenisse reciproca. Un messaggio anche a tutte le opposizioni che per essere credibili non devono solo reclamare lavori, investimenti e nel contempo promettere a tutti meno tasse e abolizione di diritti e balzelli comunali. Una impossibile classica botte piena e moglie ubriaca.

Serafico il sindaco Galimberti. Lui prosegue nella sua linea del fare, coi grandi progetti alcuni già in attuazione, e nel suo disegno di ampliare alle realtà sociali, civichee politiche il sostegno della sua amministrazione.

Infine un’altra buona notizia. L’area industriale dell’Ex Avio Macchi di Masnago è stata venduta ad un gruppo che intende recuperarla e trasformarla. La nuova Varese non si ferma, guarda lontano.

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