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Cultura

RADIOVEDERE UN QUADRO

ANNALISA MOTTA - 22/11/2019

La Natività nella cripta del Sacro Monte

La Natività nella cripta del Sacro Monte

Si può “vedere” un quadro attraverso la radio? E viceversa, come raccontare un’immagine a parole?

L’idea non è nuova, perché attinge a una serie di trasmissioni su Radio in Blu, che si propongono di parlare di un’opera lirica, un quadro, un libro, l’abc dell’informatica in pochissimi minuti.

Ma la proposta è comunque intrigante.

Nasce cosi, grazie a Radio Missione Francescana ogni martedì alle 12.30, un percorso radiofonico tra le opere artistiche del nostro territorio, quelle famose e quelle meno note: curatrice la professoressa Raffaella Bardelli, docente di Storia dell’Arte al liceo Sereni di Luino

“È vero” spiega Raffaella, “l’idea mi è nata proprio ascoltando la trasmissione che Flavio Caroli ha tenuto quest’anno, “Un quadro in tre minuti”, in cui descrive un’immagine attraverso l’etere, cercando di fare in modo che lo spettatore si immagini l’opera che lui ha di fronte”.

La nuova trasmissione è stata battezzata “I colori della Natività” e accompagnerà gli ascoltatori lungo tutto l’Avvento, con cadenza settimanale: dieci minuti di intervista con riferimenti storici, curiosità, notizie sull’autore, indicazioni pratiche per andare a vedere di persona la tela o l’affresco descritti.

“Per me” continua Raffaella “è stata una sfida, perché mi sono accorta che non è facile descrivere un’opera che non è davanti a chi ti ascolta. Bisogna essere molto più precisi nel descrivere i particolari, le posizioni dei personaggi, i colori e le forme dei soggetti che compongono la scena.

Poi è necessario usare frasi brevi e concise perché chi ti ascolta, magari dall’automobile, può perdere facilmente il filo del discorso e non capire il senso di ciò che vuoi dire. Insomma, parlare alla radio di arte non è come insegnare in classe avendo di fronte i tuoi studenti con i quali impostare un dialogo fatto di parole, ma anche di gesti ed espressioni”.

La trasmissione è costruita a mo’ di intervista: due voci, due punti di vista, due sensibilità, quella dell’esperto e quello del giornalista (nella fattispecie chi scrive). “Una scelta che credo vincente, per non rischiare di fare una conferenza via radio, senza immagini, quindi un po’ piatta e noiosa, poco vivace.

Nel cammino alla scoperta dei piccoli grandi capolavori del Varesotto, ho scelto di seguire un filo cronologico, a partire dagli affreschi di Castelseprio fino ad arrivare agli autori contemporanei, toccando naturalmente il santuario di Santa Maria del Monte e il Museo Baroffio: insomma, un percorso legato alle rappresentazioni della Nascita di Gesù e dell’Adorazione dei Magi lungo i secoli, che si possono ammirare a pochi passi da casa. Con l’intento di far sì che i varesini conoscano e apprezzino sempre di più le ricchezze della loro terra”.

È una scommessa che speriamo sia stata vincente, nonostante qualche limite imposto dal mezzo.

“Certamente un aspetto che non è facile trasmettere via radio sono le emozioni che un’opera suscita, per esempio in me che sono una cultrice dell’Arte. Non so se sono riuscita ad appassionare gli ascoltatori, a far nascere in loro il desiderio di andare di persona a vedere gli affreschi di cui ho parlato, perché mi rendo conto che la sola voce, le sole parole, possono non bastare. Ovviamente quando sei di fronte a qualcuno le espressioni del volto “parlano da sole”, ma quando nessuno ti vede devi cercare di essere ancora più coinvolgente. Ti dirò che non so dare una risposta, almeno finché non mi ascolterò. Di sicuro so che ce l’ho messa tutta!”

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