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Società

MANGIO O MI CURO?

ANNALISA MOTTA - 31/01/2020

bancoSembrerebbe assurdo, ma ci sono varesini che si devono porre la domanda: mangio o mi curo?

E così una faringite può diventare bronchite, o polmonite, e il malessere si trasforma in malattia. Perché anche un semplice sciroppo per la tosse, o un modesto ticket richiesto dal Servizio Sanitario, può mettere in crisi chi ha entrate incerte o insufficienti. E il problema si sta aggravando, come rileva il Rapporto sulla Povertà Sanitaria presentato il dicembre scorso a Milano: sono ben 473.000 in Italia le persone che l’anno scorso non hanno potuto acquistare, per ragioni economiche, i farmaci di cui necessitavano.

“È proprio per rispondere a questo bisogno crescente” spiega la dottoressa Dina Ermolli, Delegato territoriale di Banco Farmaceutico per la provincia di Varese “che quest’anno la tradizionale Giornata della Raccolta del Farmaco si “allarga” a un’intera settimana, un modo concreto per festeggiare i 20 anni dell’iniziativa. Infatti, nonostante le 421.000 confezioni medicinali raccolte in tutta Italia l’anno passato, il fabbisogno annuale è stato coperto solo per il 40%. Così anche a Varese dal 4 al 10 febbraio potrete acquistare nelle farmacie aderenti un farmaco da banco – che non richiede cioè ricetta medica – per donarlo a uno dei 71 enti varesini convenzionati con noi: tra l’altro la presenza sul nostro territorio di un numero così alto di associazioni assistenziali è un vero e proprio record positivo! Ricordo che nell’edizione 2019 sono state raccolte 14.063 confezioni di farmaci (pari a un valore di 108.005 euro) che hanno aiutato 5.478 persone”.

Insomma nella Giornata- pardon, nella Settimana – della Raccolta trasformeremo la tradizione partenopea del caffè sospeso, nella “medicina sospesa”.

Ma per aiutare i cittadini a capire meglio e a rispondere alle loro domande, sabato 4 per tutta la giornata saranno presenti nelle farmacie partecipanti i volontari di Banco Farmaceutico, oltre 20.000 in tutta Italia.

“Una delle domande più frequenti” continua la dottoressa Ermolli “è che fine fanno questi farmaci donati, e quanto ci guadagnano le farmacie. Intanto preciso che ogni titolare che voglia aderire alla Giornata è tenuto a versare una cifra consistente al Banco farmaceutico, oltre a sobbarcarsi un lavoro in più. Ma il fatto che si siano aggiunte quest’anno ben 14 farmacie nuove solo nella nostra provincia sta a indicare che la categoria ha sempre più chiara la coscienza del proprio ruolo professionale anche su questo fronte diciamo “benefico”. Per la destinazione dei farmaci, la raccolta non viene effettuata a caso, ma ad hoc secondo le necessità delle tante associazioni che si rivolgono a noi, che devono stilare un elenco documentato dei medicinali occorrenti a seconda della tipologia dei loro assistiti: chiaramente i bisogni di un Centro di Aiuto alla Vita saranno differenti da quelli di una comunità per disabili. Su questa base, forniamo a ogni farmacista una lista di medicinali da suggerire al donatore, la cui generosità viene così indirizzata al bisogno reale; il farmacista poi, di solito, aggiunge di suo uno sconto su questi farmaci, in modo da poter aiutare più persone con la stessa cifra donata”.

In concreto, per fare nel nostro piccolo un gesto di solidarietà importante, basta recarsi durante questa settimana in una farmacia convenzionata, che espone la locandina del Banco Farmaceutico in vetrina, dare la propria disponibilità e acquistare il medicinale indicato dal farmacista, da quello più economico, da pochi euro, a quello magari più costoso: la classica goccia che può fare la differenza.

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