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Cultura

FENOMENISMI

LIVIO GHIRINGHELLI - 13/12/2019

bohrNiels Bohr (1885-1962) fisico danese, dopo gli studi di base a Copenhagen si specializza a Cambridge e a Manchester. Nel 1916 ottiene in patria la cattedra di fisica teorica e dal 1920 fino alla morte dirige l’Istituto universitario di fisica teorica. Nel 1913 con La costituzione degli atomi e delle molecole applica la teoria dei quanti al modello atomico di Rutherford. Del 1915 è la elaborazione di un modello atomico, che introduce l’ipotesi quantistica di Planck. Nel 1922 gli è conferito il Premio Nobel per le ricerche sulla struttura atomica.

Rivolge costantemente la sua attenzione alla filosofia, dimostrando familiarità con il pensiero di Kierkegaard. Nel 1938 pubblica Filosofia naturale e culture umane, mettendo in discussione il principio di causalità. Del 1949 l’opera Albert Einstein. Scienziato e filosofo. Del 1958 sono Teoria dell’atomo e conoscenza umana, nonché Fisica quantistica e filosofia; causalità e complementarità.

 Nel 1962 compaiono i Saggi 1958-1962 su fisica atomica e conoscenza umana.

Bohr recepisce il principio di indeterminazione di Heisenberg, che sancisce l’impossibilità, anche in linea di principio, di determinare con esattezza al contempo posizione e velocità di una particella. Viene esclusa ogni descrizione deterministica. Si ammettono solo descrizioni di tipo probabilistico.

 Due sono i principi metodologici di Bohr: quello di corrispondenza (1916), per cui non si ha alcuna interpretazione deterministica dei fenomeni microfisici e quello di complementarità (1927), per cui l’aspetto corpuscolare e quello ondulatorio figurano come rappresentazioni complementari della stessa realtà.

La fisica quantistica diventa il quadro di riferimento della fisica. Complementari risultano pensiero e sensazioni, meccanicismo e finalismo, fisica quantistica e relativistica. Ne deriva una interpretazione positivistica della fisica, non si trascendono esperimenti e osservazione strumentale.

 Nella visione unitaria di Bohr è delineata la correlazione tra fisica quantistica e biologia, cercando di ritrovare una complementarità tra i processi fisico-chimici e il dinamismo evolutivo compresenti nei fenomeni vitali. Bohr avverte che lo studio completo dei processi fisico-chimici comporta la morte del vivente, mentre l’analisi del dinamismo vitale impedisce di procedere nell’analisi fisico-chimica. Viene eliminata ogni ipotesi di oggettività e di descrizione causale dei fenomeni, mentre si afferma una vera e propria logica della contraddizione. Il principio di complementarità ingloba quello di corrispondenza.

È negata una distinzione netta tra strumenti di osservazione e fenomeno osservato. Si riscontra l’inadattabilità del linguaggio ordinario all’analisi dei fenomeni atomici, mentre è necessario tenere conto della descrizione degli aspetti rilevanti dello strumento di misura che interagiscono con l’oggetto esaminato.

Nella relatività l’oggettività viene assicurata tenendo conto della dipendenza dei fenomeni dal sistema di riferimento dell’osservatore; nella descrizione complementare ogni soggettivismo è evitato accertando accuratamente le circostanze che garantiscono il ben definito uso dei concetti fisici elementari. È respinto il soggettivismo. La prospettiva fenomenista di Bohr si contrappone di fatto alla concezione realistica di Einstein. In conclusione: le leggi classiche sarebbero casi limite spiegabili statisticamente rispetto a quelli delle leggi quantistiche.

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