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Il Mohicano

SINDACO ASSEDIATO

ROCCO CORDI' - 21/02/2020

Il Sindaco con il neo assessore Lovato

Il Sindaco con il neo assessore Lovato

A poco meno di un anno dal voto la maggioranza che ha governato finora Varese rischia di sfaldarsi. Non sotto i colpi dell’opposizione, rivelatasi alla prova dei fatti inconsistente, ma del “fuoco amico”. Quello che fa più male di tutti.

Le ostilità sono esplose dopo la nomina di un nuovo assessore al posto del dimissionario Cecchi. Sostituzione più volte rinviata proprio per le difficoltà della maggioranza a trovare una soluzione condivisa.

Poi, all’ottavo mese, il colpo di scena. Dal cilindro del Sindaco salta fuori la nomina di Fabrizio Lovato il cui unico titolo, a quanto pare, è dato dalla sua appartenenza a Italia Viva, la creatura concepita dal funambolico guastafeste nazionale Matteo Renzi. Una formazione che a Palazzo Estense ha preso le sembianze del trio Malerba, Pullara, De Troia, tutti eletti in liste diverse (rispettivamente Lega civica, PD, lista Galimberti).

Non si tratta dunque di una semplice sostituzione, ma di un vero e proprio cambio di maggioranza avvenuto all’insaputa dei più. Non bisognava certo essere dei maghi della politica per capire che così facendo si sarebbero aperti contrasti non facilmente componibili. Neppure il dimezzamento delle deleghe assegnate al neo assessore è servito a stemperare tra alleati contrarietà e mugugni. Al fuoco di fila aperto dal vicesindaco Zanzi, uomo di punta della lista Civica Varese 2.0, si è subito accompagnato quello di alcuni esponenti di primo piano del Pd. Una serie significativa di irritate dichiarazioni farcite da neppure tanto velati avvertimenti minacciosi sui rapporti futuri.

In questo contesto persino l’opposizione ha ritrovato la voce dopo che per lungo tempo, evidentemente in tutt’altre faccende affacendata, si è fatta notare per il suo prolungato mutismo e l’assenza di idee alternative. Con toni eccitati stanno già festeggiando la presunta vittoria che, aldilà dell’insperato aiuto derivabile dai contorsionismi dell’attuale maggioranza, potrebbe diventare reale solo se tra i varesini venisse meno la memoria sul ventennio a trazione leghista e le sue “mirabolanti” opere. Attenzione però gli smemorati abbondano ovunque.

Ad evitare il peggio c’è, forse, ancora tempo. Purché al centro dell’attenzione si rimettano però i problemi veri della città e non le ambizioni personali, per quanto legittime, di qualcuno. In questi giorni invece assistiamo al rilancio, in forme ancora più accentuate di cinque anni fa, di un dibattito tutto politicista incentrato su persone e liste. Si discute molto di liste civiche necessarie per controbilanciare lo strapotere dei partiti e/o attenuare le delusioni da essi suscitati. Qualcuno si spinge anche oltre evocando un possibile listone civico, alternativo ai partiti e alle coalizioni attuali.

Scarseggia invece la riflessione sulle cause reali che hanno portato alla situazione attuale. Forse perchè obbligherrebbe a riflettere prima di tutto su se stessi e sui limiti delle liste civiche nella formazione dell’attuale maggioranza. Su questo punto richiamo un mio articolo di circa tre anni fa http://www.rmfonline.it/?p=33010 che mi pare ancora attuale. Tuttavia, se è vero che le responsabilità maggiori del mancato pieno dispiegarsi di tutte le potenzialità dell’attuale maggioranza ricadono sul Pd ( e sul Sindaco), altrettanto può dirsi delle componenti civiche (rappresentate in ben tre liste) e che non hanno saputo affrontare a viso aperto e in tempo utile le contraddizioni e i limiti di una coalizione priva di un progetto realmente condiviso fin dalla sua formazione. Un limite enorme evidente nei “patti” sottoscritti allora, ma sul quale si è voluto far finta di niente, magari nella illusione di poterlo superare conquistando nel voto rapporti di forza più favorevoli.

Per non ripetere l’errore bisogna dunque ripartire dai nodi irrisolti e dalle promesse non mantenute: la revisione del PGT, le risorse finanziarie e la loro destinazione, i servizi sociali, il destino dell’ex-Caserma, il Teatro, Villa Mylius, l’ex macello, il risanamento ambientale e così via. Su alcuni di questi temi ho scritto un mese fa nell’articolo http://www.rmfonline.it/?p=44374

Per andare avanti, fuori dai personalismi, non ci si può più accontentare delle mere enunciazioni di principio o di indicazioni general generiche buone per tutti gli usi. Ci vuole la voglia e la capacità di definire indirizzi e soluzioni concrete, in un percorso trasparente e partecipato capace di stimolare fiducia e impegno tra il maggior numero di cittadini.

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