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Cultura

COLLEZIONISTI DI RANGO

ROSALBA FERRERO - 05/02/2021

 

Ci sono voluti due anni di ricerca per allestire la mostra ‘Dentro i palazzi – Uno sguardo sul collezionismo privato nella Lugano del Sette e Ottocento: le quadrerie Riva’, in essere alla Pinacoteca Züst di Rancate e visitabile – restrizioni permettendo – sino al 28 febbraio, frutto di una indagine storico-artistica condotta Edoardo Augustoni e Lucia Pedrini-Stanga: i due curatori hanno indagato l’archivio di famiglia dei Riva, conservato nell’archivio storico di Lugano, che comprende l’inventario delle proprietà immobiliari e del patrimonio in quadri – oltre un migliaio di opere conservate ancor oggi nelle residenze di famiglia – insieme ad arredi, oggetti preziosi e una ricchissima biblioteca.

Il percorso della mostra è accompagnato da un ‘Libretto di sala’ grazie al quale è possibile conoscere la storia dei rappresentanti della famiglia i cui ritratti sono esposti nelle stanze della Pinacoteca, apprendendone direttamente le vicende di vita, ed evincendo fatti salienti del casato da alcuni documenti esposti. La famiglia Riva giunge a Lugano, probabilmente da Como, nella prima metà del 400, esercitando la mercatura, coi proventi della quale sposta interessi e capitali nel settore immobiliare e finanziario. Divenuta ‘famiglia patrizia’ a Lugano, lo diviene poi a Bioggio e a Lucerna; accede poi a ruoli di prestigio e di potere nella magistratura e nel mondo ecclesiastico, sino ad ottenere prestigiosi titoli nobiliari. In sole due generazioni i Riva diventano i più importanti costruttori di palazzi di Lugano, ne determinano lo sviluppo da borgo a città, ne diventano i principali possidenti. Alcuni membri della famiglia, poi, diventano uomini di legge, molti seguono la carriera ecclesiastica, e sono attivi nell’istruzione nei collegi Somaschi sia a Lugano che in Italia. Per decenni coltivano una fitta rete di contatti con le famiglie storiche più importanti della Svizzera e dell’Italia, allacciando rapporti spesso consolidati, da matrimoni Alcuni loro edifici sono ancora oggi di proprietà del casato come i palazzi Riva di Cioccaro, di Santa Margherita, abitato dalla famiglia, e di Canova, a Lugano.

Al piano terra della Pinacoteca accoglie il visitatore la sala dedicata a Giovanni Battista Riva, il capostipite, che è ritratto in ‘veste da camera damascata e papalina nera’, l’abbigliamento riservato ai notabili del ‘600. Dopo aver studiato da avvocato e notaio, divenne luogotenente, cioè consigliere e agente del balivo zurighese di Lugano; la sua capacità di mediazione e il suo codice comportamentale ‘ vivere onestamente, non recare danno agli altri, attribuire a ciascuno il suo’, permisero che nel 1691 la famiglia fosse accolta nel ‘Patriziato’ come testimonia un bacile d’argento con lo stemma dei Riva, custodito gelosamente dai discendenti; nel 1698 poi fu insignito del titolo di Conte come attesta una pergamena, firmata da Francesco Farnese duca di Parma Piacenza e Castro, esposta in mostra. Nel ritratto, un artista sconosciuto lo dipinge coi tratti di persona risoluta e severa: tale era infatti, oculato intraprendente amante del bello, qualità che trasmise ai suoi 17 figli, insieme ai titoli che si era meritato. Di Giovanni Battista un principio è davvero importante: l’amore per il bello e l’arte ‘è soprattutto la capacità di trasformare il desiderio di possesso in possesso della bellezza’ per questo arricchì le sue dimore di città e campagna di mobili, oggetti artistici e quadri, molti esposti accanto al suo ritratto. Sono opere a soggetto sacro, un olio seicentesco raffigurante una Sacra Famiglia uno con una Madonna addolorata, due paesaggi, un’opera del Marini e una del Reina.

La saga familiare prosegue nella sala al primo piano della Pinacoteca, ove campeggia il ritratto di Gian Pietro Riva, terz’ultimo dei 17 figli, destinato dal padre alla carriera ecclesiastica, per garantire, secondo la prassi del fedecommesso, che il patrimonio ricevuto solo dal primogenito fosse conservato integro e destinato successivamente al discendente primogenito. Dei due suoi ritratti, uno è ad opera di Giuseppe Petrini, destinato all’Ospedale di Lugano, quale ‘ritratto gratulatorio’, per via delle cospicue donazioni fatte.

Dei due figli maggiori destinati alla carriera politica di ‘luogotenenti’ Giacomo Filippo è ritratto insieme alla figlia e al cane da caccia che reca sul collare la sigla M.D.G.R. che sta per Marchese Don Giacomo Riva; è segno di un altro salto di qualità: nel 1777 il duca Massimiliano di Baviera gli aveva conferito il titolo di marchese.

Nella sala al secondo piano sono presenti altri ritratti di famiglia,- anche quelli dei cugini del ramo Riva- Conti che avevano abbracciato le idee rivoluzionarie Francesi! – spicca quello di Francesco Saverio l’ultimo dei 17 figli, che si prodigò nell’amministrazione del patrimonio e redasse un prezioso inventario di tutti i beni di proprietà di famiglia: annoverò i quadri raffiguranti animali fiori frutta paesaggi, conservati nelle ville di campagna, i ritratti degli antenati, i quadri raffiguranti battaglie marine e paesaggi e prospettive che abbellivano i palazzi di città. Molte di queste opere sono presenti nella grande sala della Pinacoteca.

Un cenno va a Stefano Francesco Riva che nel 1798 fu tra gli insorti che volevano liberare il luganesi dal dominio svizzero per annetterlo alla Repubblica lombarda: fallito il tentativo si rifugiò a Varese, nella tenuta di famiglia, Villa Nonaro a Masnago, e poi a Milano ove si legò alla principessa Cristina di Belgioioso Trivulzio, aristocratica, illuminata, amante dell’arte che fu sua ospite a Lugano insieme all’intellighenzia lombarda fuoriuscita dopo la débàcle del 1848 da Milano: è forse suo un splendido ritratto eseguito da Antonietta Bisi ‘che ne mettono in risalto gli occhi scuri e la carnagione lunare’ esposto accanto a molte opere di Migliara, Giuseppe Reina, Francesco Hayez, Pietro Bagatti Valsecchi, e dai Bisi, che il Riva acquistò grazie a lei.

Completa la mostra un corposo catalogo denso di notazioni accurate e precise, edito da Casagrande, con saggi di Agustoni, Pedrini-Stanga, Bergossi, Montorfani, Bianchi.

Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera
Dal 29 novembre 2020 al 28 febbraio 2021 (date soggette a modifiche)
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