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L'antennato

RIDIAMOCI SU

STER - 23/04/2021

lolDa molto tempo non accadeva che un programma televisivo monopolizzasse i commenti di settore, tracimando dagli spazi di critica di siti e giornali per sbarcare nella chiacchiera da bar, sfondando nel commento virale e incitando al passaparola: ebbene, “LOL – chi ride è fuori” (disponibile su Amazon prime) c’è riuscito.

Si tratta di un comedy show, un format di provenienza internazionale che prevede che un manipolo di comici sia rinchiuso in un grande loft pieno di telecamere per sei ore, con l’obiettivo di non ridere alle continuative provocazioni e performance dei propri colleghi d’avventura. Chi cede per due volte anche solo a una minuscola smorfia di divertimento (o anche di compiacimento per una propria battuta venuta bene) viene eliminato. A far la guardia alla pattuglia di renitenti al riso, due guardiani che presidiano il loft da una sala comando piena di monitor: nella parte si sono calati il rapper Fedez e la discografica Mara Maionchi, mentre nell’arena sono scesi Elio, Angelo Pintus, Michela Giraud, Lillo, Caterina Guzzanti, Frank Matano, Ciro e Fru dei Jackal, Luca Ravenna e Katia Follesa. Inutile dire che nelle sei ore si alternano sketch di repertorio (appartenente ai concorrenti o – si è scoperto – in alcuni casi mutuato paro-paro da edizioni straniere dello stesso format) mischiati a improvvisazioni e battute estemporanee, in un vortice di tensione psicologica e “ridarola isterica” dagli esiti imprevedibili, come quando i bambini si mettono faccia a faccia e giocano a stare seri… il primo che ride, per l’appunto, perde.

L’esperimento, si diceva, è riuscito: ottimi risultati di gradimento, un grande seguito di commenti e di interazioni social, una seconda edizione che pare sarà messa in cantiere a tempo di record e con nomi altisonanti di possibili nuovi concorrenti.

A differenza di altri prodotti di intrattenimento puro apparsi di recente, LOL centra il bersaglio di svagare senza forzature: assistere alle puntate (sei quella della prima serie, rilasciate sulla piattaforma “Amazon Prime” in due blocchi, rispettivamente di quattro e due puntate) significa calarsi in una bolla covid-free di autentica evasione: c’è rilassatezza, leggerezza, divertente provocatorietà.

Un meccanismo da reality con eliminazioni progressive che stringono la rosa fino al vincitore finale (che guadagna 100.000 euro da dare in beneficienza) ma senza sfibranti coinvolgimenti emotivi, estenuanti strategie rancorose, esasperanti chiacchiere con conduttori verbosi e predicanti.

Un programma coronato da successo che – si può dire – Amazon (un fornitore di contenuti via web tutto sommato ancora poco diffuso presso il grandissimo pubblico, ma in rapida crescita, anche grazie a produzioni originali come questa) ha colto quasi inaspettatamente in queste proporzioni: se fosse stato trasmesso da una rete generalista, LOL avrebbe di certo centrato grandi numeri, che ancora la tv via internet non può garantire.

Ma le generaliste – giusto per citarne un paio: Italia1 e Rai2 – sono evidentemente troppo impegnate a riproporre in eterno format ormai prosciugati – giusto per citarne un paio: “Le Iene” o “Quelli che il Calcio” – per porgere vera attenzione alle novità più forti del mercato delle idee tv; e le idee forti in tv non sono per forza rivoluzionarie: in questo caso, si parla di comici che fanno ridere.

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