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Incontri

UN’ALTRA FAMIGLIA

GUIDO BONOLDI - 04/06/2021

cattura

Flash-mob al Molina

Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) costituiscono un elemento fondamentale della nostra rete socio-sanitaria; un tempo venivano chiamate “case di riposo”, poi la loro denominazione è cambiata e la qualifica attuale riflette in modo più adeguato quello che in realtà sono. Prima di tutto si tratta di “residenze” cioè di luoghi dove persone anziane risiedono, persone che nella maggior parte dei casi presentano bisogni assistenziali ai quali la famiglia non è in grado di far fronte in maniera adeguata e che richiedono di conseguenza servizi medici ed infermieristici che tali residenze sono in grado di offrire, da qui la qualifica di “sanitarie” e di “assistenziali”.

La famiglia, affidando il proprio congiunto ad una RSA, non lo abbandona, ma se ne prende cura in modo più adeguato e può allo stesso tempo continuare a mantenere con lui un rapporto stabile; si potrebbe affermare che la RSA rappresenta in un certo senso un ampliamento della famiglia e che anche la famiglia entra a far parte di quella comunità residenziale, che la RSA rappresenta.

Sappiamo però che la pandemia ha messo in crisi la possibilità per i familiari dei residenti in RSA di continuare a stare vicino ai loro cari: per molti mesi le visite sono state sospese e sostituite da colloqui telefonici e videochiamate; per le RSA questa separazione forzata tra residenti e familiari è stata una delle conseguenze più pesanti della pandemia.

Ora che le visite dei familiari stanno progressivamente riprendendo, seppure in forma ancora contingentata, è il momento della riscoperta della importanza e della bellezza di questo rapporto.

Lo si comprende leggendo i messaggi che alcune persone hanno inviato al Servizio Psico-pedagogico della Fondazione Molina, dopo essere andati a trovare il loro congiunti.

Angela scrive: “la lontananza mi aveva riempito la testa di dubbi…poi l’ho vista: era bella, pettinata, vestita bene, rilassata e col suo solito sorriso. Ogni dubbio è svanito ! La mamma era a “casa” e mi aspettava ! Grazie”. E anche Maria annota “…era bella, sorridente….ritrovarla così è stato un regalo del Signore!”. E Paola: “Ho ritrovato la mia mamma, nessun fiore è bello quanto lei”.

Il fatto che una persona anziana continui ad essere importante per la sua famiglia anche se ha cambiato residenza e si è trasferita in una RSA è ben descritto da Sabrina, che così scrive: “la mia nonna è il pilastro della nostra numerosa famiglia; la sua gioia e la sua fede sostiene tutti noi ! Rivederla ci ha pervaso di infinita gioia”.

Chi presta la propria opera ai vari livelli in una RSA è chiamato ad essere consapevole di quanto sia prezioso il rapporto tra residenti e familiari e di quanto sia non solo importante ma anche gratificante poter dare il proprio contributo affinché tale rapporto possa essere coltivato.

Angela ci ha scritto: “Grazie, grazie, grazie ! Stando con la mia mamma il mio cuore sorride. Grazie Molina”.

È bello poter essere collaboratori di questa gioia.

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