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Garibalderie

TUTTI IN GARA

ROBERTO GERVASINI - 11/06/2021

La cerimonia del 2 giugno a Varese

La cerimonia del 2 giugno a Varese

“Chi non lavora non mangia” era la regola essenziale, principale, che dovevano applicare i Soviet dei deputati operai una volta arrivati al potere. Lo scriveva Lenin ne “I bolscevichi conserveranno il potere statale?”. Lenin è morto ed anche noi italiani non stiamo tanto bene; la questione è tuttavia fonte di acceso dibattito in Italia al punto di mettere in difficoltà anche le diverse componenti del Governo Draghi. Fino ad oggi la posizione delle varie debolezze che sostengono il Governo non han risolto la questione: “Se si mangia, mettiamo al ristorante, al coperto, si mangia seduti al tavolo in quattro oppure il tavolo può ospitare più persone?”. Che fare ? Cosa avrebbe detto Lenin davanti ad un esercito di disoccupati e di nulla facenti affamati ? Li avrebbe almeno fatti abbeverare?

Il tavolo a 4, questa sofferta questione che affligge gl’ italiani nei fine settimana, ha monopolizzato l’interesse generale al punto che lil 2 giugno 2021, festa della Repubblica Italiana, celebrata ovunque sotto tono, nel disinteresse tipico italico, è stata una delle più orrende mai viste, compresa la vigilia.

A Roma il Comune ha voluto ricordare con una targa l’amato Presidente Ciampi che le celebrazioni del 2 giugno reintrodusse nel 2001, venti anni fa. A Largo Ciampi era presente tutto il Gotha nazionale: il Presidente Mattarella; presidenti del Senato e della Camera; donne, militari, prelati e varia umanità. Con la cerimonia avviata, uno dei pochi alfabetizzati presenti si è accorto che il nome di Ciampi sulla lapide era sbagliato. Accade anche questo in Italia. Carlo Azeglio era diventato Carlo Azelio senza la G. Viene da domandarsi quale sia il livello di istruzione di molti impiegati, operai, muratori, geometri, funzionari del Comune che la targa hanno visto prima delle cerimonia. È anche vero: marginalizzare lo studio della Storia a scuola serve, può scatenare il delirio demens, creativo, immaginifico.

Aspettiamo ora che tutti i Comuni cambino le targhe col nome di Massimo D’Azeglio, letterato e politico, Presidente del Consiglio dei Ministri, colui che disse: “Abbiamo fatto l’Italia, dobbiamo fare gl’italiani”; Massimo, stia tranquillo, gl’italiani son già “ fatti”.

Il drappo che copriva la targa dell’”Azelio” non è stato scoperto. Hanno tenuto nascoste le vergogne.

Il ridicolo non è mai mancato nelle celebrazioni del 2 giugno, festa della Repubblica. Giuseppe Garibaldi, mazziniano e repubblicano, il grande artefice dell’unità del Paese, morì in assoluta povertà, a Caprera, il giorno 2 giugno 1882. Un giorno di lutto per il Paese Italia? Noo, anzi si fa festa, salvo che a Caprera, dove ho smesso di andare dal 2014 quando alla cerimonia chiamarono un trombettiere che meritava le botte, dopo aver suonato il “ Silenzio “ da infame, incapace, in modo atroce, e il Sindaco, credo di Sassari, era assente alla cerimonia per “altri impegni presi precedentemente” secondo quanto riferito durante la celebrazione. Ma dai! Siamo Arlecchini, Pulcinella, Balanzoni, Stenterelli… Quaraquaqua”, con due accenti sulla A. Aspettiamo che i francesi spostino la festa nazionale dal 14 luglio al 5 maggio?

L’Europa non si fida di noi. Come mai?

Il 26 maggio 2021, a Varese, grazie all’Associazione Varese per l’Italia 26 maggio 1859 e le tante altre associazioni che hanno aderito alla celebrazione della battaglia di Varese del gen. Giuseppe Garibaldi nella Seconda Guerra d’Indipendenza, la festa c’è stata, come tutti gli anni dopo il 2009, quella fantastica dei 150 anni con la presenza anche del Ministro della Difesa Ignazio La Russa. Mancava quest’anno la banda e la musica ma distanziare una trentina di componenti avrebbe creato molti problemi. Ebbene, oltre cento persone si sono radunate attorno al “garibaldino” che è poi un Cacciatore delle Alpi dell’esercito regio sabaudo.

Cosa è accaduto il 2 giugno 2021? Dalla prefettura di Varese son partiti 5, cinque inviti per 5, cinque persone. Sui social, FB in testa, si sono accumulati tristissimi commenti per una celebrazione così misera e scadente.

Le domande sorte sono le più disparate? I seguaci di re Francesco II di Borbone sono ormai arrivati a Villa Recalcati? Dopo Alberto da Giussano è arrivato anche Franceschiello? I Monarchici hanno occupato la Prefettura di Varese? Son finiti i soldi? In molti tra i possibili partecipanti istituzionali avevano preso precedenti impegni?

Piazza della Repubblica a Varese ospita quasi tutti i giorni, stracolma, il mercato della città. Ci si domanda quale rischio pandemico esistesse, oggi, col numero di morti azzerato in Lombardia e tutti “i veci” vaccinati, per svilire come non mai una cerimonia così significativa. I volontari delle più svariate associazioni restano il motore, questo è un dato certo; sono stati obbligati a stare a casa.

Ad Induno Olona l’Anpi ha radunato, distanziati, una trentina di “ anziani “ in un prato, molto più piccolo dell’area di Piazza della Repubblica a Varese, sempre il 2 giugno.

Proviamo a peggiorare nel 2022 perché chi si ferma è perduto. Ahahahah.

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