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Il Mohicano

I REVISIONISTI, UN PERICOLO

ROCCO CORDI' - 01/10/2021

Varese dà il benvenuto a Rocco Cordì (da malpensa 24.it)

Varese dà il benvenuto a Rocco Cordì (da malpensa 24.it)

Se qualche mese fa qualcuno mi avesse chiesto dei miei progetti settembrini avrei potuto rispondere di tutto, meno che sarei diventato Presidente della sezione varesina dell’ANPI.

Per me sarà un impegno gravoso e, pur tra tanti interrogativi, l’ho accettato volentieri perché non ci si può mai sottrarre al dovere di fare la propria parte

La pandemia ha messo a dura prova la vita delle persone, l’economia, le forze politiche e le stesse istituzioni democratiche. Il virus, esploso dopo un decennio all’insegna della precarietà sociale e di guerre rovinose, ci ha trovati impreparati e ha prodotto effetti molto più devastanti di quanto si potesse all’inizio immaginare, tra la gente comune ed anche nelle stesse comunità scientifiche. È questo il contesto in cui siamo chiamati ad agire, ciascuno nel rispetto dei ruoli e delle reciproche autonomie.

L’ANPI nella sua storia ultrasettantennale ha sempre cercato di coniugare il ricordo della gloriosa stagione resistenziale con l’attualità. Per decenni l’impegno principale è stato quello di “coltivare la memoria” della Resistenza contrastando con forza gli innumerevoli tentativi volti a ridimensionarla o persino negarla. Contemporaneamente è stata sempre in prima fila nella lotta per la difesa della democrazia e per l’attuazione della Costituzione. Un ruolo tutt’altro che irrilevante in una Italia spesso vittima di forze reazionarie ed eversive. Ed anche se in molti la memoria vacilla sempre più pericolosamente, mentre altri sono indaffarati a cancellarla, bisogna sempre ricordare che i nemici della democrazia non hanno mai smesso di agire: con le feroci repressioni antioperaie, con lo stragismo fascista, con i tentati “colpi di stato”, fino alle P38 brigatiste pur se di origine e natura diversa.

Siamo il Paese in cui forze annidate nei corpi dello Stato, servizi segreti nazionali e stranieri, hanno operato a lungo per deviare il corso della storia coprendo e foraggiando i nemici della Repubblica nata dalla Resistenza. Perciò è tutt’altro che retorico ribadire la necessità di mantenere vivo il ricordo di quanti per la libertà e la democrazia hanno sempre lottato anche a prezzo delle loro vite. Un compito svolto sempre con passione e spirito di sacrificio dalle generazioni che ci hanno preceduti, ma che per farlo rivivere nel contesto attuale, necessita di modalità e contenuti adeguati ai cambiamenti intervenuti nel corpo sociale e culturale del nostro Paese.

Tutte le associazioni antifasciste e della Resistenza devono concorrere alla promozione di una mobilitazione straordinaria in difesa della democrazia e per la piena attuazione della Costituzione, contro tutte le guerre e per la giustizia sociale. Un impegno corale in cui le nuove generazioni assumano un ruolo da protagonisti perché il futuro appartiene a loro ma è da oggi che va costruito.

Sono loro ad essere i più esposti alla azione manipolatoria dei revisionisti di varia natura. A subire gli effetti perversi dei tentativi, più o meno mascherati, di riscrivere la storia a proprio uso e consumo, di mettere in un unico calderone carnefici e vittime, fascismo e antifascismo. Fatti e avvenimenti del passato vengono così piegati a ragioni immediate e calcoli di parte, distorcendone il senso e svuotandoli di significato. Così facendo ad essere frantumata e dispersa è la memoria storica. Ma un Paese senza memoria, incapace cioè di fare i conti con il proprio passato e di comprendere fino in fondo ciò che è stato e ciò che è, non può che ridursi a vivere alla giornata privandosi così della possibilità stessa di costruire consapevolmente il proprio futuro.

Perciò bisogna lavorare per ridare nuova linfa all’impegno tradizionale di ANPI sul piano storiografico e culturale, per far conoscere ciò che è stato realmente il fascismo, la Resistenza e la nascita della Repubblica democratica e antifascista. Tocca a noi ricordare quotidianamente che dentro una crisi generale come quella che stiamo vivendo può maturare una compressione della vita democratica, possono materializzarsi e trovare consensi persino tentazioni autoritarie. È già successo in passato. Il fascismo non fu un incidente della storia. Esso nacque e si affermò dentro la crisi della democrazia liberale, debole e impotente di fronte ai bisogni di un Paese prigioniero della crisi economica e sociale prodotta dalla prima guerra mondiale. Perciò occorre un’azione di ampio respiro nella lotta per la difesa e lo sviluppo della democrazia, per la piena attuazione della Costituzione.

Rocco Cordì, neo presidente della Sezione ANPI di Varese

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