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Editoriale

PAPA NERO

MASSIMO LODI - 03/11/2022

soumahoroLa scorsa domenica Fabio Fazio ha ospitato Aboubakar Soumahoro. Uno sconosciuto per tanti, sino all’apparizione nel celebre programma di Raitre. Non per altri. Ad esempio Bonelli e Fratoianni, che l’hanno candidato in Parlamento nell’Alleanza Verdi/Sinistra italiana. Colpo riuscito: Soumahoro viene eletto a Montecitorio (dove si presenta indossando stivali sporchi di fango) e, qualche giorno dopo, diventa il bersaglio della prima gaffe di Giorgia Meloni. Rispondendo al suo intervento, la neo-premier gli dà del tu. Poi si corregge: chiedo scusa.

Fazio lo invita a “Che tempo che fa”. E il fresco deputato dimostra qualità di leader. Parla come da tempo non si sentiva parlare nessuno della sinistra. Ha sperimentato sul campo la durezza della vita, ne conosce ogni spigolo, testimonia a ragion veduta. Ha fondato nel 2021 gli “Invisibili in Movimento”, forza civica nata dall’esperienza di bracciante, raccogliendo adesioni, consenso, incitamento a proseguire nella battaglia a difesa dei deboli. Appello ascoltato, popolarità che cresce, chiamata elettorale. Anche questa seguìta dal successo.

Aboubakar usa il linguaggio semplice/sofferto dei perdenti. Non dei perduti. Difatti gli credono, i perdenti, e fanno di lui il vincente con la mission d’evitare altri perduti. Da Fazio esibisce capacità d’analisi, idee concrete di rinnovamento, carisma da capo. Doti già espresse nell’attività di sindacalista del Coordinamento agricolo dell’unione sindacale di base. Il 16 giugno del 2020 s’incatenò vicino a Villa Doria Pamphili, dove Conte teneva gli Stati generali dell’economia, facendo lo sciopero di fame e sete pur d’essere ascoltato dal presidente del Consiglio. Voleva il rilascio d’una “patente del cibo”, documento da rilasciare a chi non ha neppure i soldi necessari a sopravvivere.

Soumahoro piace ai resti del popolo piddino e della sinistra estrema. A corto di leader, molti covano l’idea d’affidarsi a questo Papa nero/straniero, vedendolo come una sorta d’Obama italiano. Matteo Orfini, ex presidente dei Dem, dichiara: potrebbe essere la nostra Meloni. Claudio Velardi, già spin doctor di D’Alema, lo definisce il più sveglio di tutti: “Viene dal mondo reale e sa comunicare. Candidate lui, non i vostri sepolcri imbiancati che discutono di nulla”. Naturalmente il Pd dovrebbe trattare con i rossoverdi per il trasloco di Soumahoro nelle sue file: operazione difficile, però non impossibile. Bonaccini De Luca e Schlein, sinora indicati come gli aspiranti alla successione di Letta, avvertono qualche brivido correre lungo la schiena. Hai visto mai che la sorpresissima, una “Stranezza” da record come il film immaginifico di Roberto Andò, sarà il quarantaduenne sociologo originario della Costa d’Avorio?

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