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Ritratti

GRANDE POLINTELLETTUALE

MAURO DELLA PORTA RAFFO - 09/12/2022

fiori1975, eletto, entro in Consiglio Provinciale.

Giovane, anche se non proprio alle prime armi, cerco e trovo ispirazione, quanto al particolare savoir faire necessario per agire in quel contesto, in qualche ‘vecchio’ uomo politico e, in specie, nel capogruppo della Democrazia Cristiana, un certo Camillo Massimo Fiori.

Brillante e capace, Fiori – con Attilio Spozio e il comunista Di Salvo, invero – domina quell’assemblea.

1976, io tra i liberali e Camillo nella DC siamo in corsa per la Camera.

Annus horribilis per il PLI, quel lontano 1976 si mostrò ancora una volta generoso con i democristiani che nella nostra circoscrizione furono eletti in mille (si fa per dire).

E Fiori risultò il primo degli esclusi, con ogni probabilità ‘tradito’ nell’urna da molti della sua corrente (succedeva, eccome, che ti tradissero i tuoi).

Per quasi due decenni, avendo io abbandonato la politica nel 1978, ci perdemmo di vista, salvo poi ritrovarci allorquando nel e dal 1996 la mia firma apparve sul Foglio di Giuliano Ferrara e su Panorama.

Scoprii, allora e da subito, tra i miei venticinque lettori un ‘devoto’ Camillo, capace in seguito di apprezzare soprattutto la mia collaborazione a ‘Studi cattolici’.

Ed eccoci da quel momento sempre più spesso a confronto nei caffè cittadini, da Angela Zamberletti in particolare.

Era difatti abitudine per Camillo leggere, studiare (lo studio lo appassionava da sempre ed era ovviamente uomo di elevata cultura) e scrivere i suoi articolati e documentatissimi pezzi nei pubblici locali.

Nel 2010, avendo io follemente deciso da indipendente di candidarmi nelle elezioni del successivo anno sindaco di Varese, Fiori fu il primo tra quanti intervennero nei ‘Salotti’ per delineare nel dibattito da me suscitato ‘La Varese che vorrei’.

Il declino fisico, non certo intellettuale, degli ultimi tempi – a mio modo di vedere, conseguente alla morte della amatissima consorte – lo aveva ridotto sulla sedia a rotelle ma non lo aveva piegato, visto che ancora fino a pochissimi giorni dalla scomparsa (4 febbraio 2016) lo si incontrava sotto i portici e lo si vedeva in chiesa a San Vittore.

Nell’ultimo nostro incontro, ancora da Angela Zamberletti, gli ho consegnato copia dei primi quattro volumi della rivista culturale ‘Dissensi e discordanze’ – che da un paio d’anni ideavo e dirigevo – nonché un mio libretto dedicato ai ‘coccodrilli’.

Ecco, il titolo di questa ‘plaquette’ è ‘La terra ti sia lieve, amico mio’.

Non mi resta che riprenderla ora, questa antica frase, col capo chino e raccolto in preghiera.

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