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Editoriale

NAUSEA

MASSIMO LODI - 16/12/2022

Le “scimmie urlatrici” ed il consigliere leghista

Le “scimmie urlatrici” ed il consigliere leghista

Storie di pena/1. Non ce lo chiede l’Europa. Ce li chiede l’Europa. I soldi. Potrebbero ironizzare/rispondere così i corruttori che affondano il coltello nel burro dei corruttibili. Qualcuno e basta, attualmente. Però l’Europa -Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo- ci rimette una figura indecorosa, disonorevole, abietta. Si annida, nell’Europa, il peggio ch’essa indica in alcuni Paesi d’appartenenza all’Unione. E invece stan lì, dentro il suo cuore istituzionale, e riverito, e austero, e sentenzioso. Facile andar giù pesanti, direte, di fronte a episodi -e tuttavia in accelerazione concreta- di mascalzonismo.  Ma quale cocente delusione. Se n’avvantaggia, in epoca di guerra devastante, la Russia, cui è offerta l’arma (sì, l’arma) per indicare al dispregio l’Occidente. Ne gode chi sta al fianco di Putin, pur non essendo moscovita. Ride chi non perde occasione per demonizzare il mondo di più avanzata civiltà, giudicandolo l’origine d’ogni male a causa della sua depravazione.

Danno enorme. Con ricaduta sul disamore verso il voto, dove si ha l’opportunità/la fortuna di votare: il mondo libero si sente prigioniero dell’inutilità del suo esprimere il consenso. Siamo oltre la sensazione di ribrezzo morale: siamo nel campo del rifiuto al partecipare democratico, che è ancor peggio. Si chiama desertificazione etica, il terreno sul quale non germoglia nulla tranne che il più deleterio populismo. Declinabile anche come tendenza ad astenersi, cioè fregarsene causa l’inutilità del proprio senso del dovere nell’esercitare un diritto.

***

Storie di pena/2. I calciatori marocchini, eroi della fenomenale avventura sportiva nel Qatar, diventano motivo della festante discesa in piazza dei loro connazionali sparsi nel mondo. Ma l’ovvia apoteosi non va giù a una saccata di bella gente che ci fa brutta compagnia. Noi possiamo esultare oltre ogni ragionevole limite, quando l’Italia (per esempio un anno e rotti fa a Londra) vince gli Europei. Loro no, sono da deplorare, condannare, insultare se si comportano allo stesso modo durante un evento mondiale. Dopo la vittoria sul Portogallo, scene d’entusiasmo ovunque, e sarebbe da psicanalisi il contrario. Ma un consigliere comunale leghista di Sant’Arcangelo di Romagna s’irrita, rosica e definisce “scimmie urlatrici” i sostenitori della squadra africana che gioiscono in vie e piazze del paese. Non pago della sortita, e travolto dall’accusa di xenofobia, aggiunge alla prima bestialità (è il caso di dire) la seconda replicando: “Non è un’offesa, scimmia urlatrice si usa per chi urla e fa casino”. Ma certo, chi non s’esprime in questo modo, per esempio, censurando un parlamentare che salta da un banco all’altro di Montecitorio o di Palazzo Madama; o invade gli uffici d’una commissione istituzionale; o innalza striscioni e cartelli insultanti verso i rivali politici. A proposito di politici: una condanna che sia una, macché. Argomenterete: roba piccola, periferica, trascurabile. Ma sono questi i granelli dai quali nascono le valanghe. O li fermi o vieni investito. Dalla valanga, non dal granello.

Conclusione delle storie di pena 1 e 2. Sono delitti (colpe) di alcuni, dei quali paghiamo il castigo (il fio) tutti. Non è sufficiente espiare i peccati individuali, bisogna render conto pure di quelli collettivi. Ed è una roba deprimente, in mezzo al resto che non vale qui ripetere e benissimo conoscete, conosciamo. Viene il voltastomaco ed ecco la Nausea. Con la enne maiuscola, come la esse maiuscola di Sartre, il bomber francese divenuto patrimonio dell’umanità.

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