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In Confidenza

CONGIUNTI

Don ERMINIO VILLA - 27/01/2023

aratroDi solito cosa ti stanca e ti opprime? Se fosse il lavoro, meglio scegliere le ferie che Dio. Se è il parere degli altri, meglio scegliere uno psicologo che Dio.

“Stanchi e oppressi” può voler dire: irritati e irritanti per credere di sapere noi quale è il bene degli altri; oppure sospettosi e pretenziosi a forza di avere la verità in tasca e di giudicare, mai soddisfatti; o anche impazienti e aggressivi per mascherare il nostro bisogno di essere amati come “dovuto”, cioè come vogliamo noi, con le parole che ci aspettiamo noi, quando decidiamo noi, se serve a noi.

“Stanchi” è l’alibi per farci giustificare in tutto. Ma non è che sotto sotto siamo “oppressi” da noi stessi?

Il Signore ci vuole salvare dalla minaccia che ci logora dentro e dice: “Prendete il mio giogo che è dolce e leggero. Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Cioè? Incatenarsi per essere meno oppressi?? Ma quando mai!?

Gesù specifica che questo “è nascosto ai dotti e rivelato ai semplici”: infatti mite non è il bonaccione che si fa andare bene tutto; umile non è il sottomesso, l’azzerbinato sotto tono. Mite non è il tranquillo che si riposa o evita la stanchezza. Umile non è chi cerca dignità nell’oppressione o nell’inferiorità.

Mite” viene da “mola”, la pietra del mulino. La macina della vita “raffina”, come si dice del grano.

Umile” è chi sa portare a testa alta la propria “humanitas”. È guardarsi per ciò che si è, senza mentirsi. È apprezzarsi sorridendo, con un sano “sense of humor”. Questo dona “humus” per far fiorire la vita. [Humilitas, humanitas, humor, humus hanno la stessa radice].

Ma Gesù chiede un di più: “prendete il mio giogo”. L’uomo capì che l’aratro con il giogo può scendere in profondità.

Yoga” tra l’altro è traslitterazione sanscrita del termine “giogo”, che evoca un’idea amara di pesantezza e prigionia, eppure in antico rappresentava l’amore: gli sposi si chiamano anche “coniugi” o “congiunti”, appunto dal latino “cum iugo”, “legati sotto lo stesso giogo”, per andare in profondità, raffinare l’amore, rendere la vita fertile.

Quante volte capita di non volere guardare né avanti né indietro, perché di fronte hai solo incertezze, dubbi, sospetti, paure mentre alle spalle le cicatrici del passato creano sofferenza. Allora guardi accanto: lì c’è chi ha deciso di stare “legato” a te.

Così scegli di imparare ad essere nel cuore “mite e umile” come Gesù, cioè amante perché amato, positivo perché rialzato, liberante perché liberato; premuroso perché sorridente di sé.

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